Anno nuovo, mentalità nuova

Pac
Nell'editoriale di Terra e Vita 37/2023 Angelo Frascarelli guarda al nuovo anno e invita gli imprenditori agricoli a essere meno passivi di fronte alle difficoltà

Le ultime due annate ci hanno lasciato in eredità tanti fattori nuovi che ogni imprenditore agricolo deve tenere ben presente per il 2024. Il contesto rimane caratterizzato da incertezza e cambiamento. L’incertezza è strutturale, bisogna gestirla, non si può sperare finisca. Il cambiamento è veloce, non si può stare fermi. Molti imprenditori affermano: «Quest’anno è andata male per colpa del clima». Oppure: «È andata male per colpa dei prezzi bassi». O ancora: «Va male perché non si trova manodopera». Ma non è così! È andata male perché si è subìto passivamente il clima, i prezzi e l’organizzazione aziendale. Occorrono approcci innovativi.

L’incertezza del clima e delle rese impone di mettere al centro la difesa attiva e passiva delle colture. Il tema delle rese è troppo sottovalutato. Spesso si pone l’attenzione sui prezzi e sulla Pac, ma i veri problemi degli ultimi due anni sono stati le rese di cereali, frutta e uva da vino falcidiate da avversità climatiche e fitopatie. Ogni imprenditore deve trovare la strada più efficace per stabilizzare e aumentare le rese: anticipando le operazioni colturali (semina e difesa), utilizzando strumenti digitali e dati meteoclimatici, le reti antigrandine, l’irrigazione di precisione, le tecniche agronomiche, le coperture assicurative.

Anteprima di Terra e Vita 37/2023

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Quanto ai prezzi, il problema non è che siano bassi, bensì la loro volatilità. Basti pensare al mais (nel 2022 380 €/t, oggi 220 €/t) o all’olio d’oliva (nel 2022 4,2 €/kg, oggi 9,2 €/kg). Perciò bisogna utilizzare gli strumenti per ridurre gli effetti della volatilità.

Sul fronte del mercato non bisogna trascurare l’evoluzione dei consumi alimentari, generati dagli effetti dell’inflazione. Non c’è solo un calo di volumi acquistati, ma anche nuove tendenze: aspetti salutistici, praticità (prodotti time saving) e sostenibilità, che diventano sempre più importanti nelle scelte d’acquisto. Per intercettare questi cambiamenti, cavalcarli e non subirli, le aziende agricole devono partecipare a filiere forti, strutturate e innovative.

E ancora, nel 2024 faremo i conti con la difficoltà nel reperire manodopera, ma meglio parlare di “collaboratori”. L’imprenditore agricolo dovrà essere sempre più capace di attrarre i lavoratori, di fidelizzare i collaboratori. Bisogna organizzare il lavoro in modo da far stare bene i collaboratori, attrarre i talenti (anche gli operai sono talenti), ingaggiarli e farli crescere.

In ultimo, la politica, il fattore più stabile. Fino al 2027, la Pac prevede 7,4 miliardi di euro di risorse finanziarie per l’Italia, seppure la complessità delle nuove norme crei molte difficoltà.

Il 2024 sarà l’anno delle elezioni europee e molti si aspettano un cambiamento sul fronte della politica agricola, soprattutto un alleggerimento del Green Deal e delle tendenze ambientaliste. Non ci sarà nessun passo indietro sulla transizione ecologica, solo un approccio più realistico sui tempi. Gli europei sono molto preoccupati per i cambiamenti climatici e chiedono a tutte le forze politiche un’azione di mitigazione.

Il 2024 sarà l’anno della partenza dell’agrivoltaico e delle prime norme sullo stoccaggio della CO2. Il nuovo anno ci costringerà ad approcci innovativi su diversi fronti: tecniche colturali, strumenti di difesa attiva e passiva, rapporto stabile con il mercato per affrontare la volatilità dei prezzi, organizzazione aziendale in funzione della necessità di attrarre i collaboratori e guardare le scelte politiche con realismo, lasciando da parte lo sterile lamento.


di Angelo Frascarelli
Docente di Economia e politica agraria all’Università di Perugia e coordinatore del Comitato tecnico scientifico di Edagricole

Anno nuovo, mentalità nuova - Ultima modifica: 2023-12-10T14:34:37+01:00 da K4

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