Vite con ingiallimenti e malformazioni, ma niente allarmismi

Ingiallimenti fogliari da abbassamenti termici (foto: Ruggero Mazzilli)
Le clorosi da freddo tendono a scomparire con il ripristino delle normali condizioni climatiche senza provocare danni sulla produzione. È fondamentale la corretta gestione delle operazioni colturali e l’osservazione dell’evoluzione dei sintomi

Nel clima italiano è sempre più frequente, dal finire dell’inverno alla primavera più o meno avanzata, il ritorno improvviso di temperature assai più basse rispetto a quelle tipiche del periodo. La ripresa vegetativa della vite, per lo più già in atto al ritorno di freddo, è condizione eccezionalmente favorevole per il verificarsi di danni, talora assai gravi, a teneri germogli, foglie e fiori. È ormai assodato che gli abbassamenti termici primaverili esercitano la loro azione dannosa non tanto per le minime che possono raggiungere, quanto per gli sbalzi, talora notevoli, che possono verificarsi in poche ore dalla mite temperatura diurna a basse temperature notturne. Inoltre, le conseguenze dei ritorni di freddo sono tanto più gravi quanto più lungo è stato il periodo precedente di clima mite e quanto maggiore è l’umidità atmosferica. Dopo i recenti abbassamenti termici è facile ritrovare su molti vigneti un complesso di anomalie direttamente ricollegabili a turbe fisiologiche dell’attività fotosintetica della pianta e dei processi di crescita degli organi/tessuti: clorosi da freddo (ingiallimenti delle foglie); increspature delle foglioline e afflosciamento dei germogli; deformazione dei germogli; deformazioni delle foglie basali ecc.

Articolo pubblicato sulla rubrica L’occhio del Fitopatologo di Terra e Vita

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Attività fotosintetica rallentata

Le “clorosi da freddo” hanno una chiara origine dalle basse temperature che interferiscono sulla sintesi dei pigmenti clorofilliani e sulle attività enzimatiche del processo fotosintetico. Come conseguenza si ha un rallentamento dell’attività dei fotosistemi I-II e una eccessiva produzione di radicali liberi che possono danneggiare le membrane cellulari e rallentare, fino a compromettere, il regolare processo fotosintetico.

Le antocianosi interessano le cultivar rosse e sono dovute al mancato “trasferimento” verso gli organi sink degli zuccheri sintetizzati nelle cellule dalla fotosintesi clorofilliana. In questo caso la pressione osmotica cellulare aumenta provocando l’accumulo di amido e la sintesi di grosse molecole, i glucosidi, capaci di ridurre la concentrazione osmotica.

Sia entro le gemme vegetative prossime all’apertura, sia dopo la fogliazione, lamine e nervature fogliari possono subire necrosi parziali o totali. Quando solo porzioni più o meno grandi di tessuti fogliari vengono danneggiati si ha la perforazione o fenestratura delle lamine fogliari o la frastagliatura o laciniatura del margine. A volte solo alcune cellule dell’epidermide vengono “offese” senza morire; in questo caso esse rallentano lo sviluppo, in confronto con quelle dei tessuti sani, e ne derivano increspamenti vari della lamina.

Ingiallimenti fogliari da abbassamenti termici (foto: Ruggero Mazzilli)

Attenzione alle possibili confusioni

Flavescenze e rossori possono essere, in generale, il riflesso di sintomi di una alterazione dell’equilibrio fisiologico o di fenomeni patologici di diversa natura e origine. Si distinguono, pertanto, le flavescenze e i rossori primari, o fisiologici, e quelli secondari provocati da fattori climatici, traumatici, pedologici, tossici, agronomici.

Nell’attribuzione delle cause bisogna sempre tener conto della distribuzione in campo delle piante sintomatiche, delle condizioni meteorologiche pregresse, della “storia colturale” dell’appezzamento, sensibilità varietale ecc. È fondamentale non confondere gli ingiallimenti da abbassamenti termici con clorosi ferriche e complessi virali.

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Recuperare con l’agronomia

Solo in situazioni dove l’evento “stressante” potrebbe prolungarsi per più giorni,, o in particolari condizioni colturali e/o ambientali, può essere utile, previa valutazione tecnica, l’impiego di biostimolanti specifici abbinati, eventualmente, a concimi fogliari per facilitare il recupero delle normali attività fisiologiche della pianta.

Vite con ingiallimenti e malformazioni, ma niente allarmismi - Ultima modifica: 2024-05-08T17:30:48+02:00 da K4

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