Acceleratori di fotosintesi per migliorare la qualità e la colorazione delle mele

acceleratori di fotosintesi
Le prove condotte su melo hanno avuto come obiettivo quello di migliorare la produzione in termini di peso medio, calibro e durezza frutti, e di ridurre i fenomeni di clorosi (carenza di calcio) che è direttamente collegata alla manifestazione della butteratura amara

Gli interventi strategici nel settore agricolo per far fronte ai cambiamenti climatici sono piuttosto noti. È da due anni che si sente parlare delle strategie farm to fork e biodiversity e dei possibili impatti. Queste linee programmatiche, per raggiungere i più ampi obiettivi previsti dall’Agenda 2030, impongono all’agricoltura i seguenti traguardi:

  • Riduzione del 50% dell’uso di agrofarmaci e antibiotici in allevamento entro il 2030 (in Italia dal 2002 siamo già arrivati a una riduzione del 32%, ovvero - 3.470 t/anno);
  • Sviluppo della superficie a biologico fino al 25% delle aree agricole totali (a livello europeo siamo al 15% mentre a livello nazionale, per raggiungere il 25% di superficie biologica nel 2030, servono ancora 900mila ettari di terreno con un tasso di crescita annuo del 4%);
  • Riduzione del 50% delle perdite di nutrienti e riduzione del 20% dell’impiego di concimi chimici;
  • Destinazione del 10% di superfici ad aree per lo sviluppo della biodiversità.

L’intero settore, da chi coltiva a chi produce mezzi tecnici, si domanda come fare per poter rispondere a questi obiettivi avendo ormai poco margine di manovra. A questa domanda hanno provato a dare risposta Milena Crotti e Andrea Pedrazzini di Diachem Italia attraverso le varie puntate del nuovo podcast “Fatti di Terra – Voci dal mondo dell’agricoltura” e insieme a Milena Petriccione del CREA attraverso un incontro organizzato a Interpoma 2022 dove sono stati approfonditi anche i risultati dell'impiego degli acceleratori di fotosintesi.

acceleratori fotosintesi
Incontro Diachem in occasione di Interpoma

Investire in ricerca

«Diversi studi Usda, Jrc, Wageningen University e Cau hanno valutato gli impatti dell’applicazione delle strategie europee – spiega Milena Crotti – e i risultati sono stati concordi e allarmanti: riduzione modelli delle produzioni del 10-30% con conseguente aumento dei prezzi dei prodotti agricoli del 10-60% con il rischio di aumentare l’import da Paesi che non hanno gli stessi obblighi imposti dall’Europa; riduzione delle emissioni GHG (del 20,3%-29%) a livello europeo prevedibilmente vanificate a livello globale e aumento dell’insicurezza alimentare per almeno 22 milioni di persone sono solo alcune delle conseguenze.

Servono quindi delle soluzioni su più fronti: prodotti alternativi; sviluppo delle moderne tecniche genetiche (TEA); applicazione tecniche di precisione e sviluppo della ricerca. Diachem investe ogni anno il 5% del proprio fatturato in attività di ricerca e di sperimentazione in campo per formulare e registrare nuovi prodotti sempre più sostenibili per la difesa (marchio Chimiberg) e per la nutrizione (marchio Diagro) delle piante. Un esempio di questa intensa attività di ricerca è rappresentato dai prodotti acceleratori di fotosintesi».

La nutrizione del melo

Gli obiettivi della concimazione sono diversi in funzione delle fasi di sviluppo del meleto. Nei primi anni di impianto è importante favorire la formazione della pianta, durante la fase produttiva è bene stimolare l’allegagione e la formazione di frutti di qualità. L’apporto di sostanze nutritive è fondamentale anche per scongiurare il manifestarsi di fisiopatie o di filloptosi precoce. Nel caso del melo queste diverse funzioni vengono svolte attraverso l’apporto equilibrato e differenziato (tenendo conto cioè delle caratteristiche del suolo e delle asportazioni) di azoto, fosforo, potassio, calcio e magnesio. Elementi integrati con altri prodotti nutrienti a supporto dei normali processi fisiologici delle piante. Un composto particolarmente interessante sembra essere l’ALA ovvero l’acido 5-aminolevulinico, un precursore della clorofilla, che favorisce la fotosintesi.

