Il rischio di partire con grossi ritardi

Dario Cartabellotta, dirigente generale del Dipartimento Agricoltura
Nuova Pac e il Psp che verrà: a Palermo è già pronto, ma forse la prossima amministrazione lo vorrà rivedere

Anche se le bocche cucite sono tante e assessori e dirigenti regionali, in piena campagna elettorale, hanno scelto il silenzio stampa, sulla programmazione dei fondi Feasr pende già la spada di Damocle del non rispetto dei termini indicati da Bruxelles.

Nessuno lo dice chiaramente, ma il balletto elettorale di queste settimane e il nuovo scenario politico che inevitabilmente verrà fuori dalle urne, sembra già segnare il destino della nuova programmazione della spesa agricola.

Intervista tratta da Terra e Vita 27/2022

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Il futuro può attendere

Sarà per questo che anche a Palermo non si respira aria d’ottimismo: «Inutile illuderci, il 30 settembre (data indicata per la scadenza della notifica del Psp italiano, ndr) a Bruxelles non arriverà nulla», dice con un sorriso tra l’amaro e l’ironico un dirigente regionale che preferisce rimanere anonimo. E prosegue: «Anche se come Sicilia siamo riusciti ad elaborare in tempo la nostra proposta, è destino che i progetti italiani a Bruxelles debbano sempre arrivare in ritardo…».

Del resto, perché stupirsi? Sia a livello nazionale che regionale (in Sicilia il 25 settembre si andrà alle urne anche per eleggere il nuovo parlamento regionale) chi uscirà vincente dalle urne non rinuncerà a dare il proprio indirizzo a una materia tanto delicata e “ricca” come la programmazione dei fondi comunitari.

La lista della spesa

Ma veniamo allo stato dell’arte. Facendo qualche passo indietro, in Sicilia le ultime battute sul “Psp che verrà” (valido per gli anni 2023-2027), risalgono al 9 agosto, giorno in cui, durante un incontro con il partenariato, sono state presentate le linee tracciate dall’amministrazione regionale. Da allora tutto tace. Una cosa però è certa: la dotazione finanziaria complessiva regionale. In Sicilia, tra fondi Feasr, quota nazionale e regionale e quota Top-up (quella di quasi 92 milioni di € aggiunti per l’adozione dei nuovi criteri) potranno essere spesi 1.567 milioni. Di questi, nella proposta del piano finanziario presentato al tavolo del partenariato, quasi un terzo sono destinati alle produzioni sostenibili. in particolare per l’adozione e il mantenimento del bio (si legga a pagina 10).

Solo venticinque misure

Dei numerosi interventi (sono per l’esattezza 77) previsti dal Psp nazionale, la Sicilia ne ha “scelti” solo 25. Spazio alla formazione e all’informazione, ma ridotti all’osso gli interventi nel settore forestale vista lo scarso appeal dimostrato nella precedente programmazione. In questo campo solo 10 milioni di euro destinati agli investimenti per la prevenzione e il ripristino dei danni alle foreste e 6,5 milioni per impianti di forestazione e imboschimento dei terreni agricoli. Tra i cambiamenti più significativi rispetto alla precedente programmazione, quelli relativi ai sostegni ai giovani imprenditori.

Giovani, si cambia

Per i giovani imprenditori la Sicilia ha in serbo due importanti novità. «Con una dotazione di 100 milioni di euro – informa Dario Cartabellotta, dirigente generale del Dipartimento Agricoltura –, in Sicilia potranno insediarsi duemila nuovi imprenditori under 40 che dovranno avere il requisito di “agricoltore attivo” entro 18 mesi dall’insediamento». Per ciascuno è previsto un premio di 50 mila € del tutto sganciato da quel piano di investimenti denominato “pacchetto giovani” più volte contestato da Bruxelles che invece ha sempre mirato solo al ricambio generazionale.

Il fatto che il premio di primo insediamento fosse ancorato obbligatoriamente a un piano di investimenti è sempre stato “mal digerito” dai giovani. Sono stati in molti, una volta esaurite le risorse per i loro investimenti aziendali, a trovarsi di fronte all’odioso dilemma tra accettare il premio di primo insediamento e pagare di tasca propria gli investimenti, o rinunciare a tutto. Ora, con le nuove disposizioni, gli under 40 potranno usare il premio come meglio vorranno. Si spera tanto in formazione e stage aziendali, magari all’estero. Così da tornare in azienda con nuove idee e orizzonti più ampi.


Sostenibilità, Palermo cambia strategia

Un tesoretto di 1.567 milioni di euro di fondi Feasr da programmare per lo sviluppo rurale della Regione Sicilia.
Circa un terzo (465 milioni) già ipotecate per l’adozione e il mantenimento delle pratiche e dei metodi di produzione biologica. A questi, poi, nell’ambito delle misure ambientali, si aggiungono i 100 milioni destinati agli agricoltori che sottoscrivono impegni specifici per l’uso sostenibile dei nutrienti. Insomma la Sicilia punta sempre piú sulle produzioni sostenibili soprattutto dopo che nell’ultimo anno ha dovuto registrare (secondo gli ultimi dati diffusi a luglio da Ismea) un calo secco del 17,4% nelle superfici bio passate da 382.798 a 316.147 ettari. Il motivo? Secondo il rapporto Sinab ciò è da addebitare alla «mancata copertura dell’impegno agro-ambientale e dei relativi pagamenti a superficie». Ad onor del vero, per quanto consistente, la riduzione delle superfici a bio non ha intaccato il primato che l’Isola vanta da anni. Ancora oggi con il 22% della Sau in bio, la Sicilia, infatti, detiene il primo posto assoluto tra le regioni italiane. «Con le nuove risorse - assicura Dario Cartabellotta, dirigente generale del Dipartimento Agricoltura - la percentuale del bio è destinata ad aumentare. Contribuendo così, insieme ad altre regioni che sul bio stanno già correndo, in modo sostanzioso al raggiungimento entro il 2027 del target nazionale del 25% indicato dalla Farm to Fork».                          Angela Sciortino

Il rischio di partire con grossi ritardi - Ultima modifica: 2022-09-20T19:59:25+02:00 da K4

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