Sulla vicenda ormai quasi ventennale dell’applicazione della Direttiva nitrati in Italia, uno spiraglio – o forse qualcosa di più – potrebbe aprirsi. Certo, non sarà immediato e soprattutto ottenere una deroga al famoso limite dei 170 kg di azoto per ettaro all’anno nelle zone vulnerabili sarà oneroso per le aziende agricole.
Tuttavia, non sembra più un miraggio. E finalmente, pare anche che il dialogo – sbandierato da anni, ma mai concretizzatosi in risultati operativi per le divisioni fra Regioni, ministero dell’Ambiente e delle Politiche agricole – abbia superato il punto morto e sia ripreso. Proprio in questi giorni ilministro per le Politiche agricole, Luca Zaia, ha rassicurato l’assessore all’Agricoltura della Lombardia, Luca Daniel Ferrazzi, sulla volontà di portare avanti una sinergia comune alle quattro regioni maggiormente coinvolte dalla questione nitrati e chiudere la partita a livello comunitario, anche attraverso una cabina di regia finalmente operativa.
Magari, ovviamente, ottenendo una deroga ai 170 kg/ha per anno, che come hanno sottolineato i produttori in diverse occasioni rischiano di diventare un vincolo assolutamente proibitivo per lo sviluppo – ma anche solo la sopravvivenza – di una zootecnia all’avanguardia, come quella dell’area padana.
Insomma, qualcosa si sta muovendo. E la speranza di non dover contenere i capi in stalla resta accesa soprattutto fra i giovani agricoltori dell’Anga, che proprio con un seminario sui nitrati hanno dato il via, nei giorni scorsi a Marmirolo (Mn), a un ciclo di appuntamenti dedicati ai «Giovani imprenditori e l’agricoltura del Terzo millennio».
E IN LOMBARDIA SI SLITTA DAL 30 APRILE AL 31 LUGLIO
Al convegno di Marmirolo lo staff della Regione Lombardia ha potuto prender nota degli umori degli agricoltori; esplicite le pressioni dei partecipanti almeno a mettere in chiaro termini e scadenze. E il giorno dopo il convegno è arrivata puntuale la proroga alla consegna dei Piani di utilizzazione agronomica (Pua). Il Pirellone ha infatti fissato al prossimo 31 luglio la data di chiusura del procedimento relativo ai Pua, il cui completamento da parte di tutte le aziende è necessario per poter procedere alla richiesta di deroga all’Unione europea, per i limiti fissati in materia di nitrati.
«Lo spostamento della data di chiusura del procedimento – ha commentato l’assessore all’Agricoltura, Luca Daniel Ferrazzi precedentemente fissata per il 30 aprile, è una scelta presa nell’interesse degli imprenditori agricoli, già alle prese con le domande Pac e del Piano di sviluppo rurale». Né va dimenticato che gli stessi sistemi informatici lombardi sono in forte difficoltà.
Al convegno sull’applicazione della Direttiva nitrati Giuseppe Bonazzi del Crpa di Reggio Emilia ha illustrato le condizioni per ottenere la deroga nell’ambito territoriale del bacino padano-veneto. «Vi sono due ordini di condizioni preliminari – spiega Bonazzi – e cioè che lo stato della qualità delle acque sia almeno stazionario, se non in miglioramento; un trend in diminuzione degli animali allevati, un calo nell’utilizzo dei fertilizzanti commerciali, ma anche caratteristiche climatiche ad elevate produzioni vegetali. Inoltre, come condizioni suppletive, la deroga può essere concessa se si portano fuori dall’ambito territoriale dal 25 al 30% dell’azoto zootecnico e dal 30 al 50% del fosforo zootecnico».
Procedure, queste ultime relative al trasferimento di azoto e fosforo al di fuori del bacino territoriale, che secondo Bonazzi possono essere attuate tramite «il conferimento di materiali palabili ad aziende agricole carenti di sostanza organica, al di fuori delle zone vulnerabili, ma anche a impianti per la trasformazione in fertilizzanti commerciali o a strutture per la conversione energetica».
Inoltre, le aziende agricole che si candidano ad ottenere la deroga dovranno osservare alcune condizioni, come «l’applicazione del liquame chiarificato per iniezione diretta o interramento rapido o fertirrigazione; prevedere tipologie colturali specifiche, come prati permanenti avvicendati con prevalenza di graminacee, mais o sorgo in doppia coltura; la gestione corretta delle arature e l’analisi costante di azoto e fosforo».
Insomma, ottenere la deroga è possibile. Non soltanto attraverso un profondo cambio di mentalità nella gestione agronomica e aziendale, come ricorda appunto Bonazzi, ma anche mediante tecnologie adeguate, illustrate da Giorgio Provolo, del Dipartimento di Ingegneria agraria dell’Università di Milano.
I trattamenti possibili per rispettare i limiti imposti dalla Direttiva nitrati riguardano la separazione solido-liquido, la rimozione di azoto in aria, l’estrazione di azoto come minerale, la stabilizzazione e la combustione o pirolisi.
«Trattamenti che devono tuttavia inserirsi in strategie specifiche in base alle esigenze aziendali – spiega Provolo – ma sempre nel rispetto di alcuni accorgimenti imprescindibili. Gli imprenditori agricoli dovranno prestare molta attenzione infatti ad alcuni aspetti come la gestione dell’allevamento, gli stoccaggi e il calendario di distribuzione, le tecniche di distribuzione». Senza dimenticare il valore fertilizzante degli effluenti, «molto interessante e pari ad un valore di circa 4-5 euro al metro cubo, se non sono diluiti».