«Le scelte sul futuro delle risorse idriche non possono essere prese senza il coinvolgimento delle associazioni dei portatori di interesse, come i Consorzi di bonifica, espressione di sussidiarietà». Ad affermalo è Massimo Gargano, Direttore Generale di Anbi, durante la conferenza romana che ha riassunto i risultati di due ricerche portate avanti da Anbi e Irrigants d’Europe: “Pac 2014/20 e la gestione delle risorse idriche” e “Il consumo di acqua irrigua in agricoltura e nell’industria agroalimentare italiana”.
Per l’occasione è stato presentato il “PAC post 2020 e Direttiva Quadro Acque: Consorzi di Bonifica, Anbi e Irrigants d’Europe rilanciano la sfida sulle risorse idriche”, in cui Anbi ha scritto la propria strategia verso la nuova Pac.
Partecipazione, semplificazione, più completa valutazione dei costi idrici, multifunzionalità dell’irrigazione: sono questi gli obiettivi dell’azione verso le Istituzioni Comunitarie, svolta da Irrigants d’Europe, associazione di cui Anbi è socio fondatore.
Anbi, soggetto attivo nel New Delivery Model
«La vera novità della prossima Politica Agricola Comune, la cui programmazione slitterà presumibilmente al 2022, è che, all’interno di un quadro generale, sarà data più flessibilità ai singoli Stati, che dovranno redigere, attraverso il New Delivery Model, un piano strategico nazionale nella cui stesura l’Anbi dovrà essere soggetto attivo»: a dirlo è Fabrizio De Filippis, docente di economia all’Università Roma 3, che unitamente a Carlo Pilia, docente di scienze giuridiche all’Università di Cagliari e Piermichele Lasala, ricercatore al dipartimento di economia dell’Università di Foggia, hanno contribuito alla stesura del volume.
La Pac futura secondo Anbi
«Nella pac futura - incalza Gargano- chiediamo maggiore attenzione ai territori, alla salute e all’alimentazione. E’ quello che chiedono i cittadini. Il governo delle risorse idriche sarà poi decisivo per il modello di sviluppo del nostro Paese».
Gargano ha specificato che politiche europee sulle risorse idriche vengono «Assunte sulla base di sensibilità e conoscenze spesso parziali, senza considerare, ad esempio, le esternalità positive del servizio irriguo per l’ambiente. L’obiettivo comune deve essere educare ad un uso consapevole della risorsa idrica, senza penalizzare l’agricoltura mediterranea, ma valorizzando i servizi ecosistemici dell’irrigazione. Infine, c’è bisogno – conclude Massimo Gargano -, di snellire le procedure burocratiche, utilizzando anche un linguaggio più facilmente comprensibil».