Agricoltura 4.0, Pnrr, Fondo complementare, nuova Pac, Legge di Bilancio, difesa delle nostre eccellenze in Ue.
Il futuro del settore primario si compone oggi di molteplici sfide da portare a termine. Un futuro complesso che potrà contare su risorse mai viste prima, ottenute sia in ambito europeo, sia nelle programmazioni nazionali.
Dal Piano Nazionale Transizione 4.0, che ha aperto al settore primario il mondo dell’innovazione tecnologica e digitale, passando per i contratti di filiera e la valorizzazione del comparto ittico e forestale.
Dal fondo complementare al Pnrr al duro negoziato a Bruxelles per definire la nuova Pac. Dalla Legge di Bilancio che stanzia risorse doppie e triple rispetto agli scorsi anni, alle battaglie contro il Nutriscore e in difesa delle nostre Dop e Igp, fino alle nuove normative sulle pratiche sleali.
Editoriale di Terra e Vita 1/2022
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Il filo rosso che tiene insieme questa molteplicità di iniziative politiche è sempre lo stesso: la difesa e al tempo stesso la diffusione dei principi della dieta mediterranea, da oltre dieci anni riconosciuta quale Patrimonio culturale immateriale dell’umanità.
Un aspetto che mai sottovaluteremo e intendiamo continuare a contrastare è infatti costituito da quella che viene definita “omologazione alimentare”, esemplificata da un’unica dieta universale di livello globale. Se pur di strategie stiamo parlando, possiamo fin da subito affermare che “one health” non equivale a “one diet”, come ho più volte avuto modo di evidenziare nella mia azione politica in ambito comunitario.
Con questi principi abbiamo costruito misure ad alto impatto, volte a non smarrire l’unicità e la distintività delle nostre produzioni, ma al contempo pensate per scalare ulteriormente i mercati internazionali.
Una su tutte è costituita dal potenziamento dei contratti di filiera, su cui investiremo 1,2 miliardi di euro.
Sempre in ambito di Pnrr, la logistica agroalimentare beneficerà di 800 milioni; l’agri-solare di 1,5 miliardi; la meccanizzazione di mezzo miliardo; gli interventi irrigui di 880 milioni. E con le altre progettualità, alcune condivise con il MiTE, arriveremo a triplicare le risorse prima destinate all’agricoltura, passando da 2,5 a 7,9 miliardi.
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Di pari passo va la Legge di Bilancio, che tra le altre porta in dote una misura molto attesa. Gli ordinari strumenti di gestione del rischio sono stati potenziati con l’attivazione del nuovo “Fondo di mutualizzazione nazionale sulle emergenze catastrofali”.
L’obiettivo è quello di far sì che le imprese agricole, colpite dai danni provocati da siccità, alluvioni, gelate e altre calamità, ricevano sostegni certi e in tempi più celeri. Il nuovo Fondo potrà contare fino al 2027 su 691,5 milioni di euro previsti in Legge di Bilancio, nonché su finanziamenti Feasr e sul 3% della quota di risorse proveniente dai pagamenti diretti della Pac.
Infine, l’agricoltura non avrà futuro se non investiamo sui giovani, sulle nuove professionalità, su coloro che possono mettere a disposizione del settore competenze innovative e dinamiche multifunzionali.
Nella Legge di Bilancio, per citare un ultimo dato, abbiamo stanziato oltre 80 milioni di euro per favorire prestiti e finanziamenti agevolati a favore dell’imprenditoria femminile e giovanile.
Il settore primario può e deve diventare maggiormente competitivo sul mercato globale, essere primo veicolo delle nostre eccellenze nel mondo e incidere fortemente sull’occupazione e sulla crescita. E questo è possibile se, prima di tutto, diventa attrattivo per le nuove generazioni.
di Stefano Patuanelli
Ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali