Orticoltura fragole

Fragole, le tray plants belghe

Questo metodo consente di produrre le giovani piantine direttamente in azienda con un sistemadi rotazionevarietaleche permette di avere per tutto l’anno delle cultivar in produzione. Le rese complessive sono vicine a 20 kg/m2/anno

Il recente congresso internazionale sulla fragola, organizzato con la solita efficienza dall'asta (veiling) di Hoogstraten ad Anversa, è stato un'ottima occasione per studiare da vicino anche i sistemi e le tecniche di coltivazione adottate in Belgio per produrre 11 mesi l'anno. La fragola belga rappresenta meno dell'1% della produzione mondiale (circa 30mila t nel 2012, contro un totale di 4,3 milioni nel 2011), ma gode di un'alta reputazione internazionale, tanto che più del 60% viene esportato, soprattutto verso i mercati più esigenti e remunerativi del Nord Europa, ma anche verso il Nord Italia nei mesi estivi. Più di 2/3 di tutte le fragole belghe e olandesi passano da Hoogstraten e tutti i 300 soci dell'asta sono certificati Global Gap, ma seguono anche protocolli interni ancora più rigorosi, soprattutto in termini di produzione integrata e sostenibilità, ovvero tramite un uso sempre più razionale delle risorse disponibili (acqua, fertilizzanti, pesticidi ed energia). La varietà predominante è tuttora Elsanta (85%), seguita da Darselect (5%), al top per qualità organolettiche, e dalle emergenti Sonata e Figaro, importanti per la precocità, ovvero per estendere il più possibile la stagione di raccolta. Clery del nostro Civ si è fatta conoscere da poco, ma ha già incontrato il favore sia dei produttori (precocità), che dei consumatori (gusto), quindi promette bene. Crescente anche l'interesse per la rifiorente Capri, sempre del Civ. La fragola belga fonda la propria forza su una ricerca continua, quasi esasperata si potrebbe dire, della qualità totale. Lo testimoniano anche i prezzi medi di esportazione, attorno ai 3-3,40 €/kg per le fragole belghe, ben superiori agli altri Paesi europei produttori: circa 2 €/kg per Italia, Francia e Germania e solo 1,7 per la Spagna, leader incontrastato del settore quanto a volumi totali (262mila t nel 2011) e quantità esportate. Altri fondamentali punti di forza della fragolicoltura belga sono la presenza sul mercato europeo per ben 11 mesi l'anno (il “vuoto commerciale” dura solo da metà gennaio a metà febbraio) e la tecnica di coltivazione, basata in gran parte su sistemi fuori suolo. Non solo la diversa precocità varietale rende possibile un calendario così esteso. Vi contribuisce anche l'uso combinato di 4 diversi sistemi produttivi: serra in vetro riscaldata, soprattutto per i raccolti precoci e tardivi; tunnel in plastica di alto volume, riscaldato o freddo, per le produzioni primaverili; protezioni in plastica fila per fila (table tops) per l'estate e l'autunno, studiate per difendere le piante dalle piogge e conseguenti malattie fungine, ma molto aperte, per assicurare un'efficiente circolazione d'aria; pieno campo per le produzioni in estate. A parte la produzione estiva a pieno campo, su terreno pacciamato con paglia di grano, tutte le aziende di fragole belghe basano la maggior parte delle proprie colture su tecniche fuori suolo.

