Pomodoro da mensa, i biostimolanti garantiscono una migliore qualità delle bacche

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Lo dicono le prove fatte in serra fredda con un abbinamento di un inoculo radicale di funghi micorrizici e Trichoderma atroviride e di applicazioni fogliari con idrolizzato proteico

L’abbinamento di un inoculo radicale costituito da consorzi microbici a base di funghi micorrizici e Trichoderma atroviride e di applicazioni fogliari con idrolizzato proteico vegetale migliora le caratteristiche qualitative e incrementa il valore nutraceutico di pomodoro ciliegino coltivato fuori suolo.

È quanto emerge da una prova condotta dal Corissia - Consorzio di ricerca per lo sviluppo di sistemi innovativi agroambientali (braccio operativo dell’assessorato Agricoltura e foreste della Regione Sicilia che ha come socio l’Università di Palermo), dall’Università Federico II di Napoli e dall’Università della Tuscia di Viterbo. I risultati della prova sono stati presentati da Nicolò Iacuzzi, ricercatore presso il Dipartimento Saaf, alla 4ª Biostimolanti Conference di Catania.

Contro gli stress abiotici

«La coltivazione del pomodoro da mensa è molto diffusa in Sicilia, soprattutto nella sua parte sud-orientale, dove viene largamente praticata in serra e senza riscaldamento. Ma tale gestione comporta diversi problemi alla coltura: infatti, durante il periodo invernale, le piante sono soggette a temperature sub-ottimali e a valori elevati di umidità relativa; durante il periodo estivo sono sottoposte invece a temperature molto elevate. Tali condizioni climatiche provocano sia una riduzione delle bacche commercializzabili sia uno scadimento qualitativo delle produzioni. Perciò abbiamo voluto verificare se l’impiego di sostanze naturali come i biostimolanti, microbici e non microbici, possa aiutare a prevenire o almeno attenuare gli effetti di tali stress abiotici, migliorando le caratteristiche fisico-chimiche e nutraceutiche del pomodoro».

L’obiettivo della prova è stato, quindi, l’incremento della qualità fisico-chimica e nutraceutica delle produzioni di pomodoro ciliegino attraverso l’applicazione di un inoculo micorrizico a elevato contenuto di Trichoderma atroviride e di un biostimolante a base di idrolizzato proteico di origine vegetale.

La prova

«Lo studio sperimentale è stato condotto a Comiso (Rg) in serra fredda nel periodo autunno-invernale su Creativo F1, varietà che garantisce cicli di produzione lunghi, come quelli invernali, ed è molto diffusa nella zona. Il trapianto è stato effettuato il 20 settembre su parcelle sperimentali di sei metri quadrati, con sesto di impianto di 2,00 x 0,33 m, quindi con una densità di 1,50 piante per metro quadrato. Il ciclo produttivo si è concluso a fine marzo dell’anno successivo. L’allevamento delle piante è stato effettuato a doppia branca, la fertirrigazione è stata realizzata con una soluzione nutritiva costituita da N (300 kg/ha), P2O5 (50 kg/ha), K2O (500 kg/ha), CaO (400 kg/ha) e MgO (100 kg/ha), il controllo fitosanitario è stato eseguito mediante un disciplinare di produzione integrata. Il protocollo sperimentale ha previsto una tesi di controllo le cui piante hanno ricevuto solo un trattamento fogliare con acqua e una tesi su cui sono stati applicati due biostimolanti di Hello Nature. L’idrolizzato proteico, Trainer, è stato somministrato, alla dose di 3 ml/l, mediante otto trattamenti fogliari iniziati 15 giorni dopo il trapianto e proseguiti per quattro mesi con cadenza quindicinale. L’inoculo micorrizico a elevato contenuto di Trichoderma atroviride (1 x 109 Ufc/g) è stato dato mediante tre trattamenti radicali, il primo il giorno antecedente il trapianto e gli altri due dopo 15 e 45 giorni dal trapianto, ogni volta alla dose di 6,25 g/l».

Durante la terza raccolta, ha informato Iacuzzi, su un campione di bacche sono stati rilevati il contenuto in sostanza secca, la consistenza, la quantità di solidi solubili, l’acidità titolabile, l’acido L-ascorbico, i polifenoli totali, il licopene e la capacità antiossidante.

Ottimi risultati

«Dall’analisi statistica è emerso che i risultati di diversi parametri sono stati significativi e per la maggior parte di essi altamente significativi, in particolare per consistenza, acidità titolabile, acido L-ascorbico, polifenoli totali, licopene e capacità antiossidante, sia per i trattamenti fogliari sia per i trattamenti radicali sia, infine, per l’interazione fra i trattamenti fogliari e quelli radicali. Invece non sono risultati significative le differenze in sostanza secca e in solidi solubili».

