Apicoltura in crisi, l’appello: settore da tutelare

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Per risollevare il comparto apistico, profondamente colpito dai cambiamenti climatici, è necessario sostenere gli apicoltori attraverso finanziamenti e indirizzando il consumatore verso una scelta consapevole, sensibilizzandolo su quanto sia importante il suo potere d’acquisto

La primavera 2024 ha registrato una persistenza di fattori che hanno irrimediabilmente compromesso il settore dell'apicoltura, una delle tante eccellenze nostrane, con perdite in termini di raccolto e di produzione. Mentre il Sud patisce siccità e incendi, il Nord è impotente tra alluvioni e grandine. Da molte Regioni si sollevano voci che è doveroso ascoltare e trasmettere a istituzioni e consumatori, per salvare api ed apicoltori.

A lanciare il grido d’allarme sono le tre associazioni apistiche nazionali (Unione Nazionale Associazioni Apicoltori Italiani, Federazione Apicoltori Italiani e Miele in Cooperativa). La richiesta, indirizzata al Sottosegretario On. Luigi D’Eramo, è quella di un finanziamento straordinario per supportare le aziende apistiche professionali.

Le conseguenze sulla produzione, da nord a sud

Dal cardo agli agrumi, dalla sulla al millefiori fino all’acacia, la mancanza o l’eccesso di pioggia hanno cancellato intere fioriture. Questi fenomeni hanno di fatto mancare le risorse necessarie al lavoro delle api, aggravando una situazione precaria già dalla scorsa primavera.

Secondo l’analisi dell’Osservatorio nazionale miele, in Sicilia il raccolto di miele di agrumi è stato praticamente nullo, così come quello di sulla.

Analoga situazione interessa la Basilicata, mentre in Puglia oltre a quella di agrumi è venuta a mancare la produzione di millefiori; risultati migliori solo per il coriandolo.

Soffre anche l’apicoltura calabrese dove al crollo di acacia, agrumi e millefiori si è aggiunto il calo del castagno. La siccità ha colpito anche la Sardegna, dove le fioriture di cardo si sono praticamente azzerate. Ma a condizionare l'andamento dell'apicoltura è stato anche il maltempo al Nord. In Toscana, il bilancio della produzione di acacia è negativo.

In Piemonte, piante di castagno e di tiglio sono state danneggiate in piena fioritura dalle improvvise ed abbondanti piogge, con apiari allagati e irraggiungibili.

A rischio anche l'equilibrio degli ecosistemi

Un quadro nazionale che non deve lasciare indifferenti, non solo rispetto alla crisi produttiva ma anche per l’impatto sul funzionamento dei servizi ecosistemici.

Lo sconvolgimento climatico in atto ha ripercussioni negative sulle api, monitorate e accudite dagli apicoltori. Ricordiamo, tuttavia che il loro declino, e degli impollinatori tutti, si ripercuote sul valore economico del servizio di impollinazione animale. Quest'ultimo è stato stimato in circa 153 miliardi di euro l’anno a scala mondiale, 22 miliardi a scala europea e 3 miliardi a scala nazionale (fonte: Ispra).

Attenzione alle frodi

Il rischio è che il crollo della produzione favorisca le importazioni di miele straniero e le truffe, considerato che nel 2023 sono state sequestrate 356 tonnellate di miele irregolare, nel corso di un’operazione interforze tra il Dipartimento del Masaf – Icqrf e la Componente Speciale della Guardia di finanza.

Nei primi quattro mesi del 2024, secondo l'analisi di Coldiretti su dati Istat, le importazioni dall’estero sono aumentate dell’11%. Il prodotto, di bassissima qualità, è stato acquistato a prezzi stracciati per essere poi venduto come nazionale.

Come leggere l'etichetta in modo consapevole

Per evitare di finire a consumare prodotti di bassa qualità che arrivano dall’estero, Coldiretti consiglia di controllare attentamente l’origine in etichetta o acquistare direttamente dai produttori presso aziende agricole, agriturismi o nei mercati di Campagna Amica.

Solo così si può riuscire a sostenere l'apicoltura italiana.

La legge impone che la parola “Italia” sia presente sulle confezioni di miele raccolto interamente sul territorio nazionale (es. “Miele italiano”). Se il miele proviene da più Paesi dell’Unione Europea, l’etichetta deve indicare “miscela di mieli originari della Ue” specificando i Paesi di origine. Se proviene da Paesi extra Ue, deve riportare “miscela di mieli non originari della Ue” con i nomi dei Paesi. Nel caso di un mix, l’etichetta deve indicare “miscela di mieli originari e non originari della Ue”, con i relativi nomi dei Paesi.

 

Apicoltura in crisi, l’appello: settore da tutelare - Ultima modifica: 2024-07-31T14:32:02+02:00 da Redazione Terra e Vita

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