Gli effetti del cambiamento climatico, con la sempre maggiore frequenza di eventi estremi e catastrofici, si fanno sentire anche sul mercato delle polizze agevolate. Nel 2019 si è raggiunto il record di 8,25 miliardi di valori assicurati, con un incremento del 5,1% rispetto al 2018. È il terzo anno consecutivo di crescita. Segno che gli agricoltori stanno comprendendo l'importanza di proteggere le loro colture da grandine, gelo, siccità, colpi di calore, trombe d'aria, ecc. Ma nel 2019 sono aumentati anche i premi pagati dagli imprenditori agricoli alle compagnie. A metterlo nero su bianco è il report annuale di Ismea sulla gestione del rischio in agricoltura.
Complessivamente il mercato ha coinvolto nel 2019 circa 76mila aziende, di cui quasi 64mila nel comparto vegetali, numero, quest'ultimo, che registra un incremento dell'1,2% sul 2018. La composizione del portafoglio assicurativo - sottolinea l'Istituto - conferma la forte concentrazione dei contratti sulle colture vegetali, la cui quota di mercato si attesta al 72% (5,9 miliardi di €, +4% rispetto al 2018), contro il 16% della zootecnia (1,33 miliardi, +0,4% rispetto al 2018) e il 12% delle strutture (1 miliardo di €, +19,6% sul 2018).
Dal Rapporto emerge nel 2019 una maggiore frequenza dei fenomeni meteorologici avversi, con l'ultima annata, la più calda di sempre dopo il record del 2016, che ha mostrato un'intensificazione degli eventi calamitosi.
Al Nord gran parte del portafoglio ma cresce il Sud
A livello geografico, con riferimento alle uve da vino e alle altre colture, le elaborazioni Ismea confermano il primato delle regioni settentrionali, che per valori assicurati concentrano l’81,4% del totale, quasi 2 punti percentuali in meno rispetto all’anno precedente. È sensibilmente aumentata, di contro, la partecipazione delle regioni meridionali, comprese le isole, che dall’8,2% del 2018 si è spinta al 10,4% (+31,8% i valori assicurati). Rilevante nel Mezzogiorno anche la crescita del numero delle aziende con polizze agevolate che ha superato per la prima volta la soglia delle 10.000 unità (+15,3%).
Uve da vino sempre leader ma crescono pomodoro da industria e mais
L’analisi dei dati disaggregati per le diverse colture conferma il primato delle uve da vino, con 1,8 miliardi di valori assicurati, in crescita del 3,7% sul 2018. Mele e riso, che mantengono rispettivamente la seconda e la terza posizione nella graduatoria per prodotti, perdono lo 0,9 e il 5% su base annua, mentre crescono di oltre il 20% i valori assicurati sia per il mais da granella sia per il pomodoro da industria.
Nel gruppo delle principali colture gli andamenti appaiono divergenti anche in relazione al numero di aziende coinvolte, che si riduce nel caso delle uve da vino, delle mele e del riso, mentre aumenta in maniera anche piuttosto significativa per mais e pomodori da industria. Relativamente alle pere, si evince nel 2019 una diminuzione dei valori assicurati del 27,9%. Un risultato che incorpora però i numerosi casi di “riduzione” (con relativi abbassamenti di valori e premi), legati all’emergenza cimice asiatica, evento non ricompreso nei perimetri di garanzia dei contratti, falsando il confronto con l’anno precedente. Al netto di questi fattori tecnici, una buona approssimazione della tendenza reale è data dalla partecipazione al mercato assicurativo, comunque negativa, che attesta all’8,3% il calo di adesioni da parte delle aziende del settore.
Scorrendo la lista dei prodotti emergono, in relazione ai valori assicurati, andamenti positivi per mais da insilaggio, actinidia e frumento tenero. Cresce anche il mercato assicurativo degli astoni per piante da frutto e delle nettarine, mentre arretrano soia e frumento duro, entrambi in calo di oltre il 20% su base annua.
Polizze agevolate, in crescita i premi pagati alle compagine
L’evoluzione dei premi assicurativi conferma la dinamica già rilevata nel 2018. Per le colture vegetali, in particolare, con un livello record di 486,5 milioni di euro, i premi complessivamente versati alle compagnie sono aumentati del 5,9%, registrando un tasso più sostenuto rispetto alla crescita dei valori per l’ulteriore inasprimento dei costi assicurativi (la tariffa media nazionale dall’8,1% del 2018 è salita all’8,2%).
Ismea: necessaria una riforma dell'intervento pubblico
In questo contesto - segnala lo studio - non appare più rinviabile una riforma dell'intervento pubblico, con particolare riferimento ai rischi catastrofali, prevedendo l'istituzione di nuovi strumenti di gestione del rischio, come ad esempio un Fondo mutualistico nazionale a tutela di tutte le aziende agricole italiane.
La riforma della Pac, sottolinea ancora l'istituto presieduto da Raffaele Borriello, offre inoltre l’occasione per promuovere iniziative finalizzate a migliorare la capacità di intervento pubblico nella stabilizzazione dei redditi degli agricoltori, prerequisito per rafforzare la resilienza delle imprese e per “contabilizzare” le ricadute ambientali positive connesse a un migliore presidio del territorio, in piena aderenza agli obiettivi della strategia Ue per una crescita sostenibile, meglio nota come Green Deal europeo.