Agabiti: «Comunicazione e formazione per vincere lo scetticismo»

gestione del rischio
La ricetta del presidente di Asnacodi Italia Albano Agabiti per aumentare la platea degli assicurati prevede anche la digitalizzazione per accelerare perizie e rimborsi. L’idea di un fondo mutualistico nazionale

Prima di tutto comunicare e formare. Poi adottare strumenti tecnologici avanzati in grado di ridurre la burocrazia e i tempi per ottenere i rimborsi. Questa la ricetta per convincere gli imprenditori agricoli italiani ad assicurarsi contro le sempre più frequenti e pericolose avversità climatiche proposta dal presidente di Asnacodi Italia Albano Agabiti. E con i soldi previsti per la gestione del rischio nella nuova Pac, l’idea è creare un fondo mutualistico nazionale.

Le avversità climatiche degli ultimi mesi hanno colpito duro le campagne, mettendo in evidenza diversi punti di debolezza del sistema di gestione del rischio nel nostro Paese. Nonostante ciò gli agricoltori italiani non corrono ad assicurarsi. Perché?

«L’annata in corso vede numerose criticità a livello territoriale. Partendo dalle gelate di inizio stagione che hanno causato notevoli danni in tutta Italia. Gli eventi estremi sono in aumento, almeno nella percezione di noi agricoltori. In campagna stiamo assistendo a un aumento di fenomeni catastrofici, anche in areali dove non si sono mai registrati danni. Maltempo che continua a flagellare le colture della nostra Penisola, come le grandinate di questi giorni. Per quanto riguarda la “corsa” alle assicurazioni, o meglio a dotarsi di strumenti di gestione del rischio, evidenziamo che esistono due realtà.

La parte settentrionale-centrale d’Italia, con riferimento ad alcuni particolari prodotti, che utilizza in maniera ampia e diffusa le soluzioni proposte dai Condifesa della nostra galassia Asnacodi Italia e il Sud Italia, nel quale si coltivano produzioni diverse, che stenta. Questo succede per una serie di motivazioni, che vanno dalla propensione al rischio, non solo agricolo, al valore aggiunto delle produzioni. Basti pensare alla differenza tra assicurare uva in Piemonte rispetto al grano in Umbria. Poi c’è lo scetticismo legato al retaggio della polizza “monorischio” grandine, avversità particolarmente presente nell’Arco Alpino e poco percepita in altri areali. Ma siamo al lavoro per trovare soluzioni, alcune già messe in campo».

Quali sono le proposte di Asnacodi per correggere le anomalie del sistema e consentire la permanenza dei riassicuratori internazionali?

«Asnacodi Italia ha da sempre tra i principali obiettivi aumentare la diffusione delle soluzioni di gestione del rischio sul nostro territorio. Con l’avvio del piano strategico 2020-2023 abbiamo voluto spingere sull’acceleratore proprio sulla diffusione delle polizze sul territorio nazionale. Certamente un ambito di lavoro è quello comunicativo, dove stiamo investendo per far conoscere in maniera trasversale le potenzialità della gestione del rischio in agricoltura, senza contare le innovazioni in ambito tecnologico, che ci permetteranno di raggiungere una platea sempre più ampia di agricoltori. Un insieme di innovazioni che utilizzeranno un approccio di sistema permettendo un vantaggio competitivo creando massa critica in maniera tale da poter avere sul territorio tutti i Condifesa che lavoreranno fianco a fianco e alla stessa velocità».

L’introduzione dello Standard value può essere un ulteriore freno per gli agricoltori ad assicurarsi? Sembra complesso da capire e può alimentare lo scetticismo.

