La Puglia agricola ha sete di acqua irrigua, una necessità accentuata dalla siccità degli ultimi anni. Eppure sui primi 149 progetti approvati dal Mipaaf, nell’ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) e relativamente agli “Investimenti nella resilienza dell’agrosistema irriguo per una migliore gestione delle risorse idriche”, uno soltanto è pervenuto dalla Puglia: è quello del Consorzio di Bonifica del Gargano e ammonta a poco più di 2 milioni di euro. Sono mancati all’appello soprattutto i Consorzi pugliesi commissariati della Puglia centro-meridionale: infatti non sono stati approvati progetti nei territori – provincia di Barletta Andria Trani, area metropolitana di Bari, province di Lecce, Brindisi e Taranto – che hanno più bisogno di uscire dalla perenne emergenza idrica degli ultimi decenni.
Cia Puglia: «149 progetti irrigui Pnrr per 1,6 miliardi €»
I 149 progetti irrigui Pnrr approvati e finanziati sono stati presentati dai consorzi di bonifica di tutta Italia, per un ammontare complessivo di investimenti pari a 1,6 miliardi di euro, informa il presidente di Cia Agricoltori Italiani della Puglia, Raffaele Carrabba.
«Tuttavia la Puglia, una delle regioni maggiormente esposte al rischio desertificazione e tra le più sofferenti in assoluto per la scarsità di acque a uso irriguo a disposizione degli agricoltori, in questa prima lista di progetti approvati è praticamente assente; ha ottenuto solo circa 2 milioni di euro per un progetto riguardanti opere di manutenzione agli impianti. Invece la Puglia ha bisogno di infrastrutture che garantiscano acqua a uso irriguo. Mancare l’opportunità offerta dal Pnrr significa perdere la possibilità di recuperare un gap infrastrutturale enorme, con conseguenze potenzialmente devastanti nell’arco dei prossimi 10-15 anni, soprattutto davanti a cambiamenti climatici che ci presentano il conto di stagioni siccitose sempre più lunghe e frequenti».
«Le istituzioni intervengano prontamente»
Di fronte a questo rischio gravissimo, occorre che le istituzioni intervengano prontamente, sostiene Carrabba, per ovviare anche alle eventuali inadeguatezze e inefficienze delle strutture commissariali dei consorzi di bonifica pugliesi e dei loro uffici tecnici, nel caso fosse questa la causa della mancanza di progetti approvati.
«Occorre che quei consorzi tornino a essere amministrati da agricoltori, nel solco del modello virtuoso fornito dai consorzi della Capitanata. Siamo di fronte a una situazione che rischia di andare nella direzione opposta allo spirito che dovrebbe animare il Pnrr. Chiediamo che il Mipaaf, le Regioni e gli enti coinvolti sappiano garantire agli agricoltori e ai cittadini pugliesi un adeguato livello di investimenti nelle infrastrutture irrigue. Alla politica regionale chiediamo di agire subito, prima che sia troppo tardi. Per l’utilizzo di tutte le risorse e per intercettare i finanziamenti attualmente a disposizione o che a breve si renderanno disponibili occorre istituire una cabina di regia composta da professionisti esperti, anche al di fuori degli stessi consorzi commissariati, che monitori la situazione, prenda atto dello stato della rete di distribuzione irrigua e proceda di conseguenza. L’agricoltura altamente specializzata della Puglia non può attendere i tempi della burocrazia, né può fare a meno della risorsa idrica, che al momento è garantita, per quanto riguarda la Puglia centrale e meridionale, solo e unicamente da acque provenienti dalla Basilicata».
La questione dei consorzi commissariati
Cia Puglia, infine, pone molto seriamente e a tutto tondo la “questione consorzi commissariati”: a cominciare da un meccanismo che leghi le retribuzioni dei dirigenti alla reale produttività, garantendo un minino sindacale e agganciando il resto ai risultati ottenuti. «Il problema rappresentato dalla scarsa efficienza delle decennali gestioni commissariali potrebbe penalizzare pesantemente, anche nel caso degli investimenti in ambito Pnrr, l’agricoltura pugliese».