Minori quantità, dal 15 al 30 per cento di produzione compromessa dalle conseguenze del maltempo, discreta tenuta complessiva della qualità: è la CIA Agricoltori Italiani di Capitanata, che sta continuando a monitorare costantemente coi propri tecnici la situazione relativa ai danni da calamità naturali, a stilare le prime stime relative alle stagioni di pomodoro, grano e uva.
“Per tutte e tre le produzioni principali della Capitanata, un bilancio esaustivo lo avremo a fine settembre, ma già oggi è possibile avere un orientamento molto vicino a quello che saranno i risultati finali”, ha dichiarato Michele Ferrandino, presidente provinciale dell’organizzazione in provincia di Foggia.
I NUMERI DEL POMODORO. I danni hanno inciso a macchia di leopardo. La media della produzione per il pomodoro, ad esempio, va da un minimo di circa 600 a un massimo di quasi 1000 quintali per ettaro.
“La piantumazione tardiva in alcune zone, così come lo stop imposto dai diversi nubifragi che si sono verificati a partire da aprile-maggio, avranno una ulteriore conseguenza, vale a dire il protrarsi della stagione, una sorta di ‘tempi supplementari’ che impegnerà sia produttori e lavoratori sui campi sia il lavoro delle industrie di trasformazione”, ha aggiunto Ferrandino. “Nelle zone più colpite dalla pioggia, buona parte del prodotto sta marcendo o è già marcito. Nelle aree che hanno subito un minore carico d’acqua, invece, si riscontra anche una elevata qualità del prodotto”. Prezzi stabili, come da contratto, con un valore massimo riconosciuto pari a circa 10 centesimi al chilo nel caso di pomodori a elevata qualità.
I NUMERI DEL GRANO. Anche nel caso dell’oro giallo del Tavoliere, la produzione è in calo con riduzioni del raccolto tra il 15 e il 20 per cento.
“C’è una minore resa per ettaro, ma la qualità è buona. I contratti di filiera non sempre hanno funzionato e servirà stabilire dei correttivi al sistema, perché gli sforzi di molti produttori sono stati mortificati da chi non ha rispettato gli impegni”. In Italia, sono arrivati circa 8 milioni di quintali di grano dall’estero. Dalle campagne 2016 e 2017, restano invenduti e stipati nei silos ancora 400mila quintali di prodotto. “E’ ridicolo l’allarme che si sta lanciando in questi giorni, paventando un rincaro di circa 25 euro l’anno per ogni consumatore italiano su pasta, pane e prodotti da grano: la gente deve sapere che, se rincari dovessero esserci, di certo non sono dovuti ai produttori”, ha spiegato Ferrandino.
I NUMERI DI UVA E VINO. Il maltempo ha inciso pesantemente sulle quantità prodotte, compromettendo fino a circa il 30% della produzione di uva da tavola nel sud della daunia e nella Bat.
“In alcune zone”, ha spiegato Andrea Iaffaldano, componente della giunta provinciale di Cia Capitanata, “i nubifragi e la grandine hanno innescato fitopatologie capaci di compromettere buona parte della produzione attesa. Probabilmente, confermeremo i livelli produttivi dello scorso anno che, a differenza dell’attuale campagna vitivinicola, furono condizionati dalla siccità. Sia la qualità dell’uva da tavola sia quella dell’uva da vino, tuttavia, si annunciano di buon livello”, ha concluso Iaffaldano.