L’antracnosi causata da funghi appartenenti al complesso delle specie di Colletotricum spp. è una grave malattia fungina del melo.
Nei nostri ambienti gli agenti causali di antracnosi sono: Colletotrichum acutatum e C. gloeosporioides. Negli ultimi due anni è stata rilevata anche la presenza di Glomerella fructicola in grado di provocare, oltre ai marciumi sui frutti, anche una caratteristica maculatura necrotica fogliare che, a seguito di condizioni climatiche particolarmente calde e umide, può portare a precoci ed intense filloptosi. Studi sono ancora in corso a livello tassonomico in quanto la determinazione della specie in ambito molecolare risulta complessa.
Articolo pubblicato sulla rubrica L’occhio del Fitopatologo di Terra e Vita
Abbonati o accedi all’edicola digitale
I sintomi
Nel comprensorio melicolo del nord Italia si sta assistendo a un aumento delle aziende interessate dalla malattia, per lo più su varietà Gala e Granny Smith.
I sintomi iniziali della maculatura fogliare della malattia prendono avvio come maculature violacee di pochi millimetri o granelli sulla pagina superiore. In assenza di applicazioni fungicide, le macchie tendono ad espandersi rapidamente in macchie fogliari necrotiche, di colore nocciola a contorno violaceo che, nei casi più gravi, possono superare il 70% della superficie fogliare. Le porzioni di tessuto necrotico fogliare più vecchio tendono ad assumere una colorazione color panna e successivamente si possono rendere visibili dei corpiccioli nerastri del fungo (acervuli), dai quali si producono i conidi in grado in causare infezioni secondarie.
Più avanti, le foglie diventano clorotiche, ingialliscono e cadono prematuramente. Generalmente i primi sintomi compaiono a partire da metà giugno all’interno della chioma e a partire dalla porzione più bassa della pianta. Sui frutti, i sintomi iniziali di marciume appaiono come piccole lesioni infossate e di colore nocciola su frutti immaturi o maturi e generalmente incentrati su una lenticella. La lesione può espandersi prima o anche dopo la raccolta e può evolvere in un marciume completo. Sulle cultivar a buccia gialla al momento della raccolta, si può osservare un alone rosso che circonda la lesione della lenticella.
Sanitazione del frutteto
La germinazione delle spore e l’infezione sono favorite da una prolungata bagnatura delle foglie e da temperature superiori a 20 °C (i valori ottimali di 27-30 °C). Sopra 35 °C la capacità del fungo di causare infezione diminuisce. Una volta che si osservano i sintomi nel frutteto, la progressione epidemica della malattia sia sulle foglie che sui frutti può a quel punto essere difficile da controllare. La gestione, quindi, dovrebbe essere focalizzata sulla prevenzione e consistere in una combinazione di interventi agronomici che chimici. Nel primo caso è necessario attuare una accorta sanitazione del frutteto attraverso:
- potatura e rimozione dei germogli colpiti da fuoco batterico, legno morto, legno con presenza di cancri e frutti mummificati;
- con la potatura aumentare la circolazione dell’aria all’interno della vegetazione per ridurre la bagnatura fogliare e l’umidità relativa al suo interno;
- Applicazione post-raccolta di urea per ridurre l’inoculo svernante;
- Evitare l’irrigazione sopra chioma.
Articolo pubblicato sulla rubrica L’occhio del Fitopatologo di Terra e Vita
Abbonati o accedi all’edicola digitale
Poche esperienze di difesa chimica
Visto la troppo recente comparsa di Glomerella fructicola in Italia, esperienze dirette sui fungicidi più efficaci in Italia non ve ne sono e le informazioni derivano da esperienze americane. In basi a recenti studi i fungicidi maggiormente efficaci nel contenimento di questa malattia sembrano essere i ditiocarbammati metiram e ziram, captano, l’abbinamento di pyraclostrobin e fluxapyroxad, fludioxonil, fluazinam, mefentrinfluconazolo e difenconazolo.
Il rischio infettivo ha inizio generalmente dalla fine fioritura in poi in funzione delle condizioni climatiche predisponenti caratterizzate da alta frequenza di piogge e dalla prolungata bagnatura fogliare unito a temperatura sopra i 20 °C. I trattamenti dovrebbero pertanto essere eseguiti come prosecuzione degli interventi eseguiti per la ticchiolatura del melo, seguendo l’andamento pluviometrico con cadenze non superiori a 10 giorni. Per una corretta gestione della resistenza, è sempre buona norma di applicare fungicidi a meccanismo d’azione monosito con un fungicida di copertura multisito.