I territori dei Comuni di Polignano a Mare e Conversano sono nuovamente fuori dalla zona cuscinetto, mentre quello di Monopoli torna a essere parzialmente indenne. È quanto emerge dalla Determinazione del Servizio fitosanitario regionale n. 59 del 21 maggio 2019 che riporta la delimitazione delle aree – infetta, contenimento e cuscinetto – al 2018, prima che a Monopoli fosse ritrovato un olivo infetto, che successive analisi hanno invece verificato sanissimo. Pertanto attualmente in provincia di Bari nessun olivo risulta infettato dal batterio Xylella fastidiosa subsp. pauca ceppo ST53.
Fra tante notizie negative sulla questione Xylella, questa, come commenta il presidente di Coldiretti Puglia Savino Muraglia, «fa certamente tirare un sospiro di sollievo ed è l’unico risvolto positivo dello “strano caso” dell’olivo di Monopoli, un albero dichiarato infetto per 5 mesi, con gli immaginabili effetti negativi sull’agricoltura e sull’intera Puglia, con un danno in termini di immagine, di misure fitosanitarie obbligatorie da applicare, di tensione sociale, di preoccupazione per l’agricoltore proprietario di tale olivo e per tutti gli olivicoltori della provincia di Bari. Eppure dopo cinque mesi, per non meglio precisate “anomalie nella catalogazione”, si ribalta il verdetto con nuovi campionamenti e relative analisi e risulta per fortuna sano, non infetto da Xylella».
La “scoperta” della sanità dell’olivo di Monopoli, per quanto riporta la Determinazione n. 59, parte dalla ispezione visiva, della particella sotto sequestro e dell’albero risultato positivo al monitoraggio ufficiale svolto dall’Arif, compiuta il 15 aprile 2019, previa autorizzazione della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Bari, dai Commissari europei Dorothée André, Harry Arijs e Pasquale Di Rubbo, dai rappresentanti del Mipaaft Bruno Faraglia e Carlo Cesaroni, dai rappresentanti del Dipartimento Agricoltura regionale Gianluca Nardone, Giuseppe Tedeschi, Anna Percoco e Cosimo Cavallo. In occasione di tale visita congiunta gli ispettori fitosanitari presenti, Cavallo e Percoco, hanno riscontrato che la pianta risultata infetta il 6 dicembre 2018 (dichiarata dagli agenti fitosanitari Arif “sintomatica” con sintomi di “bruscatura fogliare”) non presentava in realtà alcun sintomo né di bruscatura né di disseccamento o altri evidenti sintomi ascrivibili a Xylella, nonostante il tempo trascorso dal rilevamento effettuato dall’Arif, a eccezione di uno sviluppo vegetativo ridotto, a testimonianza di una situazione congenita della pianta datata nel tempo come asserito pubblicamente dal conduttore in fase di sopralluogo. A seguito di tale sopralluogo è stata rilevata l’esistenza di un’anomalia nella catalogazione del campione ID 330487 che costituisce motivazione tecnica specifica tale da rendere necessaria la ripetizione del campionamento. In data 17 aprile quattro ispettori fitosanitari, autorizzati dalla Procura di Bari, hanno visionato i luoghi e prelevato campioni vegetali dall’olivo dichiarato infetto. Tali campioni sono stati portati in giornata ai laboratori dello Iamb-Ciheam per le analisi ELISA e contestualmente al Cnr-Ipsp per le analisi molecolari. Entrambe le analisi hanno dato risultato negativo, sicché è stata revocata la determinazione n. 1/2019 di abbattimento immediato dell’olivo ed è stata ripristinata la precedente demarcazione delle aree di cui alla Decisione Ue/2018/927 recepita con la DDS n. 674/2018.
Coldiretti Lecce: «Stop alle domande espianto, tutto da rifare»
Intanto nel Salento diventa sempre più complicato espiantare volontariamente gli olivi infetti da Xylella e sostituirli con piante di varietà resistenti, denuncia il presidente di Coldiretti Lecce Gianni Cantele.
«La Sovrintendenza di Lecce sta inviando ai Comuni la comunicazione con cui archivia tutte le domande di espianto presentate con procedura semplificata, con la richiesta che vengano ripresentate con procedura ordinaria. Gli agricoltori, dopo aver aspettato mesi invano, si ritrovano a dover rifare tutto daccapo, perché la domanda di espianto degli ulivi è equiparata in buona sostanza a una pratica edilizia. Il paradosso degli espianti continua, per cui gli agricoltori che vogliono estirpare un olivo secco devono provvedere a proprie spese a fare le analisi che certifichino la presenza della malattia, per poi cadere nel limbo della burocrazia per chissà quanto tempo!».
Cantele: «Si espandono i furti di piante resistenti»
Cantele rimarca altresì il crescente aumento dei furti di piante resistenti di Favolosa (Fs-17) e Leccino, che, appena piantumate, spariscono durante veri e propri raid notturni.
«Dopo anni di blocco produttivo a causa della Xylella e della burocrazia gli agricoltori stanno timidamente iniziando a reimpiantare, ma qualcuno vuole vigliaccamente togliere una speranza di futuro alle nostre imprese rubando le piante appena piantumate. Al danno economico si aggiunge l’impatto psicologico, per l’olivicoltore che, dopo anni di attesa, vede andare in fumo in una notte il sogno di poter ricominciare a produrre. È evidente che le piante rubate sono destinate al mercato parallelo delle piante resistenti che sarà sempre più appetibile perché si alimenterà in maniera direttamente proporzionale alla crescita dei reimpianti. Chiediamo alle forze dell’ordine di intensificare il presidio del territorio evidentemente sovraesposto».
Prev-Am Plus ammesso contro adulti di sputacchina
È stato adottato un importante intervento a sostegno dell’olivicoltura biologica pugliese. Il 21 maggio u.s. è stato approvato il decreto del Ministero della Salute che consente l'utilizzo su olivo di un prodotto fitosanitario a base di olio essenziale di arancio dolce, Prev-Am Plus. Il prodotto, autorizzato per 120 giorni, quindi fino al 18 settembre 2019, può essere utilizzato in regime di agricoltura biologica nella lotta agli adulti della sputacchina, ma con il limite di impiego di due trattamenti e con divieto di utilizzo durante la fioritura.