«Abbiamo lavorato a livello territoriale con i Condifesa del nostro sistema e i diversi competence leader (direttori di Condifesa che hanno messo a disposizione le loro competenze), proprio per organizzare una comunicazione chiara sullo standard value e i primi riscontri sono più che positivi. Gli agricoltori, in gran parte, hanno pienamente capito le potenzialità di questa importante innovazione per il nostro sistema, che, ne sono certo, permetterà di velocizzare e, finalmente, sburocratizzare la gestione dei contributi europei. Si sono registrate solo alcune criticità minime che sono state già ampiamente superate».

Il 2021 è l’anno che vede l’operatività di diversi fondi di mutualità e Ist. Può tracciare un primo bilancio? Qualcuno è già stato attivato per situazioni di crisi?

«Il bilancio è certamente positivo. Il nostro sistema vede 5 soggetti gestori e 10 fondi attivati o in corso di attivazione, che hanno permesso di intercettare circa 25 milioni di euro dalla comunità europea. Sul fronte dei primi indennizzi sono allo studio da parte del Mipaaf e degli uffici competenti le domande di due fondi settoriali, mele e latte, per valutare se vi siano le condizioni per attivare le procedure, in quanto sarebbero scattati i trigger event locali, condizione alla base per valutare le singole posizioni. Inoltre, sono in partenza ulteriori fondi mutualistici firmati direttamente da Asnacodi Italia.

Infatti, proprio durante l’ultima assemblea nazionale è stata deliberata la costituzione di cinque nuovi fondi mutualistici, due dei quali già nel 2021, degli strumenti innovativi e di grande stimolo per l’attività dei consorzi. Fondi, ricordiamo, che sono complementari alla classica polizza assicurativa e, dunque, consentono di ampliare la portata e la strategia di gestione del rischio. Un potenziamento degli strumenti a disposizione degli agricoltori è necessario per far fronte alle problematiche che vivono tutti i giorni. Dopo il via libera dell’assemblea sono partiti il Fondo Barbabietola da zucchero, realizzato in collaborazione con Coprob-ZuccherItalia, e il Fondo Olive da olio, in collaborazione con Unaprol».

Gli agricoltori mostrano interesse?

«Dopo una prima incertezza iniziale devo evidenziare che le adesioni da parte di agricoltori e allevatori sono più che buone. Come tutti i nuovi strumenti c’è una diffidenza iniziale. Certamente dopo i primi indennizzi la situazione si sbloccherà ».

Una delle critiche degli imprenditori agricoli è la lentezza con cui Agea eroga i contributi sulle polizze sottoscritte. Negli ultimi tempi c’è stata un’accelerazione, ma si può fare meglio? Quale sarebbe un tempo “giusto” per ricevere i rimborsi?

«Possiamo dire che il problema è stato risolto. Scoglio ampiamente superato anche grazie all’azione che Asnacodi Italia ha portato avanti negli ultimi anni presso gli organi istituzionali e con il supporto delle associazioni di categoria. Altrettanto vero che possiamo fare ancora meglio. Anche se già dal 2020 la parte contributiva è stata in gran parte sbloccata entro dicembre dello stesso anno. Basti pensare che il tempo medio per le liquidazioni è arrivato a 28 giorni per i prodotti vegetali. Condizione diversa per il settore zootecnico sul quale stiamo lavorando per risolvere in tempi brevi. Risultato non scontato visto il periodo transitorio che stiamo vivendo. Un lavoro importante svolto anche dal ministero competente che ha permesso di “recuperare” i fondi necessari per iniziare le liquidazioni del saldo dei contributi comunitari entro fine settembre».

La riforma della Pac prevede lo stanziamento del 3% del budget da destinare alle politiche di gestione del rischio. Qual è la posizione di Asnacodi?

«Una posizione convintamente positiva e propositiva. L’Italia è stata lo Stato membro che ha fortemente spinto per far approvare all’interno della nuova Pac questo importante stanziamento. Un passaggio epocale che ha visto in prima linea Asnacodi Italia».

Come pensate di utilizzare queste risorse?

