Le anomale temperature invernali possono aver anticipato la fioritura di diverse specie di drupacee a basso fabbisogno in freddo, esponendole al rischio di gelate. Ma un altro fenomeno che può capitare di osservare in campi uniformemente in fiore o ancora fermi è la sporadica presenza di piante che schiudono le gemme a legno prima di quelle a fiore.
Diverse possono essere la causa di questo germogliamento anticipato nelle diverse specie di drupacee. A volte il fenomeno è dovuto a stress abiotici ma altre volte è sintomo di un’infezione da fitoplasmi che va diagnosticata in tempo e non sottovalutata, per evitare che possa diffondersi alle piante sane del frutteto.
Articolo pubblicato sulla rubrica L’occhio del Fitopatologo di Terra e Vita
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Giallume europeo delle drupacee
I fitoplasmi sono microrganismi fitopatogeni, parassiti endocellulari obbligati che, tipicamente, colonizzano i tessuti floematici delle piante. In Italia la fitoplasmosi che interessa maggiormente le drupacee è il “giallume europeo delle drupacee” (European stone fruit yellows = ESFY) che causa danni soprattutto su albicocco, susino cinogiapponese, pesco e mandorlo. Esiste una diversa sensibilità varietale ma è importante anche la combinazione con il portinnesto (su pesco, ad esempio, le manifestazioni più evidenti sono su piante innestate su GF677).
Le piante malate manifestano spesso fenomeni di ripresa vegetativa anticipata, con emissione di foglie e a volte anche di fiori sull’intera chioma o su settori più o meno ampi di essa. Le foglie sono di dimensioni ridotte rispetto a quelle sane, sono clorotiche, al tatto rivelano un’accentuata frattura vitrea e sono spesso contorte con lembi ripiegati verso l’interno. Altri sintomi includono schiarimenti e allargamento delle nervature, iperproduzione di gemme e di esili rametti con internodi raccorciati, necrosi del floema, arrossamento e caduta anticipata delle foglie, degenerazione delle branche.
La trasmissione del fitoplasma ESFY avviene attraverso l’insetto vettore, il cicadellide Cacopsylla pruni che si nutre esclusivamente a carico del floema delle specie ospiti, da cui preleva e trasmette i fitoplasmi. Gli adulti di C. pruni svernano su piante perenni, conifere in particolare, per portarsi in primavera sulle drupacee dove depongono le uova. Gli stadi giovanili si nutrono sulle drupacee fino alla piena estate, quando si trasferiscono sull’ospite secondario. È stato accertato che gli adulti mantengono la capacità infettiva anche dopo lo svernamento.
Oltre che attraverso l’insetto vettore, la malattia può propagarsi anche attraverso materiale di vivaio infetto mentre è da escludere la trasmissione con gli attrezzi da taglio.
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Controllo preventivo
Il controllo di questa fitoplasmosi è essenzialmente di tipo preventivo ed è basato sull’uso di materiale di propagazione sano (per realizzare nuovi impianti è sempre preferibile utilizzare materiale di vivaio certificato esente da ESFY) e sulla precoce individuazione ed estirpazione delle piante infette.
Per la diagnosi visiva in campo, uno dei sintomi più caratteristici e facile da rilevare, specialmente su albicocco e susino, è costituito dal precoce germogliamento di tutta o parte della pianta infetta. È buona norma, pertanto, segnalare le piante germogliate precocemente rispetto alle altre del campo per osservarle meglio nel corso della stagione vegetativa e seguire l’eventuale evoluzione dei sintomi. L’infezione da ESFY potrà essere confermata da specifiche analisi molecolari, prelevando il materiale vegetale nei periodi in cui è il floema è in piena attività.