La minor presenza di cimice non dipende solo dalla lotta bio

Adulti di cimice asiatica
Primo bilancio della più estesa esperienza di lotta biologica effettuata in Italia con il lancio della vespa samurai. I monitoraggi confermano l'attecchimento del parassitoide in tutti gli areali in cui sono stati effettuati i lanci, ma sulla minore presenza della cimice asiatica stanno incidendo anche altri fattori...

Con la fine dell’estate si è concluso l’ultimo capitolo del progetto di lotta biologica alla cimice asiatica basata sui lanci della cosiddetta vespa samurai (Trissolcus japonicus).

Come risaputo l’autorizzazione concessa dal Mite (ministero per la transizione ecologica) aveva una durata triennale e questo che sta per terminare è il terzo e ultimo anno di attività del progetto. Rimane ancora da svolgere l’ultima parte del lavoro, quella relativa alla raccolta dei dati richiesti dal ministero. L’autorizzazione era subordinata all’esecuzione di numerosi rilievi successivi ai lanci con l’obiettivo di verificare l’insediamento del T. japonicus e i suoi effetti sull’ambiente e su altre specie non target.

Mentre i ricercatori raccolgono gli ultimi dati sulla diffusione, l’efficacia ed eventuali effetti collaterali di T. japonicus, forse è arrivato il momento per fare un primo bilancio su un progetto che ha rilanciato la lotta biologica classica in Italia dopo che era stata di fatto bloccata dall’adozione della direttiva Habitat.

Articolo pubblicato sulla rubrica L’occhio del Fitopatologo di Terra e Vita

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I risultati di tre anni di lavoro

La prima domanda da farsi è la più semplice: la lotta biologica sta funzionando? Purtroppo, se le domande sono semplici da formulare, le risposte lo sono molto meno. Un primo fatto è che in quasi tutto il nord Italia, nel 2022, si sono viste meno cimici asiatiche e i danni alla frutta sono stati più contenuti rispetto agli anni scorsi.

Questo ridimensionamento delle popolazioni di Halyomorpha halys osservato quest’anno non è direttamente attribuibile agli effetti della lotta biologica. Anche se la vespa samurai è stata ritrovata, pur con livelli di presenza molto diversi, un po’ in tutti gli ambienti in cui è stata introdotta, il merito di questo calo delle popolazioni può essere almeno condiviso con tutti gli altri fattori che influiscono direttamente sullo sviluppo di questa specie, non ultimo il clima estivo che è stato caratterizzato da un caldo secco non particolarmente favorevole alla cimice asiatica.

Oltre ai minori danni alle colture frutticole ci sono altri segnali che indicano popolazioni più basse di cimice asiatica; basta guardare i campi di soia un tempo serbatoio inesauribile di cimici che quest’anno sembrano tornati quasi alla normalità. In generale la minore presenza di cimice asiatica la si avverte anche fra i cittadini, nei forum e negli articoli dei giornali che sono passati ad altri mostri alieni da sbattere in prima pagina.

Lancio di Trissolcus japonicus

Continuare oppure no

Difficile anche trovare dati scientifici inequivocabili per valutare gli effetti della lotta biologica. I dati raccolti gli scorsi anni ci dicono che sulle ovature di H.halys è stata trovata anche una elevata presenza di diverse specie di parassitoidi oofagi con forti presenze soprattutto dell’esotico Trissolcus mitsukurii e dell’autoctono Anastatus bifasciatus la cui attività nel contenimento della cimice asiatica si somma a quella della vespa samurai. In conclusione, ci sono segni incoraggianti di una risposta globale dell’ambiente alla massiccia presenza di cimici asiatiche. Quindi arriviamo alla domanda a cui dovremo dare una risposta nei prossimi mesi: se i risultati della lotta biologica cominciano a vedersi è meglio fermarsi e lasciare che la natura faccia il suo corso o sarebbe meglio continuare il progetto per qualche altro anno ancora?

Articolo pubblicato sulla rubrica L’occhio del Fitopatologo di Terra e Vita

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LA METODOLOGIA DEI RILIEVI

In tutte le Regioni che aderiscono al progetto i rilievi seguono un protocollo comune stabilito e livello nazionale che prevede la raccolta di tutte le ovature presenti, sia che siano di cimice asiatica sia che appartengano ad un’altra specie, su almeno il 10% del totale dei siti di lancio. Il lavoro di campo viene svolto dai Servizi Fitosanitari e dalle principali Università per gli aspetti di laboratorio. A questo lavoro vanno aggiunte anche le analisi di dettaglio che sono state svolte in almeno una/due aree rappresentative per regione in cui si cerca di verificare oltre all’insediamento nell’ambiente della vespa samurai, la sua capacità di spostamento. Tutti questi dati confluiranno poi nel report finale assemblato dal Crea e consegnato al Mite.

La minor presenza di cimice non dipende solo dalla lotta bio - Ultima modifica: 2022-09-28T01:32:06+02:00 da K4

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