Andamenti e previsioni sugli impieghi di mezzi tecnici per l’agricoltura sono elementi utili per gli utilizzatori finali. Poter sapere in tempo quasi reale com’è andato il mercato, quali sono le tendenze, in che direzioni si muovono gli interessi degli anelli a monte della catena distributiva, costituiscono importanti fattori di giudizio per le scelte degli agricoltori.
Non si tratta solo di capire se un certo tipo di concime sarà facilmente reperibile sul mercato ma anche di intuire in anticipo quali sono i trend e i prodotti innovativi da poter acquistare prima che i prezzi salgano per adeguarsi, semmai, alla domanda crescente.
Una realtà “deformata”
Purtroppo i dati Istat relativi ai consumi di fertilizzanti non sempre riescono a rappresentare la realtà. Nello “Speciale Fertilizzazione” del numero 1 di Terra e Vita (pag. 36) si è dato ampio spazio ai dati relativi ai consumi Istat nel 2014. Ovviamente l’Istituto agisce, da sempre, secondo regole stabilite anni addietro. La presenza di dati poco attendibili si manifesta sia a livello macroscopico sia, ancor di più, quando si scende nel dettaglio del dato provinciale.
Ad esempio, relativamente alla Lombardia, i consumi attribuiscono 17 t di perfosfato semplice alla provincia di Milano e 19 di perfosfato triplo a quella di Mantova. Considerando che un autotreno pesa circa 30 t, sembra impossibile che un commerciante di quelle provincie non arrivi ad acquistare nemmeno un camion.
Nel grafico a colonne (fig. 1) vediamo, ad esempio, i dati Istat relativi ai consumi valutati in termini di unità fertilizzanti. Qualche evidente similitudine si apprezza per fosforo e potassio mentre qualcosa non quadra quando si vedono le variazioni annue di azoto e sostanza organica. Per l’azoto non vi sono variazioni colturali né dosi di applicazione che possono giustificare il sali-scendi dei consumi tra il 2008 ed il 2012 con i dati 2009 e 2010 assolutamente lontani dalla realtà. Allo stesso modo è inspiegabile la riduzione del consumo di sostanza organica tra il 2011 ed il 2014 dopo un trend in continua ascesa.
Attenzione agli usi impropri
Ribadiamo il concetto che non vogliamo demonizzare il lavoro dell’Istat ma ci preme segnalare agli addetti ai lavori che quei numeri non sono “oro colato” e non possono essere usati per impostare politiche regionali o nazionali correlate, ad esempio, alla direttiva nitrati.
Un’altra pericolosa deriva, legata al presupposto che i dati Istat siano corretti e indiscutibili, è quella di giungere a conclusioni inevitabilmente errate visto che fondate su presupposti non corretti. È il caso ad esempio di una pubblicazione del Centro Studi di Confagricoltura in cui si legge, tra l’altro, che la riduzione del 36% dell’impiego dei concimi minerali di sintesi non ha avuto effetti negativi sulle rese. A seguire si stabilisce, però, che l’incremento della produttività può essere legato all’aumento del 256% della distribuzione di ammendanti e correttivi. La nostra critica è rivolta proprio a tali facili conclusioni che potrebbero addirittura influenzare le scelte degli agricoltori italiani facendo credere loro che è davvero possibile sostituire i concimi con gli ammendanti.
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