La Regione Piemonte sostiene la ripartenza di alcune attività in crisi, come quelle degli agriturismi e dei ristoranti, provocata dall’emergenza Coronavirus con contributi a fondo perduto. Ammontano a circa 22,5 milioni di euro le risorse destinate a queste due categorie, a fronte di un plafond totale di 88 milioni di euro che rappresenta il cosiddetto Bonus Piemonte, uno dei pilastri del disegno di legge “Riparti!Piemonte”, approvato ieri dalla Giunta regionale.
Le risorse sono destinate alle categorie commerciali e artigianali maggiormente penalizzate dalla sospensione dell’attività negli ultimi due mesi a causa delle misure sanitarie di contenimento del contagio.
L’accordo sottoscritto a Torino il 29 aprile scorso dai rappresentati delle categorie e dal presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, prevede un contributo di 2.500 euro a fondo perduto per tutti gli agriturismi (ma anche a bar, gelaterie, pasticcerie, catering per eventi, ristoranti, sale da ballo e discoteche, saloni di barbiere e parrucchiere).
Oltre 5 milioni di danni agli agriturismi piemontesi
Una boccata d’ossigeno per i 1.316 agriturismi del Piemonte che in base alle stime di Agriturist avrebbero subito perdite superiori a 5 milioni di euro a fronte di danni, a livello nazionale, di oltre 800 milioni di euro, subiti da 23.615 aziende (dati Istat), solo per attività di ristoro e ospitalità, ai quali sono da aggiungere i mancati incassi di fattorie didattiche, degustazioni e vendite dirette.
Contributo in conto capitale senza burocrazia
L’aiuto della Regione Piemonte è esemplare anche per la totale assenza di ostacoli burocratici per accedervi: da metà di maggio tutti gli interessati riceveranno da Finpiemonte una comunicazione via pec per indicare il conto corrente su cui ricevere il contributo, che verrà accreditato nell’arco di qualche giorno.
«Erogheremo queste risorse subito - ha detto il presidente della Regione Cirio-. Abbiamo eliminato tutta la burocrazia perché il danno c’è stato ed evidente. Non chiediamo nulla, nessun documento, nessuna dichiarazione. La nostra priorità è intervenire per evitare la perdita di posti di lavoro e aiutare il nostro Piemonte a ripartire».
Commenti positivi, ma necessaria la sospensione della Tari
Soddisfatta Stefania Grandinetti, presidente degli Agriturismi di Campagna Amica del Piemonte. «Molti agriturismi di Campagna Amica in Piemonte - fa sapere - non sono rimasti fermi, sono andati incontro alla clientela preparando e portando a domicilio i pasti».
Positivo anche il commento di Roberto Moncalvo, presidente di Coldiretti Piemonte: «In vista della riapertura, chiediamo alla Regione di considerare l’agriturismo, come già precedentemente fatto, al pari degli alberghi e di altri tipologie di strutture ricettive al fine di poter permettere il pernottamento di coloro che possono muoversi, per comprovate esigenze, nell’ambito della regione. Infine, proprio a fronte delle grosse perdite subite dal comparto agrituristico, è necessario prevedere la sospensione di specifiche tasse, come la Tari».
Il presidente di Agriturist Piemonte, Lorenzo Morandi, ha chiesto anche «una consistente riduzione dei tributi comunali riferiti alla Tari e all’Imu fino al 31 dicembre 2021 periodo minimo necessario per ricostruire l’immagine turistica italiana».
Questo bonus e’ destinato solo agli agriturismi che fanno ristorazione. Gli agriturismi che fanno B&B e Fattoria didattica non ne hanno diritto. Questa e’ una grave discriminazione perche’ chi fa ristorazione ha almeno potuto effettuare il servizio a domicilio. Per i pernottamenti gli effetti negativi si protrarranno per tutto il 2020.