Sistemi fuori suolo

Il perfetto controllo della nutrizione e dello sviluppo radicale consente alti livelli qualitativi, sia intrinseci (contenuto di zuccheri, vitamina C, sali minerali, ecc.), che estrinseci (soprattutto omogeneità di pezzatura e pulizia). L'unità di base del sistema era rappresentata fino a poco tempo fa soprattutto da sacchetti di torba bionda, o torba e perlite (circa 80/20 v/v), o fibra di cocco, da sola o in miscela. Attualmente si sta diffondendo invece l'uso di vasi o vaschette di PE nero o grigio, dotati di profili interni per meglio guidare lo sviluppo delle radici. Queste vengono riempite ogni anno di nuovo substrato, quindi semplicemente pulite e non sempre disinfettate a fine ciclo. In questo modo si riduce il problema della separazione e smaltimento dei sacchetti di PE a fine coltura. L'investimento iniziale è ovviamente maggiore, ma il costo annuale per pianta o per kg prodotto è inferiore, grazie al reimpiego per molti anni. Le piante di fragola vengono sistemate nei vasi, vaschette o sacchetti a fila binata, in modo da esporre fiori e frutti in gran parte verso l'esterno, così da facilitare impollinazione e pratiche colturali, soprattutto la raccolta. La densità colturale, a seconda della varietà, del tipo di pianta e del sistema e periodo colturale, varia da circa 9-10 a 12-14 piante/m2, praticamente doppia rispetto a quella adottata per colture a terra (in genere 5-7). I contenitori vengono sostenuti da tralicci o canalette, appesi o supportati da pali infissi a terra, ad altezze tali da agevolare la raccolta (120-150 cm). La distanza tra le file varia da 120 a 140 cm, in modo da permettere un facile passaggio agli operatori. Foglie e frutti sono sostenuti lateralmente da fili e/o fasce di plastica o tessuto, soprattutto per prevenire la “ginocchiatura” dell'asse fiorale.

Fertirrigazione e riscaldamento

La fertirrigazione è assicurata da gocciolatori auto-compensati, in genere uno ogni due piante, della portata di 2 l/h, alimentati da tubi in PE da 20-25 mm di diametro, di solito sostenuti al di sotto della canaletta. In base alle rigide normative belghe e olandesi in tema di tutela ambientale, tutti gli impianti sono a ciclo chiuso, quindi le soluzioni drenate vengono raccolte e riciclate, previa sterilizzazione con lampade a raggi UV o con “filtri biologici” a sabbia. Molti agricoltori effettuano recupero, filtrazione a sabbia e riciclo delle soluzioni nutritive, tramite tubi di drenaggio interrati, anche nelle colture di pieno campo. Le soluzioni fertilizzanti, complete di macro- e micro-elementi, vengono fornite a una E.C. di circa 0,8-1,6 mS/cm al gocciolatore e recuperate con una E.C. di 1,6-2. Particolare attenzione va rivolta al contenuto di azoto e potassio e al loro rapporto, che varia in funzione dello stadio vegetativo e riproduttivo delle piante. Tutte le colture invernali, ovvero che danno il raccolto tra ottobre e aprile, sono riscaldate, in genere con tubi in ferro e acqua calda, alimentati da caldaie a gas, quindi vi é anche la possibilità di recuperare la CO2 per condensazione dai fumi di combustione ed effettuare la concimazione carbonica, in genere a 500-600 ppm. I tubi del riscaldamento sono solitamente sostenuti al di sotto delle canalette, ma in alcuni casi fungono anche da rotaie a terra per il trasporto dei sistemi di raccolta. Questa viene effettuata grazie a carrelli agevolatori, i quali consentono la posizione eretta degli operatori, quindi elevata efficienza del lavoro.

