Le piante infette, due a Mentone e l'altra ad Antibe, sono ai confini dell'area in cui il batterio è già presente dal 2015. A preoccupare di più le autorità francesi è il caso di Mentone, perché la sottospecie di Xylella fastidiosa rilevata è la stessa della sindrome del disseccamento rapido degli ulivi in Puglia.
Frontiere colabrodo
Sotto accusa anche in questo caso è il sistema di controllo dell’Unione Europea con frontiere colabrodo che hanno lasciato passare materiale vegetale infetto, poiché anche il batterio che sta distruggendo gli ulivi pugliesi è stato introdotto con molta probabilità nel Salento dal Costa Rica attraverso le rotte commerciali di Rotterdam. Fino ad oggi tutti i controlli del servizio fitosanitario regionale sono risultati negativi e non si parla di pericolo di contagio per le piante liguri, risparmiate dall’infezione da Xylella Fastidiosa.
Taggiasca da presidiare
«Gli ulivi infetti oltre frontiera ci preoccupano, ma – affermano il Presidente di Coldiretti Liguria Gianluca Boeri e il delegato Confederale Bruno Rivarossa - al momento nella zona “cuscinetto” di Ventimiglia non sono stati riscontrati casi d’infezione e questo è un dato che fa ben sperare. Il settore olivicolo, che si concentra soprattutto nel ponente, è uno dei primi settori vitali dell’economia agricola regionale, che, ad esempio, per l’annata 2018 ha contato la raccolta più di 300mila quintali di olive per una produzione d’olio di circa 25mila quintali, di cui 5mila certificati DOP. Per questo, ma anche per salvaguardare un patrimonio regionale culturale, ambientale ed economico-storico che conta varietà pregiate uniche al mondo come la taggiasca, bisogna fare tutto il possibile per evitare il contagio».
Già abbattuti e distrutti gli ulivi infetti
La Xylella era già stata individuata in Francia sin dal 2015 ma mai sulle piante di olivo. Ad oggi, esso è presente in Corsica e in 19 comuni nei dipartimenti meridionali del Var e delle Alpi-Marittime. Ciò nonostante, finora nessun olivo era stato attaccato: il batterio aveva colpito altre specie vegetali. In particolare, le autorità francesi hanno spiegato che “il caso di Mentone è legato allo stesso batterio presente in Italia”.
Secondo il protocollo francese che si applica nei casi del genere i tre olivi di età compresa tra i 200 e i 250 anni sono stati abbattuti nelle città di Antibes e Mentone, nel sud della Francia. Essi sono stati fatti a pezzi e portati in un inceneritore. Anche le foglie e i residui dei rami rimasti sul posto sono stati raccolti e bruciati.
Franck Roturier, direttore dei parchi e degli spazi verdi di Mentone ha inoltre lanciato un appello ai cittadini, affinché non importino con leggerezza dei vegetali: “È come giocare alla roulette russa”.