«Eima è la migliore occasione per parlare di sicurezza in agricoltura, qui infatti si incontrano tutti gli operatori del settore, le istituzioni, la stampa e il mondo dell’istruzione», con queste parole Alessandro Malavolti, presidente FederUnacoma, lancia il “Progetto Sicurezza FederUnacoma” in occasione della 43esima Fiera della meccanizzazione agricola a Bologna.
All’incontro dedicato alla presentazione del progetto si è parlato di sicurezza delle macchine agricole: trattrici, macchine e attrezzature sono strumenti che agricoltori, ma anche contoterzisti, utilizzano quotidianamente e la tutela dell'operatore deve sempre essere garantita.
Il problema che affligge l’Italia? La vecchiaia
Il parco macchine presente nel nostro Paese è caratterizzato da macchine con un’età media di 30-40 anni che, in particolare nel settore agricolo e forestale, causano circa 200 incidenti mortali ogni anno dovuti principalmente all’obsolescenza dei mezzi, alla non conformità e alla distrazione. Gli incidenti coinvolgono specialmente operatori di età superiore ai 66 anni.
«Tra le aziende agricole un certo ricambio di macchine vecchie c’è, tuttavia su circa 56mila mezzi acquistati solo 19mila sono nuovi e ben 37mila sono macchine usate con un’età media di 20 anni, cosa che non garantisce assolutamente l’incolumità dell’operatore. Le campagne informative sono fondamentali. Bisogna lavorare sulla cultura - sottolinea Malavolti – presso FederUnacoma è stato istituito uno sportello informativo presso il quale tutti gli operatori possono avere informazioni precise sulle procedure di revisione delle macchine vecchie, sulle agevolazioni per l’acquisto, sull’aggiornamento professionale e sul conseguimento del patentino».
Serve il decreto attuativo sulla revisione
Anche Roberto Zalambani, presidente di Unaga, Matteo Ansanelli di Copa/Cogeca e Vincenzo Laurendi del dipartimento Innovazioni e sicurezza impianti Inail hanno partecipato all’incontro e tutti hanno spinto nella stessa direzione: dobbiamo rinnovare il parco macchine, servono macchine conformi e per questo serve la revisione. «Non è accettabile che un milione di macchine, in un contesto di produzioni di qualità come quello italiano, sia ancora non conforme» ha affermato Zalambani.
«Speriamo che il decreto attuativo sulla revisione esca davvero come promesso entro la fine dell'anno in corso o al massimo entro primavera», ha aggiunto Vincenzo Laurendi.
Ma c’è anche chi mette in campo nuove idee, Ansanelli propone due alternative alla revisione: «Il parco macchine italiano è troppo grande per essere interamente revisionato, bisognerebbe pensare a soluzioni innovative, come il "carsharing" anche per il mondo agricolo o a macchine senza operatori».