Le Politiche agricole le conosce bene, e anche il ministero di via XX Settembre non ha segreti per lei. Alessandra Pesce, giovane sottosegretario di questa XVIII legislatura, è forse uno dei componenti con maggiore esperienza specifica nella squadra del Ministro Gian Marco Centinaio. La persona giusta a cui affidare le missioni più difficili e i nodi più ingarbugliati del settore primario.
Sottosegretario Pesce, lei ha ricevuto deleghe pesanti. Tra le altre l’ortofrutta, la filiera dei cereali e delle olive, l’innovazione, il lavoro. Quale ritiene la sfida più difficile?
«Sono molto soddisfatta e ritengo che ci sia un filo conduttore, sono tutti tasselli di un puzzle più grande: sostenere e rendere più moderno il made in Italy agroalimentare equivale ad avere un’economia più forte, imprese competitive sui mercati, filiere pulite e dare opportunità ai nostri giovani. La vera sfida è rendere possibile tutto questo e io non mi sono mai spaventata davanti alle sfide».
Italia Xylella free, un obiettivo difficile
Si sta occupando anche di Xylella, una vera peste per l’olivicoltura e il paesaggio del Salento con rischi concreti di diffusione a macchia d’olio. Come bisogna procedere?
«Vogliamo che l’Italia sia Xylella free. Lo ha ribadito anche il ministro Centinaio in visita in Puglia nei giorni scorsi. Perché questo significa salvare la nostra olivicoltura e tutelare i nostri produttori. Vorrei anche che l’attenzione si concentrasse proprio sul rilancio del nostro comparto olivicolo, perché spesso dalle emergenze si costruisce la rinascita».
Una stagione di riforme in sinergia con la filiera
Pochi giorni fa in rappresentanza del suo Ministero ha risposto al question time in Commissione Agricoltura. Quali sono le sue impressioni?
«Il QT è un momento importante per affrontare tematiche di interesse dei parlamentari e portare a loro conoscenza le iniziative di governo sul tema, anche chiarendo questioni applicative e urgenti. Nello specifico ho riscontrato che in Commissione esiste una volontà comune di remare insieme per rendere più competitivo l’agroalimentare italiano».
Con questo Parlamento si potranno portare a termine le riforme che realmente servono all’agroalimentare italiano?
«È l’obiettivo che ci siamo posti. E per farlo serve un grande lavoro di squadra. Quando dico così intendo non solo da parte delle forze politiche, ma anche delle associazioni di categoria e di tutti i protagonisti della filiera, ognuno per le sue competenze».
Investire in ricerca e formazione
Perché l’innovazione è imprescindibile per la sopravvivenza dell’agricoltura italiana?
«Investire nell’innovazione vuol dire investire nella ricerca e nella formazione per favorire la produzione e lo sviluppo. E questo modello ci consente di guardare con fiducia all’agroalimentare del futuro, dove competitività e sostenibilità sono due punti fermi. L’innovazione ci consente di migliorare la qualità dei nostri prodotti, di garantire trasparenza ai nostri consumatori, di avere una marcia in più sui mercati e aprire anche nuove strade. Penso ad esempio al web o alle infinite possibilità offerte dall’agricoltura di precisione».
Alessandra Pesce a Foggia per Nova in Campo 2018, iniziativa dedicata all’innovazione applicata organizzata da Edagricole. Al suo fianco Salvatore Parlato, presidente Crea
I risultati si ottengono lavorando in squadra
Quali sono i suoi rapporti con le Confederazioni? Con chi si trova maggiormente d’accordo?
«Con tutte. Ho richiesto e immediatamente trovato un’ampia collaborazione. Se vogliamo incidere sullo sviluppo del sistema agroalimentare e della nostra agricoltura dobbiamo contare sul contributo di tutti gli stakeholder».
E con il ministro Centinaio? Siete insieme in maggioranza ma venite da partiti diversi…
«Ho trovato un vero spirito di cooperazione e un comune sentire. Sono convinta che siamo una buona squadra».
Ceta sotto esame
Tutti gli attori della filiera concordano nel chiedere una maggiore tutela del Made In Italy, sul Ceta però sono divisi. Cosa intendete fare?
«Non c’è nessuna fretta di portare il Ceta in Aula. Bisogna capire - conti alla mano - quali sono i reali vantaggi per il nostro Paese, chi viene penalizzato e eventualmente come si possa ancora intervenire. Le priorità devono essere la tutela delle nostre eccellenze enogastronomiche e la sicurezza di ciò che finisce sulle nostre tavole».
È un rischio concreto la delibera dell’Oms in discussione il 27 settembre all’Onu che penalizzerebbe molte tipicità del made in Italy oppure una fake news?
«Lo verificheremo a settembre ma una cosa è certa: siamo pronti a difendere i nostri prodotti in tutti i modi e in tutte le sedi e allo stesso tempo valutiamo una strategia proattiva a garanzia del made in Italy».
Lotta alle pratiche sleali
L’Ue si sta occupando di pratiche commerciali sleali troppo spesso messe in atto da multinazionali e grande distribuzione a danno di piccoli e medi produttori. Come intendete tutelarli?
«Questa è una nostra priorità. Mercati più giusti e regole certe. Lo abbiamo ribadito a Bruxelles e Lussemburgo e continueremo su questa strada, facendo sentire forte la nostra voce in Europa. Per questo appoggiamo l’iniziativa del Parlamento europeo che contrasta le pratiche sleali e le Commissioni parlamentari sono al lavoro per rafforzare il testo».
Chi è Alessandra Pesce
Nata a Roma, laureata in Economia e Commercio, Alessandra Pesce ha conseguito un Dottorato di ricerca in Agricoltura Istituzioni e Ambiente per lo Sviluppo Economico, è dirigente di ricerca presso il Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria (CREA). Nel 2006-2009 è stata responsabile del settore di ricerca sullo sviluppo rurale e dal 2009 al giugno 2014 è stata responsabile del settore ricerche macro-economiche e congiunturali.
Si è occupata dell’applicazione delle politiche di sviluppo rurale e di sostegno al settore agricolo, con analisi di impatto e di verifica dei risultati. I suoi lavori sono stati presentati su tavoli internazionali. È autrice di oltre un centinaio di pubblicazioni scientifiche e ha curato e presentato il Rapporto sullo Stato dell’Agricoltura, uno strumento di analisi e riflessione sull’andamento dell’agro-alimentare in Italia.
Ha fatto parte della Segreteria tecnica del viceministro delle politiche agricole alimentari e forestali Andrea Olivero nel precedente Governo.
Nel febbraio 2018 è stata presentata come ministra dell'Agricoltura di un eventuale governo guidato da Luigi Di Maio in caso di vittoria del Movimento 5 Stelle. Nel giugno dello stesso anno diventa sottosegretario alle politiche agricole alimentari e forestali del Governo Conte.