Cosa può fare un proprietario fondiario soggetto ad asservimento coattivo, per ragioni di pubblica utilità?
In caso d’imposizione d’asservimento fondiario coattivo, per la realizzazione, ad esempio, di un metanodotto o di un elettrodotto, il proprietario asservito può accordarsi con la società dominante (Snam se metanodotto, Enel se elettrodotto), accettando passivamente l’indennità che gli viene offerta; la così detta “composizione bonaria” oppure può difendere attivamente la sua proprietà e la sua impresa e con la consulenza di un tecnico di fiducia, promuovere un arbitrato, con stima diretta dei danni da asservimento.
Nella stragrande maggioranza dei casi, i proprietari asserviti finiscono per accettare passivamente gli indennizzi loro offerti, anche perché le Organizzazioni professionali agricole spesso incoraggiano i propri iscritti ad aderire a questi “accordi bonari” (in realtà di bonario non hanno nulla, perché sono severi impegni inderogabili per gli asserviti, basati su indennizzi d’entità men che simbolica).
La proprietà perde sempre di valore
I tecnici delle società dominanti, convincono molti proprietari asserviti che trattandosi o di condotte interrate (metanodotti) o di condotte aeree (elettrodotti) non interferiranno con le coltivazioni dei fondi e quindi non arrecheranno alcun danno. In realtà questi asservimenti danneggiano gravemente le proprietà interessate ma le società dominanti negano, sempre, l’indennizzo più corposo, correlato all’asservimento, cioè la perdita di valore delle proprietà interessate.
Se anche fisicamente l’asservimento non comporta scorpori fondiari, formazione di reliquati, alterazioni negli indirizzi produttivi ecc. le proprietà asservite subiscono sempre importanti perdite di valore, nel loro complesso; l’asservimento riduce sostanzialmente il godimento della proprietà e ne altera l’integrità.
L’entità del danno deriva:....
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” importanti perdite di valore” cioè quale?
se prima di un asservimento il terreno è agricolo e dopo l’asservimento resta agricolo e non si alterno le normali attività agricole…. dove è la perdita di valore?