La volatilità dei prezzi e la mancata stabilizzazione dei mercati dei cereali hanno influenzato notevolmente le scelte imprenditoriali delle aziende agricole negli ultimi anni. In questo scenario così altalenante e di difficile interpretazione pratica, la programmazione varietale e la tecnica colturale dedicata e specifica per singola coltivazione (elementi fondamentali di ogni itinerario tecnico nei contratti di coltivazione), seguite poi in post-raccolta dalla formazione di lotti di frumento omogenei per caratteristiche qualitative e reologiche richieste dall’industria molitoria, appaiono i fattori più importanti per ridurre il rischio e stabilizzare positivamente la redditività dell’azienda cerealicola. Il contenuto proteico, principale parametro qualitativo del grano duro, o altre caratteristiche reologiche per il tenero (W, P/L, ecc.), rappresentano quindi assieme alla massimizzazione della produzione gli obiettivi da raggiungere in ogni azienda professionale.
L’ottimizzazione della tecnica agronomica in campo è attualmente il mezzo fondamentale per il miglioramento quantitativo e soprattutto qualitativo delle produzioni in un contesto dove le potenzialità del miglioramento genetico per quest’ultimo aspetto appaiono un limite (ad es. il contenuto proteico del grano duro). Se le condizioni ambientali condizionano la resa produttiva, all’interno del percorso colturale la concimazione è decisamente un altro tassello importante per la massimizzazione del potenziale genetico di ogni varietà. Razionalizzare la fertilizzazione significa migliorarne l’efficienza. Ciò in pratica si realizza con l’individuazione della giusta dose, dell’epoca più consona, ma anche della tipologia di fertilizzante più adatto nel contesto di tutti gli altri fattori (terreno, varietà, densità di semina, ecc.) e dell’andamento stagionale durante le fasi cruciali del ciclo colturale del frumento. È dunque con rinnovato interesse che l’area ricerca e sviluppo del Consorzio Agrario di Ravenna ha programmato e realizzato attraverso il proprio centro di saggio una prova di confronto fra i diversi fertilizzanti azotati e fosfatici con l’obiettivo di verificarne l’efficienza soprattutto nei suoi risvolti produttivi.
Il fosforo sul tenero
Materiali e metodi - Varietà Apoteosi, seminato il 25 ottobre 2011 con densità di semina di 450 semi/mq, con precessione colturale mais. Lavorazioni terreno: aratura, doppia erpicatura e rullatura in pre-semina. Diserbo il 9 marzo 2012 con Granstar Power 1,09 kg/ha. Trattamenti il 9 marzo con Agorà 0,4 l/ha poi l’8 maggio con Proline 0,8 l/ha + Decis Energy 0,75 l/ha tutti eseguiti con barra da diserbo aziendale - Parcelle di 6 m x 1,5 m = 9 mq replicate 3 volte. Semina con seminatrice meccanica aziendale. Concimazione manuale a spaglio per ogni parcella (tab. 1).
Risultati - L’apporto di fosforo localizzato alla semina equivale all’apporto di pieno campo, nonostante le differenze del quantitativo di fosforo totale, ciò grazie all’efficienza della tecnica di distribuzione e all’impiego di fertilizzanti meno soggetti alla retrogradazione chimica in suoli calcarei e a pH elevati come quelli della prova. Comunque la dotazione media di fosforo (15 ppm Olsen) nel terreno alla semina e l’andamento siccitoso delle prime fasi di sviluppo, ha limitato le differenze fra le varie tesi in prova (tab. 2).
L’azoto sul tenero
Materiali e metodi - Varietà Apoteosi, seminata il 25 ottobre 2011 con densità di semina di 450 semi/mq e mais in precessione colturale. Lavorazioni terreno: aratura, doppia erpicatura e rullatura in pre-semina. Diserbo il 9 marzo 2012 con Granstar Power 1,09 kg/ha. Trattamenti il 9 marzo con Agorà 0,4 l/ha poi l’8 maggio con Proline 0,8 l/ha + Decis Energy 0,75 l/ha, tutti eseguiti con barra da diserbo aziendale
Parcelle di 6 m x 1,5 m = 9 mq replicate 3 volte in maniera randomizzata. Semina con seminatrice meccanica sperimentale. Concimazione manuale a spaglio per ogni parcella (tab. 3).
Risultati - In questa prova di concimazione azotata si nota come i livelli di produzione e proteico siano crescenti e direttamente proporzionali alla dose di concimazione azotata. Il peso specifico non viene influenzato dalla dose di azoto e probabilmente è più legato all’andamento stagionale (tab. 4).
Perdite diminuite
I dati riportati nelle tabelle delle prove informano che attualmente è possibile migliorare l’efficienza della concimazione azotata disponendo di fertilizzanti innovativi in grado di ridurre le perdite per volatilizzazione che possono essere anche del 30-40% in suoli calcarei e a ph elevati peraltro molto presenti negli areali di coltivazione del frumento. La conoscenza più precisa del timing di assorbimento dell’azoto in relazione all’andamento stagionale potrà sicuramente in futuro migliorare la tecnica di concimazione. Per quanto riguarda la concimazione fosfatica, la tecnica di distribuzione localizzata con fertilizzanti microgranulari o liquidi determina un miglioramento della produzione e una riduzione dei costi (minor passaggi e dosi più ridotte) con evidenti miglioramenti anche dell’impatto ambientale.
di Fabio Pelliconi, Paolo Amadei, Claudio Valmori e Gabriele Andrini
Gli autori sono dell’Area Ricerca
e Sviluppo del Consorzio
Agrario di Ravenna.
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consorzioagrarioravenna.it).
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