Per ottenere frutti (e loro derivati) di qualità, la fase di maturazione deve essere seguita con molta attenzione (senza comunque trascurare le fasi precedenti). È proprio durante la maturazione, infatti, che si vengono a determinare le caratteristiche qualitative che permetteranno ai prodotti di affermarsi sul mercato.
Gli aspetti del frutto che devono essere salvaguardati ed esaltati sono, in particolare: l’aroma, la dolcezza, la succosità, il colore e la conservabilità.
In fase di maturazione i fenoli amari e astringenti devono lasciare il posto ad aromi più piacevoli che rendono il frutto commestibile e gradevole. E per far questo il frutto deve trovarsi ancora sulla pianta per assumere tutti gli elementi necessari.
Gli zuccheri, ad esempio, come saccarosio e fruttosio, vengono ricavati dalla linfa nonché dalla trasformazione degli amidi.
Sempre mentre il frutto è sulla pianta, un enzima specifico attacca la pectina delle pareti cellulari permettendo la fuoriuscita di acqua che aumenta la morbidezza e la succosità. Il processo fa uso degli acidi presenti permettendo al frutto di perdere il sapore sgradevole.
Un altro aspetto importante è la colorazione. Con la maturazione questa assume un aspetto più vivace e luminoso mentre la pellicola cerosa che si forma sulla superficie del frutto limita la perdita di acqua.
Nei frutti “climaterici” l’evoluzione delle caratteristiche del frutto continuano anche dopo la raccolta (come, ad esempio, la mela, l’albicocca e il melone) producendo molecole che rendono più veloce la respirazione e continuando la maturazione: l’amido si trasforma gradualmente in zuccheri, la clorofilla in antociani (virando verso il rosso il colore del frutto), la pectina si riduce mentre sapere e aroma tendono ulteriormente a migliorare.
Maturazione sulla pianta
Nei frutti “non climaterici” (vedi piccoli frutti, molte ortive, agrumi, ciliegie, vite….), però, la maturazione si blocca non appena vengono staccati dalla pianta. Per far sì che i frutti vengano prelevati dalla pianta in condizioni ottimali per il consumo e la trasformazione, possono essere trattati con prodotti che permettono di esprimere al meglio la loro maturazione.
Un’interessante proposta sul mercato che sembra dare ottimi risultati è un fertilizzante fogliare a base di potassio da carbonato contenente alghe e acidi umici, prodotto da Fomet. Questo prodotto è in grado di aumentare la produzione di etilene e la qualità dei frutti che risultano più colorati e gustosi.
Risultano inoltre più conservabili (aumenta la shelf life) e più resistenti agli stress ambientali. Grazie al potassio contenuto nel prodotto viene regolata l’apertura degli stomi a livello fogliare e migliorata la capacità delle radici nell’assorbire acqua ed elementi nutritivi.
Kappabrix®, questo il nome del prodotto, è stato formulato in modo da essere facilmente assorbito tramite le foglie e traslocato all’interno della pianta ed è in grado di veicolare i prodotti antiparassatari con i quali è miscibile.
Trattamenti della vite
Una coltura sulla quale il formulato è particolarmente efficace è la vite. E se è vero, come è vero, che il buon vino lo si comincia a fare in campo questo prodotto può rappresentare la chiave di volta per una vitivinicoltura di successo.
Per produrre un vino di qualità non si può prescindere dai diversi aspetti legati alla fisiologia della pianta e alle caratteristiche del suolo che deve essere visto in un contesto complessivo che prende in considerazione l’attività microbiologica, il compattamento e la capacità di scambio cationico per l’assimilazione dei nutrienti.
È universalmente noto che l’uso indiscriminato di prodotto granulari minerali negli ultimi decenni ha determinato un generale impoverimento dei terreni che tendono a destrutturarsi e a perdere sostanza organica.
Di conseguenza si sono determinati squilibri funzionali delle piante, difficoltà nella gestione delle vigne, produzione di uve di qualità inferiore e maggiore suscettibilità alle avversità sia di tipo biotico che abiotico.
Stiamo parlando di problematiche risolvibili con una corretta strategia nutrizionale che Fomet ha ben chiara e che gestisce con uno specifico portafoglio di prodotti.
Ricordiamo fra questi Afrodite (letami tracciati che provengono da allevamenti con stabulazione su lettiera), Biokelp (registrato in agricoltura biologica, che abbina zinco e manganese chelati alla presenza dell’alga Ecklonia maxima), Nilofert (acidi umici da Leonardite) e Vertyplus (fertilizzante in polvere idrosolubile che apporta magnesio al 6% e microelementi essenziali).
Risultatati su vite
Ma anche in questo caso il prodotto che può fare la differenza è Kappabrix® che ha dimostrato di essere determinante per uniformare la maturazione degli acini, migliorarne il colore e aumentare il grado zuccherino.
Lo scorso anno è stata effettuata da Fomet una prova sperimentale in campo su un appezzamento di merlot in provincia di Verona. Si trattava di un terreno tipico della pianura fluvioglaciale formato da sabbie calcaree e con presenza di argille. Sulla tesi trattata è stato aggiunto il prodotto alla linea di difesa chimica (3 interventi a distanza di 7 giorni a partire dalla pre-invaiatura degli acini di 4kg/ha).
L’elevato numero di rilievi effettuati ha messo in evidenza un incremento di 1,5°Brix e il 31,2% in più di antociani totali. Inoltre il diametro medio dell’acino è risultato maggiore quasi del 10% (+9,4%).
Su pomodoro
Nell’uso di Kappabrix® su pomodoro è stato notato un notevole miglioramento dell’uniformità della pezzatura tra i frutti dello stesso palco ed è stato eliminato quasi del tutto il problema dell’uniformità di colorazione del frutto (la maturazione di un lato del pomodoro a fronte del lato opposto non maturo provoca un spesso un deprezzamento del prodotto nell’immissione sul mercato).
Con l’uso di questo prodotto già dopo una settimana si poteva vedere l’effetto del prodotto, che con la sua particolare formulazione a base di potassio da carbonato, acidi umici ed alghe da Ascophyllum, ha una velocità d’azione molto elevata.
Dosaggi
Colture arboree. Nella vite si distribuiscono 3 kg/ha di Kappabrix® da chiusura del grappolo per tre interventi, a distanza di 10 giorni. Analogamente per drupacee e actinidia 3 kg da ingrossamento del frutto con tre interventi a distanza di 10 giorni.
Più bassa la dose per rosacee e agrumi (2 kg/ha) ma rimane la scansione dei tre interventi con scansione di 10 giorni.
Colture orticole. Nelle solanacee si danno 3 kg/ha per applicazione a partire da fine ingrossamento frutti, sempre con scansione 10 giorni. Un po’ più alta la dose (3-3,5 kg/ha) utilizzata su cucurbitacee da distribuire ogni 10 giorni, a partire da fine ingrossamento frutti. Per le brassicacee la dose è di 2-2,5 kg/ha, con 2 interventi a inizio sviluppo fogliare e 2 da totale sviluppo foglia, ogni 7-8 giorni. Nella barbabietola si danno si danno 3 kg/ha per applicazione in miscela con il trattamento anticercosporico. Per altre orticole è confermata la dose dei 3 kg/ha a partire dalla fine dell’ingrossamento del frutto.