Tra le malattie crittogamiche della patata, la peronospora è la più dannosa. Il primo attacco avviene sulle foglie basali, per poi interessare anche steli e tuberi. I sintomi principali si osservano sulle foglie, che assumono una colorazione pallida; successivamente il tessuto fogliare diventa necrotico e secca. Le aree necrotiche sono contornate da aree clorotiche in corrispondenza delle quali si evidenziano, in condizioni di elevata umidità, i rami zoosporangiofori portanti gli sporangi, all’interno dei quali sono contenute le zoospore, deputate a diffondere la malattia. I tuberi colpiti presentano lesioni leggermente depresse, di colore variabile dal grigio-bluastro al bruno e di consistenza spugnosa.
L’infezione primaria prende avvio da eventuali tuberi infetti rimasti in campo al termine del precedente ciclo colturale, mentre la diffusione epidemica della malattia avviene con il ripetersi delle condizioni favorevoli al patogeno: elevata umidità, repentini abbassamenti termici successivi periodi caldo-umidi, temperatura compresa fra i 10 e i 25 °C.
La lotta deve essere condotta integrando interventi di natura agronomica con applicazioni di fungicidi di collaudata efficacia. Fra i primi è il caso di ricordare la necessità di impiegare per la semina tuberi sani, coltivare varietà meno suscettibili alla malattia, adottare ampie rotazioni, distruggere i tuberi infetti rimasti in campo dopo la raccolta, effettuare la rincalzatura per ridurre la probabilità di infezione a carico dei tuberi, ricorrere alla irrigazione a goccia.
La lotta chimica deve essere effettuata soprattutto in via preventiva: il primo trattamento deve essere pertanto effettuato quando si prevedono condizioni ambientali favorevoli all’infezione ed i successivi vanno cadenzati in funzione dell’andamento climatico ambientale e della persistenza dei fungicidi impiegati nelle applicazioni fitoiatriche.
Dorifora e afidi
Per quanto riguarda i parassiti animali è innanzi tutto il caso di citare la dorifora, Coleottero crisomelide per cui la patata rappresenta la specie ospite preferita. Gli adulti, ma soprattutto le larve del fitofago si alimentano delle foglie della patata e potenzialmente sono in grado di distruggere totalmente la parte aerea delle piante infestate, compromettendo così la produzione di tuberi. Il fitofago sverna nel terreno come adulto e nei comprensori dell’Italia centrale è in grado di svolgere due generazioni complete all’anno. Per combattere la dorifora si consiglia di intervenire con un preparato a base di chlorantraniliprole durante la fase di deposizione delle uova o all’inizio della loro chiusura, mentre nei confronti dei primi stadi di sviluppo delle larve necessita impiegare un piretroide o un preparato a base di imidacloprid, thiamethoxam o metaflumizone. I principi attivi neonicotinoidi (imidacloprid e thiamethoxam) sono consigliati soprattutto quando necessita combattere anche gli afidi che provocano il deperimento delle piante attaccate.