Con la semina su sodo si
aumenta la fertilità del suolo.
Bisogna partire dalle parole chiave che l’Unione europea ha messo in cima al documento di programmazione della Pac 2014-2020 per capire dove andrà l’agricoltura nei prossimi anni: competitività, innovazione, conoscenza, sostenibilità. In pratica: capacità di stare sul mercato, utilizzare tutte le tecnologie più moderne, alzare il livello di istruzione e informazione degli operatori agricoli, aumentare le rese pur salvaguardando suolo, aria e acqua.
Cambio di mentalità
In alcuni comparti produttivi - viticoltura, orticoltura e in parte frutticoltura - questi concetti vengono già tradotti da molti agricoltori nella pratica e i risultati si vedono, mentre in altri comparti, come i seminativi, la maggior parte degli agricoltori continuano a ragionare e operare nel solco della tradizione. E anche in questo caso i risultati si vedono, tant’è vero che da anni si discute sul fatto che l’Italia è un forte importatore di frumenti e mais, che ha una cronica penuria di proteine vegetali e che in molte annate le produzioni sono di scarsa qualità e l’offerta non si riesce ad aggregare.
Occorre dunque un forte cambiamento nell’approccio all’intera gestione dell’azienda agricola, evitando interventi “spot” che non rispondono più a ciò che chiedono Unione europea e consumatori. Il cambio di rotta da attuare proviene proprio dalle misure di sostegno che l’Ue ha deciso di concedere nei prossimi anni e dalle raccomandazioni forti e chiare agli Stati membri per i nuovi Psr che dovranno predisporre nei prossimi mesi.
Nuovi percorsi
Sul versante agronomico, uno dei problemi da risolvere velocemente riguarda la scarsissima presenza di sostanza organica dei suoli, che in molte aree sta raggiungendo un livello di irreversibilità, di non ritorno a una fertilità accettabile.
La questione è talmente grave da diventare una priorità per Bruxelles, tanto da prevedere sussidi specifici per diffondere sistemi di lavorazione meno invasivi. Ma occorre agire anche sull’uso più razionale delle risorse idriche, con incentivi per l’acquisto di sistemi che permettano la massima efficienza di ogni metro cubo di acqua dato alla coltura, così come sulle attrezzature per la distribuzione mirata di agrofarmaci e fertilizzanti, evitando dispersione di prodotto nell’ambiente e la massima utilizzazione da parte delle piante nei momenti di effettiva necessità. Nei prossimi anni appaiono sempre più probabili sostegni agli agricoltori che imboccheranno la strada della sostenibilità.
La sfida è aggregare
Sul fronte del mercato, bisogna produrre bene senza incidere sull’ambiente ma è necessario anche saper vendere bene. Le novità maggiori che accompagneranno la Pac prossima ventura si concentrano sul sostegno finanziario da destinare alle aggregazioni che sanno esprimere un progetto d’area e di filiera.
L'alto investimento con 10 e oltre piante/m2 del mais.
Cosa significa? Che si deve rimuovere quell’atavico e infausto vizio dell’Italia agricola di stare ognuno per sé, con una frammentazione produttiva non in sintonia con le reali richieste dei mercati. Nei Psr sono a disposizione strumenti come i programmi tematici, il partenariato per l’innovazione, i progetti collettivi e integrati che vanno sfruttati al meglio proprio per aggregare produzione e offerta e realizzare economie di scala.
Non è pensabile infatti che il singolo agricoltore, a meno che non disponga di centinaia di ettari, possa da solo affrontare gli investimenti necessari nel futuro per avere prospettive concrete di rimanere sul mercato. È quindi opportuno che si apra al colloquio e al confronto costruttivo con i ‘vicini di casa’, che verifichi la disponibilità all’innovazione da parte dei rivenditori e dei contoterzisti del suo territorio per fare squadra e progettare una programmazione colturale condivisa, tale da avere un’adeguata forza contrattuale. Ma anche di promuovere, con chi trasforma o vende il prodotto, contratti di coltivazione attraverso accordi di filiera basati sulla massima trasparenza.
Irrigazione con ala gocciolante per l'efficienza dell'acqua distribuita.
La qualità paga sempre
Ecco il secondo grande cambiamento che occorre provocare nel tessuto agricolo senza il quale i percorsi agronomici virtuosi rimarranno senza un adeguato tornaconto economico. Bisogna smetterla di pensare: «tanto la qualità della produzione non paga» poiché gli agricoltori che con sacrifici e fatica la raggiungono, ottengono sempre maggiori soddisfazioni economiche, soprattutto nel medio periodo.
Il network mediatico
Anche i mezzi di informazione devono fare la loro parte per innescare nelle campagne un cambio di rotta. Il progetto “Nòvagricoltura-coltivare innovando” nasce proprio dall’idea che solo con l’innovazione si può cambiare il sistema. Non solo quella tecnologica, ma anche quella gestionale a tutto tondo, per trasformare l’azienda agricola da “familiare” a vera impresa.
Per fortuna ci sono già alcune mosche bianche che agiscono con successo fuori dal coro. Nel sito www.novagricoltura.it è presente un’apposita sezione dedicata proprio agli innovatori, personaggi che hanno già tradotto in pratica nella loro azienda quelle azioni necessarie per essere in sintonia con sostenibilità e mercato.
Agrofarmaci sostenibili con attrezzature moderne e gestiti dal computer.
Nòvagricoltura sta promuovendo informazione e formazione attraverso i punti di incontro e di discussione realizzati in occasione delle più importanti manifestazioni fieristiche: tavole rotonde, forum e giornate di studio; ma anche convegni e manifestazioni in campo nelle quali i protagonisti sono sì i mezzi tecnici ma soprattutto gli agricoltori innovatori. Sono questi che devono trasmettere ai colleghi le esperienze positive ricavate dall’applicazione diretta dell’innovazione, ma anche tutte le raccomandazioni necessarie per evitare errori e insuccessi.
Il progetto Nòvagricoltura comprende anche un’attività editoriale sui mezzi cartacei, con articoli e interviste sulle principali testate Edagricole e con volumi di tecnica applicata. Ne sono già usciti due: “La Nuova agricoltura”, dedicato ai percorsi virtuosi per i cereali e “La Nuova stalla da latte” per le innovazioni da introdurre in stalla per accrescere la competitività in vista dell’abolizione delle quote latte.
Il progetto assegna ogni anno un premio agli agricoltori distintisi per aver applicato l’innovazione in maniera sostenibile per l’ambiente e per la propria realtà aziendale. Chi ritiene di essere innovatore, può scrivere a redazione.agricoltura24@ilsole24ore.com descrivendo la propria esperienza.