Il Tribunale dell’Ue con una sentenza che può definirsi di portata storica ha annullato la decisione della Commissione che aveva rifiutato la registrazione della proposta di iniziativa dei cittadini europei «Stop TTIP» per bloccare i negoziati sia con Canada che con gli Stati uniti.
La Commissione aveva infatti rifiutato di prendere in considerazione la proposta d’iniziativa popolare di bloccare i negoziati avviati dalla stessa Commissione su esplicito mandato del Consiglio.
La proposta era stata presentata nel 2014 e con decisione del settembre dello stesso anno era stata respinta dalla Commissione in quanto era stata ritenuta non proponibile poiché, secondo la Commissione, le iniziative dei cittadini devono avere il carattere di atto giuridico e non di una raccomandazione al Consiglio a revocare il mandato a negoziare.
Contro la decisione della Commissione di non registrare la proposta, il comitato dei cittadini europei aveva fatto ricorso al Tribunale comunitario che ora ha accolto il ricorso stesso ribaltando completamente la decisione della Commissione.
La normativa statutaria dell’Ue sull’iniziativa dei cittadini europei prevede che i cittadini dell’Unione, in numero di almeno un milione, appartenenti ad almeno un quarto degli Stati membri, possono prendere l’iniziativa di invitare la Commissione, nell’ambito delle sue attribuzioni, a presentare al legislatore dell’Ue una proposta adeguata su temi per i quali essi ritengono necessario un atto giuridico dell’Unione ai fini dell’attuazione dei trattati. Prima di poter cominciare a raccogliere il numero necessario di firme, gli organizzatori dell’iniziativa dei cittadini europei devono farla registrare presso la Commissione che ne esamina, in particolare, l’oggetto e gli obiettivi. La Commissione può rifiutare di registrare l’iniziativa, in particolare quando l’oggetto di quest’ultima esula manifestamente dalla propria competenza a presentare una proposta di atto giuridico al legislatore dell’Unione ai fini dell’attuazione dei trattati.
I motivi per i quali il comitato dei cittadini intendeva bloccare il proseguimento dei negoziati TTIP e Ceta sono stati poi ampiamente dibattuti anche successivamente e hanno portato anche al fallimento dei negoziati con gli Usa. In particolare, per il comitato dei cittadini, i progetti di accordo TTIP e Ceta conterrebbero vari aspetti critici come le procedure di risoluzione delle controversie tra investitori e Stati, disposizioni sulla cooperazione normativa che costituiscono una minaccia per la democrazia e lo Stato di diritto per cui è meglio evitare che:
-negoziati poco trasparenti conducano ad un indebolimento delle norme sulla tutela del lavoro, sulla protezione sociale, sulla tutela dell’ambiente, sulla tutela della vita privata e sulla protezione dei consumatori e che
- i servizi pubblici (come la fornitura d’acqua) e la cultura siano deregolamentati, e - sostenere «una politica commerciale e di investimenti diversa nell’Unione europea».
La sentenza del Tribunale Ue del 10 maggio afferma che la proposta non rappresenta un’ingerenza inammissibile nello svolgimento della procedura legislativa, bensì suscita legittimamente e tempestivamente un dibattito democratico
Il Tribunale respinge la tesi difesa dalla Commissione, secondo la quale la decisione volta a revocarle l’autorizzazione ad avviare negoziati finalizzati alla conclusione del TTIP non potrebbe costituire l’oggetto di un’iniziativa dei cittadini europei. Il Tribunale osserva invece che il principio di democrazia, che fa parte dei valori fondamentali su cui poggia l’Unione, così come l’obiettivo sotteso alle iniziative dei cittadini europei, vale a dire migliorare il funzionamento democratico dell’Unione attribuendo a qualunque cittadino un diritto generale a partecipare alla vita democratica, impongono di adottare un’interpretazione della nozione di atto giuridico che includa atti giuridici come una decisione di avvio di negoziati finalizzati alla conclusione di un accordo internazionale che (come il TTIP o il CETA) mira incontestabilmente a modificare l’ordinamento giuridico dell’Unione.
Il Tribunale respinge l’argomento della Commissione secondo il quale gli atti previsti dalla proposta in questione condurrebbero ad un’ingerenza inammissibile nello svolgimento di una procedura legislativa in corso. L’obiettivo perseguito dall’iniziativa dei cittadini europei, infatti, è quello di permettere ai cittadini dell’Unione di partecipare maggiormente alla vita democratica dell’Unione, in particolare, esponendo in dettaglio alla Commissione le questioni sollevate con l’iniziativa, invitando detta istituzione a sottoporre una proposta di atto giuridico dell’Unione dopo aver, se necessario, presentato l’iniziativa in un’audizione pubblica organizzata presso il Parlamento, e, pertanto, suscitando un dibattito democratico senza dover attendere l’adozione dell’atto giuridico del quale è in definitiva auspicata la modifica o l’abbandono.