«L'attuale impianto del Piano Strategico Nazionale, documento di programmazione della nuova Pac post 2020 concepito dalla Commissione europea e su cui si innesterà tutta la futura politica agricola comune, non lascia sufficiente spazio alle Regioni nell'autonomia programmatoria, ma noi in questa fase di negoziazioni dobbiamo sforzarci di recuperarla per poter calare le misure sul territorio».
Geometria variabile
Lo ha detto oggi a Udine Giuseppe Blasi, Capo dipartimento del Ministero politiche agricole, alimentari, forestali, intervenendo sulla PAC 21-27, il Piano strategico nazionale e la sfida della nuova governance all'evento "L'Agricoltura e il mondo rurale del Friuli Venezia Giulia verso il 2030" che segna l'avvio del percorso di consultazione locale che sarà sviluppato dal PSR Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020 del Friuli Venezia Giulia.
«Sulla nuova Pac - ha aggiunto - stiamo lavorando a geometria variabile perché i testi dei regolamenti non sono ancora definiti e soprattutto non è definito il bilancio comunitario, che è poi l'elemento cruciale su cui si innesta tutta la programmazione futura 2021-2027».
Più equilibrio tra Ministero e amministrazioni locali
« Anche su questo punto - ha riferito - siamo in una fase negoziale molto serrata». Blasi ha poi ribadito che «occorre raggiungere quell'equilibrio che consenta, pur mantenendo una programmazione con un Piano strategico nazionale e dunque un interlocutore unico a livello di ogni stato membro, il ruolo che compete a tutte le Regioni in termini di programmazione e di gestione».
Sul numero 5 di Terra e Vita Magazine
l'approfondimento di Angelo Frascarelli
sul confronto in corso sul Piano strategico nazionale