«È stato un anno difficile per i produttori di frutta: il crollo dell’offerta a causa delle gelate primaverili ha ridotto drasticamente i volumi della frutta estiva come pesche, nettarine, susine e albicocche. In alcuni periodi e per alcune varietà la produzione ha subito perdite di oltre il 50% con picchi dell’80%. In particolare le albicocche precoci hanno registrato un crollo dell’offerta del 70%. Unica eccezione l’uva da tavola che ha beneficiato di una campagna favorevole per quantità e qualità grazie anche ai recenti rinnovamenti varietali con investimenti importanti sulle nuove varietà apirene».
Così Marco Salvi, presidente di Fruitimprese, l’associazione italiana delle imprese import export di ortofrutta, ha commentato l’andamento della campagna estiva: «Nonostante l’aumento dei prezzi la plv per ettaro è risultata alla fine troppo bassa e non è riuscita a coprire in molti casi neppure i costi di produzione della frutta. Si sono salvati solo i produttori che non hanno subito troppi danni da gelo e sono riusciti a limitare le perdite».
Export ortofrutta gennaio luglio 2020: calano i volumi aumenta il valore
Sono mancati i volumi anche nell’export dell’ortofrutta italiana nei primi 7 mesi del 2020, in linea con il trend evidenziato nel primo semestre dell’anno. Secondo le elaborazioni di Fruitimprese su dati Istat (Tabella ortofrutta export primi 7 mesi 2020) da gennaio a luglio 2020 si perso il 4,7% in volume (sceso al di sotto dei 2 milioni di tonnellate) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. È aumentato invece del 6,7% il valore (pari a oltre 164 milioni in più) salito a oltre 2,6 miliardi di euro.
Scendono, entrando nel dettaglio, le esportazioni di frutta fresca (-7,3%) e soprattutto di frutta secca (-10,5%). Sono in lieve ripresa gli agrumi (1,9%). Per quanto riguarda il valore, si riscontra un andamento positivo per tutte le voci, dagli agrumi (21,3%), alla frutta secca (13,7%), a legumi-ortaggi (6,4%).
Le importazioni di ortofrutta rimangono sostanzialmente stabili (0,6%), ma sono aumentate del 3,4% in valore nei primi 7 mesi del 2020. Salta all’occhio il rimbalzo degli agrumi (50,6%), sono in aumento anche quelli di frutta fresca (8,4%), ma diminuiscono gli acquisti di legumi-ortaggi (-15,7%).
Saldo sempre attivo della bilancia import export (in valore)
«Nei primi sette mesi dell’anno si è esportato di meno, ma grazie ai prezzi più elevati si è fatturato di più – ha sottolinea il presidente di Fruitimprese – ma è importante anche sottolineare come le quantità importate, pari a 2,2 milioni di tonnellate, superino ancora una volta quelle esportate (1,95 milioni tonnellate) con un saldo negativo vicino alle 280mila tonnellate. Abbiamo scontato la mancanza di offerta a causa dei problemi climatici ma su alcuni prodotti ha influito anche la mancanza di competitività del prodotto nazionale rispetto a quello di altri Paesi ».
Per quanto riguarda, invece, il fatturato l’export ha supera l’import di circa 68 milioni di euro. Resta infatti positivo in valore (3,4%) il saldo commerciale della bilancia import export nei primi sette mesi del 2020.