Le comunicazioni che da ogni parte del mondo informano sul clima assomigliano sempre più a bollettini di guerra.
Senza andare lontano, le anomalie degli ultimi mesi confermano la necessità di risposte concrete in tempi rapidi.
Neutralità climatica, tanti annunci
L’Europa si è data da tempo una scadenza per portare a zero le emissioni nette di gas a effetto serra lanciando il suo Green Deal. La nuova Pac vuole integrare l’agricoltura nel Patto Verde per far sì che il rispetto dell’ambiente si manifesti attraverso una minore pressione sia sul clima che sulle risorse naturali.
Nessun investimento sull'irrigazione
Tra queste, l’acqua per l’irrigazione è indispensabile alla moderna agricoltura e in futuro lo sarà sempre di più. Sembra però che l’irrigazione non rientri tra le attività su cui investire per ridurre l’impatto sul clima e sull’ambiente, nonostante che nell’Ue sia destinataria in media del 25% del prelievo e che il valore salga molto nei Paesi del Mediterraneo.
L'ossessione dell'efficienza irrigua
Questo atteggiamento potrebbe essere legato all’ossessione dell’efficienza irrigua, difficilmente quantificabile e che da decenni, a torto o a ragione, incombe in vario modo sul settore.
Editoriale di Terra e Vita 22/2021
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Tuttavia, la sua rivisitazione critica riconosce in maniera netta due aspetti fondamentali:
- uno è che l’efficienza dell’irrigazione dipende solo in parte dal sistema utilizzato e molto più dalla gestione, cosa che può parzialmente spiegare il mancato impiego dei finanziamenti previsti dagli attuali Psr per gli ammodernamenti;
- l’altro è che in assenza di una politica di controllo delle dotazioni idriche, l’incremento di efficienza può portare a un aumento del consumo totale di acqua e, conseguentemente, di energia.
Più ricerca, e più sinergie
L’attività di ricerca svolta negli ultimi anni, in gran parte con fondi europei, ha contribuito molto al settore che però fatica a creare sinergie tra le diverse componenti.
Oggi si possono prevedere con buona approssimazione gli input richiesti da ogni contesto colturale, ma questo richiede un nuovo approccio capace di far dialogare le attuali conoscenze agroclimatiche, i servizi di consulenza all’irrigazione che operano sul territorio, la contabilizzazione dei volumi erogati e gli strumenti di supporto alla gestione, facilmente disponibili e a basso costo.
Se strutturata in maniera organica, questa modalità consentirebbe di ridurre i margini di incertezza e di ridimensionare il peso dell’efficienza, recepita spesso in forma poco chiara e soprattutto inutilizzabile.
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Pensare anche al tubo
L’obiettivo prioritario è dunque ridurre l’impatto sul clima. L’irrigazione ha un ruolo di rilievo se viene inquadrata come processo e non limitata alla distribuzione dell’acqua al campo, dove i numeri sarebbero marginali e non veritieri dell’impatto reale. La valutazione sull’intero ciclo di vita, tramite la tecnica Lca, aprirebbe scenari su cui intervenire in maniera efficace e racconterebbe che l’impatto in fase di utilizzo rappresenta solo una frazione del totale.
Trattare l’irrigazione con un approccio olistico e non più per elementi discreti, vuol dire accettare la complessità dell’analisi per facilitare l’individuazione di strategie funzionali.
Vuole dire, ad esempio, che poter impiegare un tubo più sottile significa usare meno energia sia nella fase di produzione che in quella di utilizzo. I calcoli per questo tipo di procedura hanno margini modesti di incertezza, servono solo strumenti che permettano di ottenere dati attendibili su cui basare una premialità che riconosca l’efficacia dell’azione nel suo complesso. I prossimi Psr non dovrebbero lasciarsi sfuggire questa occasione.
Graziano Ghinassi
Dagri – Università di Firenze Dagri - Università di Firenze
e membro del Comitato scientifico di Terra e Vita