Le mosche della frutta sono ditteri che appartengono alla famiglia dei Tefritidi comprendente circa 5mila specie raggruppate in 500 generi ampiamente diffusi nelle aree tropicali, sub tropicali e temperate.
Fra queste ce ne sono molte di grande interesse agrario perché, allo stato larvale, sono fitofaghe, adattate a vivere nutrendosi della polpa dei frutti maturi. Le specie appartenenti a questa famiglia possono passare da una stretta monofagia come, ad esempio, la mosca dell’olivo (Bactrocera oleae) a un’ampia polifagia come la mosca mediterranea della frutta (Ceratitis capitata) che è in grado di attaccare oltre 250 piante ospiti.
Quattro specie più pericolose
Molte specie hanno una diffusione circoscritta e un’importanza locale; tuttavia, alcuni di questi Ditteri Tefritidi hanno una importanza economica mondiale per la diffusione su più continenti e per l’entità dei danni che arrecano all’agricoltura per cui l’Unione europea li ha inseriti nell’elenco delle specie da quarantena prioritarie.
Tratto da L’occhio del Fitopatologo di Terra e Vita
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In questo elenco ci sono 4 specie di mosche della frutta esotiche che non sono mai state rilevate nel territorio dell’Unione o che sono presenti in una parte limitata di tale territorio o in casi sporadici, irregolari, isolati e non frequenti. Inoltre, sono specie che hanno un potenziale impatto economico, ambientale o sociale più grave rispetto ad altri organismi nocivi da quarantena. Le specie sono Bactrocera dorsalis e Bactrocera zonata di origine asiatica, di Anastrepha ludens e Rhagoletis pomonella originarie del continente americano.
Rischio d’introduzione in aumento
Al giorno d’oggi il rischio di una involontaria introduzione in Italia e in Europa di specie esotiche di mosca della frutta è in grande aumento in quanto i trasporti aerei facilitano lo spostamento da un continente all’altro di frutta esotica matura, sempre più richiesta sulle tavole degli italiani. I tempi sempre più brevi con cui questi trasporti avvengono, rendono possibile l’involontaria introduzione di popolazioni di mosche esotiche nascoste come larve all’interno dei frutti destinati ai mercati ma anche all’interno dei frutti che viaggiano impropriamente infrattati nelle valigie dei comuni viaggiatori.
A livello europeo nel periodo 2013-2018 ci sono state 157 intercettazioni per la sola Bactrocera dorsalis su mango (specie vegetale più a rischio con 108 notificazioni), annona e papaia. Le intercettazioni avvenute in Italia hanno riguardato sia prodotti ortofrutticoli appartenenti a spedizioni commerciali, sia frutti introdotti sul territorio nazionale all’interno di bagagli a seguito di passeggeri provenienti da Paesi quali il Bangladesh e lo Sri Lanka.
Tratto da L’occhio del Fitopatologo di Terra e Vita
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Programma di sorveglianza
Per rilevare tempestivamente l’eventuale presenza di popolazioni anche esigue di queste piccole mosche, in tutta Italia è stato attivato un capillare programma di sorveglianza del territorio eseguito con modalità comuni per tutte le aree frutticole a rischio. In ogni regione sono state installate delle trappole Rebell gialle innescate con uno specifico attrattivo (ad es. Methy eugenolo) posizionate nelle vicinanze dei punti di entrata (porti e aeroporti) e dei magazzini che lavorano frutta esotica o comunque proveniente da zone a rischio.
Pericolo B. dorsalis
Bactrocera dorsalis è un dittero tefritide da quarantena, originario dell’Asia tropicale che è inserito nella lista A1 dell’Eppo ed è conosciuto come una delle specie invasive più pericolose per l’agricoltura. L’insetto attualmente risulta diffuso in almeno 65 paesi, soprattutto asiatici, ma che comprendono anche alcune parti dell’America e dell’Oceania e la maggior parte dell’Africa continentale (paesi sub-sahariani).
Il rischio fitosanitario rappresentato da questa mosca esotica è sicuramente elevato in quanto B. dorsalis, è una specie molto polifaga con oltre 300 specie vegetali attaccate molte delle quali presenti sui nostri territori. Infatti, oltre alla frutta tropicale (avocado, mango e papaya), la mosca orientale della frutta può attaccare tutte le principali colture frutticole (sia pomacee sia drupacee) e gli agrumi. Inoltre, nei territori in cui è stata accidentalmente introdotta e in presenza di temperature favorevoli, B. dorsalis ha dimostrato di essere molto competitiva verso le specie locali, occupandone la nicchia ecologica e diventando rapidamente la specie chiave per la difesa di molte colture frutticole.