La Commissione europea ha fissato in un anno il tempo a disposizione degli Stati membri, affinché l'industria risponda alle aspettative dei consumatori e presenti una proposta di autoregolamentazione riguardante l'intero settore delle bevande alcoliche che verranno valutate dalla Commissione al fine di adottare una specifica normativa regolamentare. Questa dovrà riguardare in particolare modo le norme sull’indicazione degli ingredienti presenti nel vino e sulla presentazione della tabelle nutrizionale.
L’industria o per meglio dire i produttori hanno sempre respinto l’idea di indicare in etichetta gli ingredienti che entrano in gioco nella produzione del vino e riportare la tabella nutrizionale che ora è obbligatoria per tuti i prodotti alimentari.
Ma è proprio il Regolamento 1169/2011 che contiene una esplicita deroga a introdurre tali menzioni per il vino e i produttori si sono fatti sempre scudo di questa norma per respingere l’ipotesi di estendere al vino le norme sugli ingredienti che riguardano tutti gli altri prodotti.
L’unica eccezione riguarda gli allergeni la cui presenza è da sempre indicata in etichetta anche se tale indicazione è ora oggetto di discussione e di contestazione, al fine di indicare se il più conosciuto degli allergeni presenti nel vino, il solfito debba essere indicato anche quando tali solfiti sono quelli presenti naturalmente nel vino e non quelli aggiunti.
La Commissione ha affidato ad un gruppo di esperti uno studio su tale argomento e le risultanze di tale studio sono state rese pubbliche dalla Commissione il 13 marzo 2017.
La Commissione sulla scorta dell’indagine effettuata afferma che sulla base delle informazioni disponibili, non vi sono ragioni oggettive che giustificherebbero l'assenza di informazioni nutrizionali e sugli ingredienti delle bevande alcoliche o un trattamento differenziato per alcune bevande alcoliche.
Il settore è pronto
Nel corso di questi anni i tempi sono cambiati e la relazione dimostra che il settore è sempre più preparato a rispondere alle aspettative dei consumatori che vogliono essere informati su ciò che bevono. Ciò è comprovato dall'aumento di iniziative volontarie indipendenti o concertate, sviluppate e realizzate dal settore, volte a fornire ai consumatori informazioni sull'elenco degli ingredienti, il valore energetico e/o la dichiarazione nutrizionale completa sull'etichetta o altrove.
In particolar modo è da notare che un numero crescente di bevande alcoliche presenti nel mercato dell'UE recano già la dichiarazione nutrizionale completa. Tenendo conto di tali recenti sviluppi, la relazione degli esperti ritiene che, come primo passo, dovrebbe essere consentito alle attuali iniziative volontarie di svilupparsi ulteriormente in modo da fornire l'elenco degli ingredienti e la dichiarazione nutrizionale.
Secondo la Commissione recentemente il punto di vista dell'industria sull'argomento è mutato in modo significativo. Mentre in passato gli operatori del settore alimentare si opponevano a qualsiasi ulteriore prescrizione di etichettatura, oggi la maggioranza di essi riconosce che i consumatori hanno il diritto di essere informati riguardo al contenuto di ciò che bevono e gli attori di diversi settori stanno sviluppando e realizzando una serie di iniziative volontarie indipendenti o concertate volte a fornire ai consumatori informazioni supplementari.
La Commissione invita pertanto l'industria a rispondere alle aspettative dei consumatori e a presentare entro un anno dall'adozione della relazione una proposta di autoregolamentazione riguardante l'intero settore delle bevande alcoliche. La Commissione valuterà le proposte dell'industria.
Visioni contrapposte
I consumatori, riuniti a livello Ue sotto la sigla Beuc, sono contrari ad aspettare e vorrebbero «un'azione immediata per rendere obbligatoria l'etichettatura». Posizione in sintonia con l'industria della birra, con Brewer's Europe che ricorda come il settore abbia cominciato dal 2015 a «rendere pubblici gli ingredienti così come le informazioni nutrizionali in tutta Europa, seguendo le regole che si applicano alle bevande analcoliche». Molte posizioni diverse, invece, tra i produttori di vino. «L'etichetta nutrizionale sul vino e gli altri alcolici non deve tradursi in un inutile aggravio di oneri burocratici per le aziende vitivinicole, a partire da quelle medio-piccole che contribuiscono in misura importante al nuovo record delle esportazioni di 5,6 miliardi nel 2016», attacca Coldiretti.
La Cia ritiene l'iniziativa inutile e dannosa. «Non è pensabile - sottolinea la Confederazione italiana agricoltori - realizzare specifiche etichette per ognuna delle tipologie di vino prodotte: solo in Italia si tratterebbe di mettere mano a oltre 500 denominazioni riconosciute». L'etichetta «è un costo notevole per il produttore - commenta Confagricoltura - con un effetto nullo sulla protezione dei consumatori. La tabella nutrizionale e la lista degli ingredienti non rientrano, infatti, fra gli elementi di scelta di un vino».