Approvvigionamento delle piante

Alla base di queste prestazioni eccezionali delle colture fuori suolo belghe vi é l'uso di un particolare tipo di piante, le cosiddette tray plants, che potremmo tradurre come “piante in contenitore”, le quali vengono prodotte normalmente a livello di singola azienda coltivatrice (nei vivai professionali prevale la coltivazione a radice nuda tradizionale). Oltre a serre e tunnel, per potersi approvvigionare di tray plants, il fragolicoltore deve disporre anche di un piazzale pacciamato con stuoia nera drenante, fertirrigato con irrigatori rotativi sovra-chioma. Le piante madri, da cui ottenere gli stoloni per le tray plants, vengono messe a dimora non appena finisce il periodo a rischio gelate, all'incirca a metà marzo, sempre su vasi, vaschette o sacchi riempiti di substrati organici, come le piante per la produzione di frutti. In questo momento la serra di coltivazione è occupata dalla seconda produzione primaverile di Elsanta (la prima è avvenuta in autunno), la quale finisce generalmente a fine maggio. Non appena questa coltura viene ripulita, ai primi di giugno i contenitori con le piante madri vengono trasferiti in serra su canalette a una certa altezza da terra, in modo da lasciar crescere gli stoloni “a penzoloni” più lunghi possibile. Sotto l'influenza dei giorni lunghi di giugno-luglio, le piante producono molti stoloni, i quali vengono poi raccolti a mano, in genere tra il 10 e il 20 di luglio. Le varie piantine sono separate e messe a radicare su vassoi alveolari di PE riempiti di torba bionda o miscele con la perlite. Dai contenitori alveolari le piantine radicate passano quindi sui contenitori definitivi (tray), a sua volta trasferiti sul piazzale pacciamato, il quale aveva ospitato le piante madri da metà marzo ai primi di giugno. Anche per questi l'irrigazione e la fertirrigazione vengono realizzate con irrigatori rotativi sovra-chioma di elevata capacità e pressione. Nelle prime fasi dopo il trapianto si usano soluzioni a basso titolo di azoto, per contenere la vigoria e il comportamento vegetativo delle piante, mentre la concimazione diventa decisamente più spinta dopo che è iniziata la differenziazione a fiore delle gemme. L'asportazione degli stoloni, prodotti da queste giovani piantine, viene effettuata a mano, ma si stanno mettendo a punto anche sistemi automatici, in quanto è un'operazione assai onerosa in termini di manodopera, che in Belgio ha un costo orario notevole (15-18 €/h). A metà settembre, sotto l'influenza dei giorni corti (<10,5-11 h/giorno), avviene la differenziazione a fiore delle gemme, quindi è necessario attendere per la raccolta un accumulo di almeno 500 ore di freddo, a una temperatura inferiore a +7 °C. Una volta che la gemma è entrata in dormienza, le tray plants vengono ripulite dalle foglie vecchie, confezionate in casse e riposte in frigo alla temperatura di circa -1,5 °C e lì conservate fino al momento del loro utilizzo. In Belgio è l'asta di Hoogstraten che fornisce le strutture frigorifere collettive per la conservazione delle tray plants di tutti i soci. Nel caso delle varietà precoci (Clery, Sonata, Figaro), che vengono portate in serra già a partire da metà gennaio, il rimanente fabbisogno in freddo viene soddisfatto simulando l'allungamento del giorno, ovvero tramite l'interruzione ciclica della notte con normali lampade a incandescenza da 100 W o, recentemente, anche con luci a Led. Tale tecnica ha inoltre lo scopo di provocare l'allungamento dei piccioli fogliari e degli assi dell'infiorescenza. Le piante utilizzate più tardi nella stagione di produzione, invece, completano il fabbisogno in freddo all'interno dei frigoriferi di conservazione.