La consistenza è risultata notevolmente più elevata quando è stato utilizzato solo l’idrolizzato proteico per via fogliare, mentre gli esiti delle altre prove sono differiti molto fra loro statisticamente. «Per l’acidità titolabile, parametro molto importante per il pomodoro perché gli acidi determinano la sapidità, quindi la dolcezza, del pomodoro, l’inoculo micorrizico dato per via radicale ha portato a un suo maggiore accumulo. Per l’acido ascorbico, la cosiddetta vitamina C, altro parametro importante per il pomodoro, l’interazione fra idrolizzato proteico e inoculo micorrizico ha portato a un suo maggiore contenuto. I polifenoli totali sono risultati più elevati quando è stato applicato solo l’idrolizzato proteico. Il contenuto di licopene, sostanza naturale del gruppo dei carotenoidi importante per il pomodoro perché gli conferisce il tipico colore rosso e ha un notevole valore nutraceutico per le sue spiccate proprietà antiossidanti, ha registrato valori molto più alti sia nell’applicazione solo con idrolizzato proteico sia in quella congiunta fra idrolizzato proteico e inoculo micorrizico radicale, rispetto al controllo e all’applicazione solo dell’inoculo radicale. Per la capacità antiossidante, la sola applicazione dell’idrolizzato proteico ha portato ai risultati più elevati».

Dalla prova sperimentale è quindi emerso, ha concluso Iacuzzi, che l’abbinamento dell’inoculo radicale costituito da consorzi microbici a base di funghi micorrizici e Trichoderma atroviride e delle applicazioni fogliari con idrolizzato proteico vegetale consente di migliorare le caratteristiche qualitative e incrementare il valore nutraceutico delle bacche di pomodoro. «Da tali risultati consegue che i produttori di mensa che adottino un protocollo simile a quello della prova possono sviluppare strategie di differenziazione competitiva del loro prodotto attraverso un marketing nutrizionale volto a enfatizzare il maggiore contenuto in esso di licopene e vitamina C».

Condor e Trainer

Condor è un inoculo di funghi micorrizici e Trichoderma atroviride, fungo antagonista che colonizza facilmente la rizosfera, migliorando la crescita delle piante e la loro resistenza. Il ceppo selezionato, accompagnato dall’esclusiva formulazione, conferisce al prodotto altissima qualità ed elevata persistenza ed efficacia nei trattamenti per aspersione.

I vantaggi di Condor sono numerosi: garantisce azione fitostimolante, favorisce il potenziamento dell’apparato radicale, aumenta la resistenza delle piante agli stress abiotici (siccità, salinità ecc.), favorisce l’assorbimento dei nutrienti e aumenta l’efficacia dei fertilizzanti, consente di ottenere piante più sane, forti e resistenti, migliora la fertilità e la vitalità del terreno, è innocuo per gli insetti utili, è consentito in agricoltura biologica.

Trainer è un biostimolante innovativo che migliora la crescita e lo sviluppo delle piante, riducendo la perdita di nutrienti, la fitotossicità dovuta all’applicazione di erbicidi e lo stress in generale. Idrolizzato proteico di massima purezza contenente selezionati peptidi vegetali, Trainer è efficace per applicazione fogliare, esercita una spiccata azione antistress nei confronti delle situazioni climatiche difficili come siccità ed eccessi di freddo, migliora l’assorbimento dei nutrienti da parte della pianta e costituisce un ottimo completamento della fertilizzazione tradizionale per ottenere maggiori risultati produttivi e qualitativi, grazie all’apporto di numerose sostanze biologicamente attive che migliorano la fotosintesi e la fisiologia della pianta. È consentito in agricoltura biologica.

Batteri benefici polifunzionali associati alla rizosfera

I batteri possono svolgere molteplici funzioni benefiche nei confronti anche delle piante di pomodoro, agendo per biostimolazione, biofertilizzazione e biocontrollo, ha affermato Vittoria Catara, docente di Patologia vegetale presso il Dipartimento di agricoltura, alimentazione e ambiente (Di3A) dell’Università di Catania.

«Nel caso della biostimolazione (o fitostimolazione) la promozione della crescita delle piante avviene in modo diretto attraverso fitormoni prodotti dai batteri» spiega Catara.

Nelle piante i fitormoni contribuiscono al coordinamento di vari processi, sia fisiologici sia di resistenza a fattori abiotici, agendo anche come inibitori o attivatori dell’espressione genica e della sintesi di metaboliti, complessi enzimatici e pigmenti.

I fitormoni prodotti dai microrganismi benefici del suolo (auxine, gibberelline, citochinine e altri) hanno un notevole impatto sulla morfogenesi radicale e sull’assorbimento degli ioni.

Inoltre, sommandosi ai fitormoni prodotti dalla pianta stessa, possono orientare i processi di crescita e sviluppo della pianta» ha concluso Catara.

Pomodoro da mensa, i biostimolanti garantiscono una migliore qualità delle bacche - Ultima modifica: 2023-07-12T17:10:14+02:00 da Giuseppe Francesco Sportelli

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