La ciliegia del futuro? Coperta e (anche) bio

Sta procedendo uno studio specifico da parte del Consorzio fitosanitario di Modena e del Servizio fitosanitario regionale Emilia-Romagna, in collaborazione con il Consorzio della ciliegia di Vignola Igp e Unibo

La ciliegia del futuro? Sarà sempre più sostenibile, senza rinunciare alle pezzature e alla produttività. Questo, in estrema sintesi, è quanto emerso dalla presentazione dei dati, ancora parziali, di uno studio che il Consorzio fitosanitario di Modena e l’Università di Bologna stanno conducendo in collaborazione con il Consorzio della Ciliegia di Vignola Igp. Quest’ultimo, infatti, ha messo a disposizione il proprio campo sperimentale di Vignola (Modena) per il “Programma sperimentale per la difesa integrata del ciliegio da Drosophila suzukii e fisiopatie”, un progetto che è stato presentato ai produttori di Ciliegia di Vignola Igp durante l’assemblea annuale del Consorzio.

Presenti tra gli altri, nell’occasione, il presidente e il direttore del Consorzio, rispettivamente Andrea Bernardi e Walter Monari, l’assessore all’Agricoltura della Regione Emilia-Romagna, Alessio Mammi, e i ricercatori che stanno portando avanti lo studio: Luca Casoli, direttore del Consorzio fitosanitario provinciale di Modena, insieme ai colleghi Stefano Caruso e Giacomo Vaccari, nonché a Luigi Manfrini dell’Università di Bologna.

Il progetto

«Il progetto di studio relativo alla gestione integrata del ciliegio – ha spiegato Casoli – sta entrando nel quarto anno del programma di lavoro. Analogamente ad altre colture frutticole, anche per il ciliegio il controllo attraverso l’integrazione di tecniche a basso impatto costituisce un aspetto prioritario. In particolare, il moscerino dei frutti Drosophila suzukii è una avversità che richiede e giustifica un’ulteriore attenzione in ragione della fase fenologica avanzata nella quale l’insetto diviene dannoso. In tale contesto si è aperta quest’anno la quarta stagione di attività sperimentali volte alla valutazione di un sistema integrato di contenimento di Drosofila, che punta a coniugare tecniche attive, passive e di riequilibrio a livello agro-ecologico. Un programma sicuramente ambizioso ma strategico, per la piena valorizzazione di questa produzione frutticola, che vede in prima linea il Consorzio fitosanitario provinciale di Modena, il Settore fitosanitario e difesa delle produzioni regionale, il Consorzio della ciliegia, della susina e della frutta tipica di Vignola e l’amministrazione comunale di Vignola, con il pieno supporto finanziario della Regione Emilia-Romagna».

Soluzioni per Drosofila e cracking

«Il programma di lavoro intrapreso nel 2021 – ha proseguito Casoli – ha visto la realizzazione di coperture con reti multifunzionali di più tipologie, applicate in differenti configurazioni (monoblocco e monofila), con l’obiettivo di valutare quale sia il contributo nella riduzione di gravi fisiopatie, quali il cracking dei frutti e, al contempo, la protezione nei confronti delle infestazioni di Drosofila. L’esperienza delle prime tre stagioni si è realizzata nei campi di collezione varietale e prove portinnesti di Vignola, divenendo ulteriormente propedeutica alla valutazione dell’adattabilità delle nuove cultivar alla coltivazione sotto rete. A tal fine gli impianti sono stati dotati di una specifica strumentazione per la di raccolta di dati, che consente il raffronto con le condizioni esterne».

Un sistema di protezione integrato

Ancora, Casoli ha sottolineato: «Il progetto che stiamo portando avanti fa riferimento a un sistema integrato di gestione, in quanto abbina la protezione offerta dalle reti multifunzionali all’integrazione di soluzioni insetticide a basso impatto, basate sulla tecnica Attract & Kill (ovvero applicazioni che fanno ricorso a lieviti molto attrattivi per Drosophila suzukii innescate con bassissimi dosaggi di insetticida biologico, ndr) grazie a una collaborazione allacciata con l’Istituto di Ricerca di Laimburg (Bz). A tutto ciò si affianca la gestione territoriale attraverso uno specifico intervento di lotta biologica autorizzato dal ministero dell’Ambiente, che punta alla biodiversità e al raggiungimento di un equilibrio nell’agroecosistema».

