Raggiunta l’intesa nella riunione dell’11 gennaio della Conferenza Stato-Regioni sul decreto di riparto tra le Regioni e le Province autonome dei 500 milioni del Pnrr legati all’innovazione nel settore della meccanizzazione agricola e alimentare.
Il capitolo più sguarnito
Si tratta del capitolo più “sguarnito” tra i 4 che ricadono nell’ambito della missione sulla rivoluzione verde e la transizione ecologica gestiti dal Ministero della sovranità agroalimentare (allo sviluppo della logistica per l’agroalimentare sono destinati 800 milioni, 1,5 miliardi al parco agrisolare, 880 milioni alla componente degli investimenti nell’agrosistema irriguo), ma si tratta di una misura strategica anche per la possibilità di integrazione e sinergie con i sostegni all’innovazione della nuova fase di programmazione appena avviata dei complementi regionali per lo Sviluppo rurale (ex Psr).
Le modalità di ripartizione
«Il finanziamento – commenta Massimiliano Fedriga, presidente della Conferenza - interessa la meccanizzazione nel settore agricolo e alimentare e definisce anche le modalità di ripartizione per la quota parte da 100 milioni di euro da destinare all'ammodernamento dei frantoi oleari».
La quota dei 400 milioni destinata alla meccanizzazione del settore agricolo mira invece al miglioramento del parco macchine agricole con l’introduzione di sistemi di agricoltura di precisione per l’efficientamento della produzione agricola.
L’obiettivo di 10mila aziende entro il 2024
Nel 2023 è prevista la pubblicazione del secondo bando. A frenare l’adesione al primo è stato il vincolo di destinare gli investimenti solo alle macchine a trazione elettrica o a biometano. L’obiettivo del Next generation Fund europeo, a cui è legato il Pnrr è di raggiungere almeno 10mila imprese per l’innovazione nell’economia circolare e nella bioeconomia entro il 2024 e 15mila entro il 2026.
Obiettivi che secondo Federacma, Federazione nazionale dei commercianti macchine agricole, sono di difficile realizzazione se permangono questi vincoli.