RaF Italia per rilanciare la filiera del bosco italiano

foreste
E’ stato presentato a Roma il primo Rapporto nazionale sullo stato delle foreste e del settore forestale in Italia (RaF Italia) realizzato dal Crea, con il suo centro di Politiche e Bioeconomia. Obiettivo: rafforzare la conoscenza e la sensibilizzazione sociale e politica sul tema e la sua integrazione nei processi decisionali internazionali e nazionali.

I boschi italiani rappresentano la più grande infrastruttura verde del nostro Paese. Con i suoi 11 milioni di ettari (circa il 36,4% della superficie nazionale), oltre 400 mila persone coinvolte nel settore produttivo e servizi ambientali quali l’assorbimento del carbonio, la difesa del suolo, il contrasto del dissesto idrogeologico, la regolazione della qualità di acqua e di aria, la conservazione della biodiversità, le foreste italiane rappresentano uno straordinario patrimonio sia per la ricchezza biologica, culturale e sociale, nonché occupazionale. Per tutti questi aspetti è essenziale per il sistema Paese valorizzarlo e conservarlo, attraverso una corretta gestione e una pianificazione attiva.

Il RaF Italia (Rapporto nazionale sullo stato delle foreste e del settore forestale, 2017-2018), redatto per rispondere al mandato conferito dall’15, com. 3 del “Testo unico in materia di foreste e filiere forestali” (D.lgs n.34 del 2018), è stato realizzato dal Crea, con il suo centro di Politiche e Bioeconomia, sotto l’egida della Direzione generale delle foreste del Mipaaft, nell'ambito delle attività della Rete Rurale Nazionale 2014-2020. Un importante contributo è stato offerto anche dell’Istat e dal Cufa (Commando dei Carabinieri per la Tutela Forestale, Ambientale e Agroalimentare).

Con il RaF più dati per rilanciare la filiera

Il Rapporto, presentato a Roma nella sede del Cnr, è una sorta di numero zero con il quale si è fatto un primo quadro dei dati disponibili e dei soggetti che ne sono in possesso, con l'intento di accrescere le conoscenze e le informazioni riguardanti la materia foreste e filiere forestali nazionali, dando avvio a un nuovo processo di aggiornamento per le indagini statistiche in materia, con specifica attenzione alle necessità conoscitive europee e internazionali.

Questo strumento conoscitivo rappresenta dunque un primo passo importante per il rilancio della filiera del bosco, strategica per il nostro Paese e in particolare per le aree montane e più svantaggiate, e sarà base concreta sulla quale elaborare una strategia forestale nazionale nei prossimi anni.

Alessandra Stefani

«Il Rapporto colma una lacuna nella conoscenza del sistema foresta-legno che finalmente può essere analizzato e divulgato. Frutto di un intenso lavoro di squadra, il RaF, fotografa un settore vivace e in evoluzione verso la modernità. E’ un lavoro a vantaggio delle generazioni presenti e future. Un ringraziamento speciale al prezioso contributo dei 214 esperti e professionisti che hanno collaborato al progetto», ha dichiarato il Direttore generale delle foreste del Mipaaft, Alessandra Stefani.

L’appello di Agrinsieme “Ora attuare il Testo Unico in materia”

«I nostri boschi, quando opportunamente gestiti, rappresentano una risorsa preziosa per l’uomo e per l’ambiente, da cui è possibile trarre risorse rinnovabili fondamentali per lo sviluppo della bioeconomia, oltre a rappresentare un elemento caratterizzante del nostro paesaggio. Per queste ragioni, le superfici forestali nazionali, che per più del 60% sono di proprietà privata, devono essere opportunamente valorizzate e salvaguardate», sottolinea Agrinsieme, il coordinamento che riunisce Cia-Agricoltori italiani, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari.

«A tal fine, occorre una armonizzazione e semplificazione delle autorizzazioni per gli interventi selvicolturali, la digitalizzazione delle pratiche forestali, adeguate risorse nella nuova programmazione di sviluppo rurale volte a sostenere e certificare una gestione forestale sostenibile», aggiunge il Coordinamento.

«In questo ambito, è inoltre fondamentale che i dicasteri di competenza, di concerto con le Regioni, si impegnino a finanziare l'ammodernamento della viabilità forestale, essenziale per la sicurezza degli operatori. Gestire il bosco significa valorizzare biomasse e territori, favorendo nuove opportunità di occupazione e andando a contrastare gli effetti del cambiamento climatico. Per tali ragioni, e tenuto conto delle evidenze del RaF Italia, il Coordinamento invita i ministeri coinvolti nella redazione del Piano nazionale per l’energia e il clima (PNIEC) a rivalutare il ruolo del settore forestale nell’ambito della strategia climatica al 2030, riconoscendo al settore le sue potenzialità in termini di produzione di biomasse legnose e di assorbimento di CO2», continua Agrinsieme.

«Un’altra grande opportunità per il rilancio del settore viene poi dal Testo Unico in materia di foreste e filiere forestali, per la cui attuazione è fondamentale una stretta concertazione e un confronto continuo con le organizzazioni che rappresentano la proprietà privata delle nostre foreste», conclude il Coordinamento.

L’agroforestazione combina esigenze produttive e ambientali

L’agroforestazione o agroselvicoltura è l’insieme dei sistemi agricoli che vedono la coltivazione di specie arboree e/o arbustive perenni, consociate a seminativi e/o pascoli, nella stessa unità di superficie.

Nei paesi ad agricoltura intensiva, quali quelli dell’Ue, a partire dagli anni '50-'60 dello scorso secolo, la meccanizzazione agricola e la tendenza alla monocoltura hanno determinato una drastica riduzione dei sistemi agroforestali che erano invece la norma in passato (es. seminativi arborati, pascoli arborati, ecc.). Sistemi tradizionali sono ancora presenti in vaste aree dei paesi del Mediterraneo, tra cui l’Italia, soprattutto nelle aree più marginali e meno vocate all’agricoltura intensiva.

Nel consociare alberi e colture/allevamenti sulla stessa superficie, l’agroforestazione combina esigenze produttive e ambientali consentendo:

  • Una produttività complessiva superiore rispetto alla somme delle monocolture equivalenti;
  • Di diversificare la produzione agricola;
  • Di diminuire le necessità di input esterni (concimi, fitofarmaci, ecc.);
  • Di migliorare la fertilità del suolo, la qualità delle acque e del paesaggio;
  • Di incrementare la  biodiversità direttamente (aumentando le specie coltivate) e indirettamente (aumentando flora e fauna ospitanti nel sistema).

(Fonte dati Agroforestry: Crea Politiche e Bioeconomie, Rrn).

RaF Italia per rilanciare la filiera del bosco italiano - Ultima modifica: 2019-06-04T15:56:51+02:00 da Laura Saggio

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