«Le pensioni agricole italiane sono le più basse d'Europa». Lo afferma il presidente dell'Inps Pasquale Tridico in occasione della IX conferenza economica promossa dalla Cia a Roma, incalzando: «Si tratta di un paradosso, perché la produttività del settore è molto elevata. Il comparto ha un'importanza straordinaria, con un valore aggiunto di oltre 33 miliardi di euro e con l'industria alimentare che occupa oltre 14% del Pil».
«Gli agricoltori – ha proseguito – dovrebbero avere una valorizzazione diversa. Le 156 giornate all'anno valorizzate si riflettono su pensioni basse. Abbiamo un rateo pensionistico mensile per gli uomini pari a 890 euro e per le donne pari a 553 euro. Il legislatore potrebbe o, forse, dovrebbe intervenire».
Il presidente Inps ha quindi sostenuto la necessità di riconoscere un aumento alle pensioni minime degli agricoltori, appoggiando il progetto della Cia "Agricolture al centro" che ha come intento anche quello di sostenere un processo di riorganizzazione dei servizi alla persona dedicati ai pensionati ed accelerare lungo il percorso di salvaguardia e adeguamento delle pensioni basse.
Anp-Cia, pensioni: «Portare gli assegni delle minime a 780 euro»
L’Associazione nazionale pensionati di Cia-Agricoltori Italiani (Anp) chiede interventi strutturali più forti e che tengano realmente conto dell’emergenza sociale diffusa nel Paese. In prima istanza per l'Anp è urgente portare gli assegni delle minime a 780 euro, livello della pensione di cittadinanza; ma anche ridurre il carico fiscale sulle pensioni che sono le più tassate in Europa; ampliare la quattordicesima fino a tre volte il minimo attuale e introdurre un meccanismo di indicizzazione idoneo a garantire la protezione del potere d’acquisto. Inoltre l’Associazione evidenzia la necessità di garantire maggiori tutele per donne e giovani, oggi fortemente penalizzati.
Gli agricoltori coldiretti sono truffati dallo stato. Su 365 giornate lavorative sono riconosviute solo 160. È una vergogna