Un clima umido e fresco, con precipitazioni frequenti anche di forte intensità ed eventi grandinigeni, ha caratterizzato il mese di maggio in buona parte dell’Italia meridionale.
La vite è stata molto esposta agli attacchi primari di peronospora (Plasmopara viticola) che, nei vigneti non adeguatamente protetti, ha arrecato seri danni anche sui grappoli. Meno grave la situazione nei vigneti coperti di uva da tavola, dove si può evitare la bagnatura fogliare e sfuggire alle infezioni primarie assicurando una buona aereazione e posizionando dei trattamenti preventivi nelle fasi più critiche.
Ma in questo periodo, oltre alle “classiche” avversità della vite (peronospora, oidio, tignoletta), occorrerà prestare attenzione alla eventuale presenza di focolai di infestazione di cocciniglie (Targionia vitis, Planococcus spp., Pseudococcus spp.) che possono insediarsi nei vigneti dove si riduce drasticamente l’uso di insetticidi contro i fitofagi chiave, sostituiti da altre strategie come la confusione sessuale contro la tignoletta.
Articolo pubblicato sulla rubrica L’occhio del Fitopatologo di Terra e Vita
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Un problema per la vite coperta
In Italia meridionale si rilevano con maggiore frequenza Planococcus ficus e P. citri, specie appartenenti alla famiglia Pseudococcidae. Il problema è particolarmente sentito nei vigneti a tendone di uva da tavola coltivata sotto copertura per l’anticipo o il posticipo della raccolta, dove l’ambiente caldo umido che si crea offre le migliori condizioni ambientali a questi insetti, spesso presenti contemporaneamente.
Le due specie sono morfologicamente simili, entrambe possono trasmettere diverse virosi, ma i danni che arrecano derivano soprattutto dall’abbondante produzione di melata. La fumaggine che si sviluppa su di questa finisce per imbrattare la vegetazione e i grappoli. I danni sono particolarmente rilevanti sull’uva da tavola, per la quale l’aspetto estetico riveste un’importanza maggiore dell’uva destinata alla vinificazione.
Ambedue le specie sono polifaghe e svolgono varie generazioni all’anno (4-5 il Planococcus citri e 5-6 il Planococcus ficus), svernando sotto il ritidoma - preferenzialmente a livello del colletto - in vari stadi, con prevalenza di neanide di II età e di giovane femmina. In pieno campo, l’ovideposizione inizia in febbraio-marzo ed è piuttosto scalare; in primavera si avvia la migrazione delle neanidi sui tralci. In luglio-settembre le nuove neanidi si spostano direttamente sui grappoli.
Difficili da debellare
Quando queste cocciniglie vengono lasciate libere di diffondersi nel vigneto ed aumentano la loro popolazione non è facile debellarle e l’uso di insetticidi può non dare risultati apprezzabili a causa della capacità del planococco di ripararsi in aree difficilmente raggiungibili dai trattamenti, della protezione degli strati cerosi e della forte scalarità di sgusciamento e migrazione delle neanidi.
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Commercialmente sono disponibili i feromoni per entrambe le specie di planococco che consentono di monitorare in modo attendibile il volo dei maschi. Da qualche anno sono disponibili prodotti commerciali per la confusione sessuale del P. ficus.
In piena vegetazione è facile individuare le piante infestate, per la presenza di gocce di melata, e verificare la migrazione delle neanidi (orientativamente avviene tra maggio e giugno sui tralci e tra luglio e settembre sui frutti). Se necessario, si potrà intervenire con prodotti con discreta persistenza, attivi anche contro altri fitofagi (es. acetamiprid, flupyradifurone, spirotetramat, pyriproxifen), e ripetere un trattamento in pre-chiusura grappolo con prodotti meno residuali per colpire gli individui migrati sul grappolo prima che questo si serri.