Casoli ha poi puntualizzato: «Il progetto originario, peraltro, non contemplava un programma di lotta biologica territoriale, ma in funzione del comportamento di Drosofila, che analogamente alla cimice asiatica può essere considerata una specie di territorio, abbiamo ritenuto strategico puntare all’introduzione di un parassitoide che rafforzasse l’azione delle specie indigene. A tal proposito, vi è stata l’opportunità di partecipare al “Progetto nazionale di lotta biologica a Drosophila suzukii con il parassitoide esotico Ganaspis brasiliensis”, che ha portato alla richiesta e al successivo conseguimento delle autorizzazioni per il rilascio dell’antagonista di origine asiatica. In Emilia-Romagna è nata una collaborazione con la Fondazione Edmund Mach e l’Università di Bologna, che ha permesso il rilascio di G. brasiliensis negli ambienti naturali circostanti l’area cerasicola oggetto della sperimentazione e del Cesenate, dove la specie può moltiplicarsi indisturbata, parassitando le popolazioni di Drosofila che insistono su essenze autoctone quali mora, sambuco, edera, etc. In particolare, sono stati individuati 20 siti di rilascio dell’insetto antagonista della drosofila, di cui 12 in provincia di Modena, 1 a Reggio Emilia, 2 a Bologna e 5 a Forlì-Cesena». In ogni sito sono stati rilasciati 200 esemplari adulti, 100 maschi e 100 femmine, in tre diversi momenti. Contestualmente, sono stati attivati monitoraggi in tutti i siti sia pre sia post rilascio. Per quanto riguarda il parassitoide Ganapsis brasiliensis, dopo il primo anno di rilascio (2021) è stato ritrovato nel 2022; ciò dimostra la possibilità di insediarsi, rilevando quindi di essere in grado di superare il momento critico dell’inverno.

Le percentuali di insediamento, tuttavia, per il periodo 2021-2023 rivelano ancora livelli bassi (1%). Migliori risultati sta fornendo, sotto questo aspetto e per il medesimo periodo, il ritrovamento spontaneo di Leptopilina japonica, altro parassitoide larvo-pupale esotico in fase di rapido insediamento. Il progetto di lotta biologica tramite il lancio di parassitoidi, ha confermato Casoli, continuerà quindi con altri rilasci e relative verifiche anche nei prossimi anni.

Luca Casoli

I primi risultati

I primi rilevamenti sul sistema di protezione integrato tra coperture monoblocco, sistema di difesa Attract & Kill con utilizzo di Spinosad (sostanza attiva ammessa in agricoltura biologica normalmente impiegato per le sue qualità insetticide), stanno producendo risultati incoraggianti.

«La formulazione attract & kill lievito + Spinosad – rileva Casoli – ha mostrato un’efficacia comparabile al trattamento a tutta chioma con Spinosad. La strategia Attract & Kill permette quindi di trattare in maniera mirata solo una parte della vegetazione, riducendo drasticamente il quantitativo di insetticida impiegato».

È quindi ancora prematuro parlare della possibilità di produrre ciliegie esclusivamente con metodo biologico su larga scala, ma senz’altro la strada tracciata va nella direzione di una sensibile riduzione degli interventi di difesa, con benefici sia economici sia ambientali.

Il programma si amplia

Come previsto, anche nel 2024 stanno proseguendo le attività di ricerca nell’ambito del campo sperimentale di Vignola, ulteriormente ampliato con altri impianti coperti con materiali innovativi, contestualmente alla verifica della complementarità della strategia Attract & Kill e alla prosecuzione del programma di lotta biologica territoriale.

«È un concreto esempio – ha concluso Casoli - del concetto di integrazione di tecniche fra loro complementari, dalla quale si stanno raccogliendo significativi riscontri sulla possibilità di garantire una protezione efficiente e allo stesso tempo sostenibile. Peraltro, a conclusione del progetto, prevista alla fine del 2024, è previsto un programma di divulgazione con relative pubblicazioni tecnico scientifiche».

«Necessaria la reciprocità»

All’assemblea annuale del Consorzio della Ciliegia di Vignola Igp è intervenuto anche Alessio Mammi, assessore all’Agricoltura della Regione Emilia-Romagna, il quale durante il suo intervento ha affrontato anche il tema della riduzione delle molecole utili alla difesa, nell’ambito del Green Deal.

Alessio Mammi

«A livello europeo – ha detto tra l’altro Mammi – occorre concretizzare due principi di assoluto buon senso: simultaneità e reciprocità». Per quanto riguarda il primo, Mammi ha esplicitato: «Se si decide di togliere un principio attivo, occorre avere un’alternativa valida». Per il secondo tema, l’assessore ha proseguito: «Le regole e gli standard che vengono richiesti a livello europeo ai produttori per ragioni di salute o ambientali, devono valere anche per i prodotti che importiamo dal resto del mondo».

 

 

 

 

 

 

 

 

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La ciliegia del futuro? Coperta e (anche) bio - Ultima modifica: 2024-04-10T15:26:48+02:00 da K4

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