Cicli produttivi e rese

Se analizziamo il ciclo di utilizzo delle strutture serricole più tecnologiche, ovvero di alto volume e riscaldate, in vetro o plastica, si può notare che vengono sfruttate per tutto l'anno, in quanto ospitano più cicli di coltivazione, sia per ottenere frutti, che tray plant. La rotazione annuale viene fatta partire, per convenzione, con il trapianto estivo delle tray plant di Elsanta a metà agosto, le quali iniziano a fruttificare esattamente 45 giorni dopo, ovvero ai primi di ottobre. Fino a circa metà dicembre la resa è di ca. 350-450 g/pt, ovvero di 3,5-4,5 kg/m2, considerando una densità media di ca. 10 pt/m2. Tutti i frutti rimasti da maturare dopo la metà di dicembre vengono rimossi, ma si continua a riscaldare la coltura fino a ca. metà gennaio, per permettere alle piante di accumulare riserve per la seconda produzione primaverile. I contenitori con l'Elsanta, a questo punto, vengono trasferiti o all'aperto nel piazzale pacciamato, o in piccoli tunnel freddi, per poter soddisfare il fabbisogno in freddo, necessario alla seconda fioritura primaverile. Il loro posto in serra viene preso prima da un ciclo precoce di Clery, quindi di Sonata, di circa un mese ciascuno, quindi l'Elsanta ritorna in serra dalla metà di aprile a fine maggio, per fornire altri 700-850 g/pt, ovvero 11-13 kg/m2 in totale che, sommati alle rese delle varietà precoci, portano la resa totale della serra vicino ai 20 kg/m2/anno, ovvero a prestazioni veramente da record. Sulla possibilità di coltivare fragole su due o più piani sovrapposti, come proposto da qualche coltivatore o azienda del settore, la risposta dei fragolicoltori belgi è un netto no comment e un lungo sorriso di commiserazione, in quanto a oggi non risultano verificati sistemi più efficienti di quello belga quanto a rese e qualità dei prodotti. Come già accennato, però, la serra non rimane improduttiva, in quanto dai primi di giugno al 20 luglio ospita le piante madri per ottenere gli stoloni per le tray plants. Giusto un po' di sosta per pulire e disinfettare tutto, quindi ad agosto si ricomincia col ciclo dell'Elsanta. La maggior parte dei produttori belgi, tuttavia, non dispone di solito della sola serra tecnologica, ma riesce a realizzare anche 2 cicli consecutivi di Elsanta in strutture più povere: in passato in tunnel di medio-alto volume (4-4,5m alla gronda), quindi in tunnel medio-bassi di soli 1,5 m alla gronda (3,5-4 m al colmo), mentre ora si stanno diffondendo molto le table tops, ovvero tunnellini fila per fila, sostenuti dalla stessa canaletta che ospita le piante.

Le table tops

Le table tops sono un'interessante soluzione per coltivare fragola d'estate, anche in presenza di giornate molto calde, in quanto garantiscono un'elevata circolazione d'aria, associata a una notevole capacità di raffrescamento, grazie all'evapo-traspirazione del suolo inerbito. Il primo ciclo di Elsanta con tray plants, sempre a densità di ca. 10 pt/m2, tra aprile e luglio, dà rese di ca. 4-6 kg/m2, mentre quello successivo di agosto-ottobre di 5-7 kg/m2, per un totale di ca. 10-12 kg/m2. Questi due cicli estivi con tray plants “programmate” di Elsanta potrebbero essere benissimo sostituiti da un unico ciclo con una rifiorente, come la Capri del Civ, ma il mercato belga è ancora troppo legato alle specificità qualitative dell'Elsanta, che continua a premiare con prezzi superiori alle altre varietà, pur valide, che sono state messe a punto dai genetisti negli ultimi anni. Completano l'offerta del fragolicoltore belga le produzioni estive di pieno campo su terreno pacciamato con paglia di grano. Anche l'attività del piazzale pacciamato conosce ben pochi periodi di riposo: in inverno serve a soddisfare il fabbisogno in freddo dell'Elsanta, in primavera ospita la prima fase di crescita delle piante madri, quindi da luglio a novembre-dicembre serve all'ingrossamento delle tray plants. Nonostante l'elevata efficienza del sistema belga e le alte rese, alti sono anche i costi di produzione (piante, lavoro, energia), per cui i margini per i coltivatori si vanno sempre più riducendo. Come per molte altre colture, quindi, la tendenza generale è verso unitá produttive di sempre maggiore dimensione, per ottenere economie di scala. Molto lavoro viene fatto anche sul marketing del prodotto, basato soprattutto sull'esaltazione dell'estrema qualità totale delle fragole belghe, unica garanzia per cercare di sopravvivere in un mercato sempre più globale e competitivo.

Fragole, le tray plants belghe - Ultima modifica: 2013-11-28T11:37:21+01:00 da nova Agricoltura

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