Quello dell'actinidia è tra i comparti più dinamici del settore dell'ortofrutta, sia sul fronte produttivo, sia su quello commerciale. Lo conferma tutti gli anni l'incontro internazionale Iko (International Kiwifruit Organization), tenutosi recentemente a Curicò in Cile, che oltre a dare una fotografia della coltivazione del kiwi nel mondo mette in luce anche le problematiche e nuovi rapporti di forza fra i maggiori produttori.
Sebbene le produzioni quest'anno siano in calo un po' in tutti i principali Paesi, resta comunque importante la crescita delle coltivazioni di Hayward in Grecia e il costante ridimensionamento dell’offerta italiana in seguito a difficoltà di ordine climatico e fitosanitario. Oltre alla Grecia, anche altri Paesi europei Francia, Portogallo, Spagna cercano di incrementare la loro base produttiva. In Europa la produzione stimata globale di kiwi per il 2023 è di circa 755 mila tonnellate (-4% in meno sul 2022) e in Italia è di circa 311 mila tonnellate (che porta il nostro Paese al secondo posto tra i player mondiali dopo la Nuova Zelanda), come complesso di tutte le cultivar presenti, che segna un 7% in meno sullo scorso anno.
Questo il dato essenziale trasmesso da Cso Italy. Accanto alla delegazione italiana, alla conferenza Iko hanno partecipato Grecia, Spagna, Portogallo, Francia, Stati Uniti, Nuova Zelanda e Cile. Presenti anche alcuni Paesi non membri di Iko invitati alla conferenza, come Sudafrica, Argentina e Brasile.
L'andamento produttivo del kiwi in Italia
Concentrandoci sulle previsioni di produzione per l’Italia, la diminuzione è dettata ancora una volta dalla riduzione della produzione del kiwi verde, pari al -15% rispetto all’anno precedente, a causa dei danni da gelo, della contrazione delle superfici, ma soprattutto dell’impatto della morìa che incide anche sulle rese produttive delle piante. La morìa, diffusasi inizialmente dieci anni fa nel Veneto, ha poi interessato e via via fortemente penalizzato anche altre importanti aree di coltivazione del kiwi, come il Piemonte e più recentemente il Lazio; è oggi presente anche in Friuli, Calabria, Campania e Basilicata. Il fenomeno è molto preoccupante e, sulla base delle analisi di Cso Italy, si stima che dal 2012 ad oggi abbia interessato oltre 8.600 ettari.
Ancora in ascesa il kiwi a polpa gialla, che quest’anno potrebbe superare le 103 mila tonnellate, segnando un +12% sul 2022, grazie anche ai nuovi impianti che entrano in produzione.
Evoluzione della produzione (tonnellate) di kiwi in Italia e in Europa | ||||||
Paesi | 2017/18 | 2018/19 | 2019/20 | 2020/21 | 2021/22 | 2022/23 |
Italia | 369.096 | 393.378 | 318.039 | 321.301 | 303.282 | 365.137 |
Grecia | 273.747 | 265.252 | 285.859 | 307.444 | 310.822 | 355.400 |
Portogallo | 35.411 | 34.057 | 44.120 | 45.818 | 55.461 | 47.500 |
Francia | 57.084 | 54.365 | 59.824 | 52.080 | 45.245 | 46.570 |
Spagna | 21.463 | 23.833 | 24.538 | 27.878 | 28.995 | 27.548 |
Totale Europa | 756.801 | 770.885 | 732.380 | 754.521 | 743.805 | 842.155 |
Fonte: dati Cso Italy 2022 |
La Grecia rimane il principale competitor europeo
Allargando l’orizzonte all’Europa, flette anche il volume atteso in Grecia, posizionata sulle 311 mila tonnellate, il 3% in meno rispetto al volume elevato della stagione passata. Segno negativo anche in Spagna, con una produzione pari al -4% sul 2022, con poco più di 28 mila tonnellate. Simile alla scorsa stagione l’offerta francese, con poco più di 46 mila tonnellate (+2% sul 2022), mentre sembra aumentare maggiormente il quantitativo previsto in Portogallo, con oltre 58 mila tonnellate, +10% sulla scorsa stagione.
In calo la produzione cilena
Spostandoci nell’Emisfero Sud, nel 2023 è risultata più contenuta la disponibilità di prodotto sia in Nuova Zelanda sia in Cile, a causa di problemi climatici. La raccolta in Nuova Zelanda si è concretizzata in circa 492 mila tonnellate (-21% rispetto al 2022), con una marcata flessione del prodotto verde; il Cile ha segnato un calo pari all'11% sul 2022, con un volume di poco meno di 125 mila tonnellate. Entrambi i Paesi hanno destinato un quantitativo minore di kiwi in Europa, con vendite che dovrebbero terminare anticipatamente rispetto alla scorsa stagione.