Milena Petriccione del Crea ha illustrato i risultati ottenuti dalla sperimentazione dei prodotti Diachem a base di ALA su diverse cv di melo, in particolare su Gala Venus Fengal e Fuji Kiku in Trentino – Alto Adige e Annurca Rossa del Sud in Campania. «Abbiamo testato l’effetto dell’ALA sulle caratteristiche bio-agronomiche, sui parametri chimico-fisici (colore, durezza, residuo secco rifrattometrico, acidità titolabile e pH), sulle caratteristiche nutraceutiche (polifenoli, flavonoidi, antociani, attività antiossidante) e sulle caratteristiche enzimatiche (catalasi, superossido dismutasi). I trattamenti hanno dato risultati molto positivi:

  • hanno migliorato in maniera evidente la colorazione dei frutti;
  • hanno aumentato il contenuto dei composti bioattivi ad azione antiossidante;
  • hanno ridotto i tempi di arrossamento in melaio per la cv Annurca Rossa del Sud (fase molto onerosa);

Le applicazioni di prodotti a base di ALA costituiscono attualmente un interessante campo di ricerca in frutticoltura e certamente le prove sperimentali suggeriscono l’inserimento dei prodotti a base di 5-ALA nelle strategie aziendali per l’incremento degli standard qualitativi del prodotto finale».

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I prodotti Diachem acceleratori di fotosintesi

Le prove condotte su melo hanno avuto come obiettivo quello di migliorare la produzione in termini di peso medio, calibro e durezza frutti, e di ridurre i fenomeni di clorosi (carenza di calcio) che è direttamente collegata alla manifestazione della butteratura amara.

«Gli acceleratori di fotosintesi contengono l’acido 5-amino levulinico (ALA), ovvero un aminoacido presente normalmente in tutti gli organismi viventi (piante e animali, compreso l’essere umano). Nelle piante è un aminoacido intermedio di una serie di reazioni biochimiche legate al processo fotosintetico, in particolare è un precursore del tetrapirrolo costituente fondamentale della clorofilla – spiega Andrea Pedrazzini -. L’aumento del contenuto di clorofilla nelle piante induce una più elevata attività fotosintetica che contribuisce ad aumentare l’induzione fiorale, la resistenza a fattori ambientali di stress, aumentare la resistenza alla salinità e a ridurre i nitrati. L’aumento del contenuto enzimatico nella pianta ha come conseguenza un maggiore e più efficiente assorbimento radicale. In che modo? Ala entra direttamente nella sequenza di sintesi della clorofilla, catalizzando il processo di fotosintesi clorofilliana.

Gli Ala dunque portano a un aumento dell’intera attività fisiologica e produttiva della coltura:

  • Anticipi di raccolta;
  • Miglioramenti quantitativi e qualitativi (miglior allegagione, incremento calibri, maggior uniformità di pezzatura, riduzione delle fisiopatie da conservazione);
  • Incrementa la resistenza agli stress (freddo, salinità).

Gli unici formulati presenti sul mercato nazionale a base di Acido 5-aminolevulinico (ALA) sono: Pentac-5ala; Pentacalcium; Pentac Rice. I prodotti possono essere applicati su un vasto numero di colture per via fogliare e per via radicale.

Leggi l’approfondimento sul sito di Diachem Italia
e scarica le presentazioni di Petriccione e Pedrazzini

Acceleratori di fotosintesi per migliorare la qualità e la colorazione delle mele - Ultima modifica: 2022-11-24T16:00:38+01:00 da Sara Vitali

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