Precision farming, l’esperienza di Conserve Italia sulle orticole

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Consumo idrico ridotto e trattamenti mirati grazie a un sistema di allerte accessibile da smartphone. Svelati in un convegno i risultati dei test sulla precision farming della cooperativa emiliana

Conserve Italia punta sulla precision farming per venire incontro alle richieste sempre più pressanti dei consumatori in fatto di sostenibilità ambientale delle produzioni agricole e di abbassamento delle percentuali dei residui di fitofarmaci.

Per farlo ha dato vita a un progetto triennale co finanziato grazie al Psr della Regione Emilia-Romagna rivolto all'innovazione dal titolo Agricoltura di precisione sulle colture orticole industriali per migliorare la gestione delle risorse idriche, dei fertilizzanti e dei pesticidi. Il lavoro ha sperimentato nuovi strumenti da mettere a disposizione degli agricoltori, come sistemi di allerta personalizzati per i trattamenti fungicidi e l’applicazione per smartphone che informa in maniera dettagliata sullo stato nutrizionale delle piante.

Precision farming, un convegno per spiegare tre anni di test

I risultati di queste attività, svolte in collaborazione con l’Università degli Studi di Milano, l’Università di Genova e il C.I.C.A. di Bologna, sono stati presentati nel corso di un convegno tenutosi nella sede aziendale di San Lazzaro di Savena, alle porte di Bologna.

«Ridurre l’impatto dell’agricoltura sull’ambiente è un impegno che portiamo avanti da anni, promuovendo coltivazioni sempre più sostenibili a partire da un minore consumo idrico e da una razionalizzazione del ricorso ai fitofarmaci – ha dichiarato il presidente di Conserve Italia, Maurizio Gardini – siamo una grande cooperativa che riunisce migliaia di agricoltori, la nostra filiera integrata parte dal seme, passa dal campo e dopo la trasformazione industriale arriva fino alla commercializzazione; siamo quindi in grado di controllare l’intero processo produttivo».

«Con questo progetto sulla precision farming – continua Gardini – abbiamo testato l’utilità di alcuni strumenti da mettere a disposizione dei nostri agricoltori per ottenere dalle piante il massimo delle loro potenzialità, contribuendo da un lato ad aumentare la redditività delle aziende agricole, dall’altro a razionalizzare l’utilizzo di acqua, fertilizzanti e pesticidi così da ridurre l’impatto sull’ambiente. I risultati ci dicono che applicando le tecniche sperimentate sarà possibile, ad esempio, diminuire fino al 7% il consumo idrico per colture orticole come pomodoro da industria, pisello, mais dolce e borlotto».

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Un momento del convegno organizzato da Conserve Italia per divulgare i risultati della sperimentazione

Test per rispondere al cambiamento climatico

Il progetto triennale, co-finanziato dalla Regione Emilia-Romagna, ha coinvolto tre aziende agricole associate a Conserve Italia presenti nelle province di Ferrara e Piacenza. «Grazie alle sperimentazioni svolte – aggiunge il direttore generale di Conserve Italia, Pier Paolo Rosetti – abbiamo verificato l’importanza di nuovi strumenti per rendere più efficienti i trattamenti fungicidi, razionalizzare le concimazioni, ridurre l’impiego di acqua e conoscere nel dettaglio le strategie di adattamento delle piante ai cambiamenti climatici così da sviluppare varietà più adatte per le condizioni che si verificheranno nei prossimi decenni.

«I sistemi di allerta per i trattamenti fungicidi e l'app per smartphone che informa nel dettaglio sullo stato nutrizionale delle piante permettendo così di definire le dosi ottimali di concime – ha spiegato Rosetti – sono i primi dispositivi sperimentati e che vogliamo mettere a disposizione dei nostri agricoltori per gestire i 12.000 ettari di orticole di Conserve Italia».

Sistemi di allerta per la peronospora

Per rendere più efficaci ed efficienti i trattamenti fungicidi, sono stati sperimentati sistemi di allerta in particolare per la peronospora del pisello e del pomodoro, l’antracnosi del fagiolo e l’alternariosi del pomodoro. Grazie a bollettini resi disponibili ogni giorno per ogni patogeno, questi sistemi di allerta hanno consentito agli agricoltori di eseguire trattamenti solo nel caso fosse previsto un rischio di infezione medio o alto, evitando così i trattamenti a calendario.

La possibilità di distribuire prodotti fungicidi solo quando realmente necessario ha garantito così agli agricoltori di risparmiare tempo e risorse e di diminuire l'impatto ambientale dei sistemi colturali, grazie all'impiego di quantitativi minori di prodotti fitosanitari.

Niente sovradosaggi grazie a un'app

È stata invece sviluppata un'applicazione per quantificare lo stato nutrizionale delle colture, permettendo al coltivatore di utilizzare il proprio smartphone per capire se la coltura di interesse si trovi in condizioni di marcato stress, leggero stress, leggero consumo di lusso o marcato consumo di lusso.

Queste informazioni hanno consentito all'agricoltore di dosare correttamente il quantitativo di azoto da distribuire, evitando sia perdite produttive dovute a insufficiente disponibilità di nutrienti che problemi dovuti ad eventuale sovradosaggio (per via dell'aumentata suscettibilità ad allettamento o ad infezioni da parte di patogeni fungini).

Si è al contempo limitato al minimo il rischio di sovradosaggi – frequenti nel caso di concimazioni azotate di copertura – che porta a perdite di azoto nell'ambiente. L'app è da qualche mese disponibile per il mais e recentemente è da poco anche per il pomodoro da industria.

Precision farming, l’esperienza di Conserve Italia sulle orticole - Ultima modifica: 2020-01-10T15:31:56+01:00 da Redazione Terra e Vita

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