Gli organi teneri e carnosi del finocchio sono appetiti sia da parassiti animali che da agenti di malattie fungine che possono attaccare la pianta in ogni fase di sviluppo e che si possono avvantaggiare del clima invernale, quando questo è freddo e umido.
Prevenire la sclerotinia
Tra i patogeni fungini, attacchi di sclerotinia (prevale la Sclerotinia sclerotiorum, ma sono anche possibili infezioni di S. minor) sono frequenti in terreni pesanti e non ben drenanti o quando non si applicano rotazioni sufficientemente lunghe.
Il fungo colonizza rapidamente le guaine del grumolo che si ricoprono di un abbondante feltro micelio biancastro nel quale si differenziano i tipici sclerozi nerastri, le strutture di resistenza del fungo nel terreno dove possono restare vitali per diversi anni.
Articolo pubblicato sulla rubrica L’occhio del Fitopatologo di Terra e Vita
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A causa della limitata disponibilità di fungicidi registrati sulla coltura, la lotta deve essere basata essenzialmente su criteri preventivi: ampie rotazioni colturali, buona sistemazione del terreno, densità di impianto non troppo fitta, distribuzione preventiva di antagonisti del fungo, come Coniothirium minitans o diverse specie e ceppi di Trichoderma, specificamente registrati). Tra i prodotti chimici registrati su finocchio contro la sclerotinia, sono da citare le combinazioni fludioxonil+cyprodinil, fluxapyroxad+difenoconazolo, boscalid+piraclostrobin, da distribuire bagnando bene la parte basale delle piante, possibilmente prima della rincalzatura.
L’impiego del rame
Contro alternaria (Alternaria spp.) e cercosporiosi (Cercospora foeniculi) occorrerà utilizzare prodotti rameici, facendo attenzione agli intervalli di carenza e a non creare fenomeni di fitotossicità che dosi elevate o trattamenti ripetuti possono comportare sulla vegetazione. L’azoxystrobin è registrata specificamente per l’alternaria, mentre un prodotto a base di boscalid+pyraclostrobin è registrato su finocchio specificamente per la cercosporiosi, oltre che per la septoriosi (Septoria spp.) e la ramularia (Ramularia foeniculi o Cercosporium punctum) patologia piuttosto diffusa dove la coltivazione del finocchio è frequente e ripetuta.
Condizioni di elevata umidità del terreno possono favorire anche la fitoftora (Phytophthora Syringae) che colpisce prevalentemente la vegetazione più bassa e ombreggiata e, da questa, colonizza il grumolo. La limitata disponibilità di prodotti specifici antioomiceti registrati su finocchio obbliga anche per la fitoftora ad utilizzare formulati rameici.
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Occasionali attacchi di alcune specie batteriche del genere Pseudomonas (es. P. viridiflava, P. fluorescens, patogeni opportunisti) possono provocare fastidiose dermatiti agli operai addetti alla raccolta e alla lavorazione del prodotto e non vanno, pertanto, sottovalutati. La specie più pericolosa e frequente, comunque, è Erwinia Carotovora var. carotovora. Il batterio può sopravvivere nel terreno per diverso tempo o attaccare numerose specie coltivate o spontanee. La penetrazione nei tessuti di E. carotovora avviene attraverso ferite (ad es. provocate da insetti) o microlesioni e l’infezione si propaga soprattutto con condizioni di forte umidità.
L’unica sostanza attiva disponibile contro la batteriosi è il rame ma la sua distribuzione sulle parti vegetali più suscettibili è limitata alla zona del colletto, prima della rincalzatura.
Tre soluzioni per l’oidio
Attacchi di oidio (Erisiphe ombrelli ferarum) potranno essere controllati con azoxistrobin, zolfo e bicarbonato di potassio, questi ultimi due ammessi in agricoltura biologica e registrati su varie ortive.