«Sono molte le opzioni che stiamo valutando assieme al direttore Berti, al nostro sistema Condifesa e confrontandoci con istituzioni e organizzazioni professionali. Soluzioni che si accomunano per un obiettivo generale: la semplicità. Dovrà essere uno strumento che semplifichi la vita dell’agricoltore e lo porti a sentirsi più sicuro. L’idea di dare vita a un fondo nazionale mutualistico trasversale o a soluzioni assicurative semplificate per tutte le aziende agricole nazionali è allo studio e sembra potrà essere perseguita. A tale strumento le aziende agricole potranno aderire senza alcun costo diretto. Una soluzione che necessariamente dovrà affidarsi alle nuove tecnologie per essere sostenibile e che affiancherà gli strumenti già presenti».

Oltre ai fondi mutualistici e agli Ist che stanno “entrando in campo” in questo ultimo anno state lavorando ad altre novità per la protezione di raccolti e reddito?

«Abbiamo attivato, direi a tempo di record, il fondo AgrovsCovid-19 per dare risposte concrete ai nostri agricoltori durante la pandemia. Le adesioni sono state 30.000, con circa 9.000 agricoltori coinvolti. Un progetto nato da Asnacodi Italia, in collaborazione con i Condifesa nazionali e con il supporto di Datafolio, che ha permesso di fornire un supporto economico, attraverso le compensazioni solidali, già decine di agricoltori sparsi su tutto lo Stivale. Inoltre, stiamo lavorando per strutturare polizze innovative parametriche che sfruttino le nuove tecnologie come l’intelligenza artificiale, le rivelazioni satellitari e di prossimità con sensori dedicati. Stiamo dedicando una forte attenzione al contesto meteorologico, in particolare, quello previsionale. Proprio per questo abbiamo dato vita a Hypermeteo, una nuova realtà in grado di offrire alle organizzazioni un supporto operativo, gestionale e analitico di alto valore aggiunto».

A proposito di innovazione e digitalizzazione, su quali progetti state lavorando?

«Stiamo lavorando a fianco dei nostri Condifesa e delle organizzazioni professionali per attivare un sistema di sincronizzazione delle informazioni contenute nelle diverse banche dati degli attori della filiera della gestione del rischio per ottimizzare sia il processo assicurativo che le operazioni agronomiche. Inoltre, abbiamo in partenza un progetto di comunicazione e divulgazione strutturato: Hub Community. Un luogo d’incontro virtuale, ma non solo, che vedrà l’associazione nazionale tra i fondatori e aperto a tutti i portatori d’interesse del nostro comparto. Un contenitore che permetterà di informare, formare, divulgare contenuti ad hoc e dove anche gli agricoltori avranno un ruolo fondamentale in qualità di ambasciatori del rischio».

La digitalizzazione potrebbe accelerare perizie, rimborsi e risarcimenti?

«Stiamo portando a sistema le soluzioni che sono nate all’interno dei singoli Condifesa, uno degli obiettivi del piano strategico dell’associazione. Tra questi c’è un progetto in avanzato stato di implementazione che punta a digitalizzare tutto il processo assicurativo e mutualistico, nato da un partenariato europeo per l’innovazione. Quindi anche la parte delle perizie. Come Asnacodi Italia abbiamo rivisitato e strutturato il progetto a livello nazionale dando vita al progetto “CertiGraf”. Un percorso che porterà alla possibilità di avere un certificato grafico a partire dai dati certi del fascicolo aziendale.

Altro progetto al quale stiamo lavorando è il Portale del socio-CRM. Un servizio a disposizione dei nostri Condifesa e dei loro associati dove il socio può trovare tutte le informazioni riguardo la propria posizione assicurativa e mutualistica con un semplice click. E i Condifesa potranno gestire tutte le operazioni, da quelle amministrative a quelle operative».

Agabiti: «Comunicazione e formazione per vincere lo scetticismo» - Ultima modifica: 2021-08-06T18:14:07+02:00 da Simone Martarello

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