Si è parzialmente arrestata la corsa al ribasso del mercato assicurativo agricolo agevolato. Nel 2017 infatti, dopo un biennio di difficoltà, è stato raggiunto in Italia un valore di circa 7,2 miliardi di € simile a quello dello scorso anno, trainato in particolare dal settore zootecnico che ha registrato un +39% rispetto all'anno precedente.
Per quanto riguarda le colture vegetali, che rappresentano il principale comparto, i valori assicurati hanno proseguito il loro trend al ribasso, attestandosi a 4,98 miliardi, il dato più contenuto dal 2010. Rispetto all’anno precedente si osserva una flessione del 5,8% (nonostante l’aumento di circa il 2% delle uve da vino), con un calo lievemente più accentuato rispetto a quello già sperimentato nel 2016. L’intero ammontare dei premi è risultato di poco inferiore a 337 milioni (-4,5% su base annua). Sono questi alcuni dei dati più significativi emersi dal “Rapporto Ismea sulla gestione del rischio in agricoltura”, realizzato in collaborazione con il Mipaaf nell’ambito del Programma di sviluppo rurale nazionale e presentato durante il “X Convegno Nazionale Cesar sulla Gestione del rischio in agricoltura” tenutosi ad Assisi.
Al contrario è significativamente aumentata la dimensione del mercato assicurativo della zootecnia, comparto per il quale si rilevano ancora ampi margini di sviluppo. L’evoluzione positiva dei valori assicurati che nel 2017, secondo le stime Ismea, hanno sfiorato 1,5 miliardi (+39% sul 2016), confermano la netta controtendenza del settore rispetto alla dinamica generale. Più modesto l’incremento dei premi, stimati in circa 20,5 milioni, importo che su base annua è comunque aumentato del 9%.
Per le colture, il mercato assicurativo agricolo agevolato, basandosi sugli ultimi dati consolidati, rappresenta, in valore, il 19% della Plv delle coltivazioni vegetali e, in termini di superfici, il 9% del totale della Sau (superficie agricola utilizzata) nazionale.
Sempre dai dati Ismea emerge come il mercato si caratterizzi inoltre per un elevato grado di concentrazione, sia in termini di prodotti sia di territori. Uva da vino, mele, mais, riso e pomodoro da industria rappresentano oltre due terzi dei valori assicurati; seguono pere, frumento tenero e nettarine. In termini di superfici il 53% delle aree assicurate è attribuibile invece solo a tre colture, rappresentate da mais, riso e uva da vino.
A livello territoriale, i due terzi dei valori assicurati sono riconducibili a Emilia-Romagna, Veneto, Lombardia, Trentino Alto Adige e Piemonte. La prima delle regioni del Centro‐Sud è la Toscana, con una quota del 4,5%, seguita dalla Puglia con un altro 4,4%. I dati evidenziano un forte sbilanciamento del mercato assicurativo agevolato verso le regioni settentrionali, che nel complesso concentrano l’81% dei valori e l’86% delle superfici assicurate, contro il 10% e l’8% rispettivamente del Centro Italia e il 9% del Mezzogiorno, relativamente ai valori (al 6% le superfici).
Anche il rapporto tra valori assicurati e Plv regionali conferma il primato del Nord: il Trentino Alto Adige, con l’85% della Plv regionale assicurata, e il Friuli Venezia Giulia, con il 58%, dimostrano l’importanza che queste realtà territoriali attribuiscono allo strumento assicurativo. Seguono la Lombardia con il 47%, il Piemonte (38%), l’Emilia Romagna (37%) e il Veneto (36%). Tra le regioni del Centro‐Sud incidenze a due cifre si riscontrano in Umbria, Toscana, Marche e Basilicata, mentre in Puglia i valori assicurati rappresentano appena il 7% della Plv regionale.
L’azienda tipo assicurata
L’Ismea ha tracciato anche un “identikit” dell’azienda-tipo assicurata: di dimensioni ben più elevate rispetto alla media (oltre 17 ettari), più strutturata e maggiormente meccanizzata, condotta da soggetti più giovani e con più marcate connotazioni imprenditoriali. Anche sotto il profilo occupazionale l’azienda tipo assicurata mostra un carattere più professionale e un prevalente impiego di personale full‐time. Inoltre le imprese assicurate mostrano una migliore sostenibilità finanziaria degli investimenti, con potenziali vantaggi anche in termini di accesso al credito.
Lo studio Ismea ha consentito anche di valutare l’ammontare complessivo della spesa pubblica potenziale a sostegno della gestione del rischio in agricoltura, con dotazioni finanziarie, tra fondi statali, regionali e comunitari, pari a 314 milioni di euro annui, corrispondenti a una media di 214 euro per azienda agricola.
Pacchetti assicurativi
Le polizze del Pacchetto A (ex Multirischio, per la copertura di tutte le avversità di frequenza, accessorie e catastrofali), in grado di assicurare una copertura totale alle colture aziendali, incidono per una quota pari all’11%. Il Pacchetto B (ex garanzia Pluririschio, per la copertura di tutte le avversità catastrofali e almeno una di frequenza) concentra un altro 9%, contro il ben più rilevante 80% di incidenza del Pacchetto C (ex garanzia Pluririschio con almeno tre avversità di frequenza, più eventualmente una o entrambe le avversità accessorie). Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia sono le due uniche realtà territoriali in cui emerge un maggiore equilibrio tra pacchetti assicurativi.
Il parterre dei competitor
Sul fronte dell’offerta si evidenzia uno scenario competitivo in evoluzione, caratterizzato dall’ingresso di nuove compagnie sul circuito delle assicurazioni agricole agevolate e da processi di fusione e acquisizione tra operatori già presenti sul mercato. Il calo dei valori assicurati nel comparto delle colture ha interessato la maggioranza delle compagnie assicurative, che applicano tariffe sostanzialmente allineate. Le poche che hanno mostrato una dinamica positiva hanno potuto, di conseguenza, rafforzare le proprie quote di mercato. Emerge inoltre che i primi dieci player superano, per raccolta premi, il 77% del market share.