La Xylella rallenta ma avanza.
Anche perché le istituzioni continuano a mettere sul banco degli imputati chi cerca di fermarla. L’ultimo caso è stato registrato ieri a Monopoli, che è in provincia di Bari e non di Brindisi. Dove tre persone sono state multate dalla Guardia di Finanza perché hanno potato una quarantina di ulivi secolari senza autorizzazioni.
Quaranta olivi secolari potati
L’intervento stigmatizzato mirava a salvare l’impianto prevenendo l’attacco di Xylella, la cui presenza è già stata riscontrata nella zona.
Il proprietario del terreno, nella piana degli ulivi monumentali, e i due addetti che hanno materialmente proceduto alla potatura degli alberi, sono stati invece denunciati per deturpamento di bellezze naturali e potatura senza la necessaria autorizzazione comunale e senza ricorrere agli specifici metodi e procedimenti di taglio prescritti dalla normativa di settore.
La potatura, cioè, è stata eseguita alterando la caratteristica morfologia della chioma e asportando più del 10% della superficie fotosintetica attiva.
Pronti all’innesto con Leccino
Durante i controlli i tre indagati hanno spiegato che il loro scopo era di prevenzione dalla xylella per poi procedere all’innesto di specie più resistenti come la Leccino.
L'intervento è stato scoperto dai militari della guardia di finanza di Monopoli con il supporto di un elicottero che ha sorvolato l'area acquisendo rilievi video-fotografici.
Non è così che si salvaguarda il paesaggio
Hanno così accertato che circa quaranta alberi, alcuni con tronco di diametro superiore al metro e cinquanta, erano stati potati eliminando completamente la chioma e lasciando solo il grosso tronco. «Questi uliveti - spiega la Finanza -, unitamente ai muretti a secco ed ai trulli, rappresentano il tratto distintivo del paesaggio pugliese e per questo sono tutelati da uno specifico quadro normativo, nazionale e regionale».
Un intervento di potatura forse eccessivo e goffo, ma le motivazioni della sanzione appaiono grotteschi alla luce dei danni che il batterio killer degli olivi sta producendo sul paesaggio storico pugliese, desertificato dagli attacchi del patogeno arrivato nel 2013 dal Costarica.
La polemica Cattaneo-Emiliano
Le preoccupazioni dei produttori della Piana degli Ulivi monumentali e l’ intervento della Guardia di Finanzia in provincia di Bari smentiscono tra l’altro le dichiarazioni del presidente della Regione Puglia Michele Emiliano che solo pochi giorni fa si è preso la briga di smentire il giornalista Marco Cattaneo, direttore di Le Scienze e di National Geographic in Italia, il quale lamentava la distruzione degli oliveti del Salento e l’avanzata indisturbata del batterio verso Nord. Emiliano invece asseriva che grazie agli interventi della Regione il batterio è stato arginato in provincia di Brindisi.
L’impegno dei ricercatori dell’Ipsp-Cnr
Nel corso dell’ultima puntata di SuperQuark, in onda mercoledì 25 agosto su Rai1, Donato Boscia del Cnr-Ipsp di Bari, ha illustrato come effettivamente la corsa del batterio sia stata rallentata, passando da 30 a 2 chilometri all’anno, grazie alle azioni di prevenzione messe tardivamente in atto contro il vettore Philenus spumarius. E soprattutto grazie ai progressi della Ricerca, che ha individuato, grazie al sequenziamento del DNA del batterio e al monitoraggio aereo, metodi diagnostici più rapidi ed efficaci.
Maria Saponari del Cnr-Ipsp di Bari ha invece dato nuove speranze sui metodi di lotta e prevenzione descrivendo risultati incoraggianti, ottenuti per ora solo in laboratorio, con l’uso di virus specifici in grado di infettare Xylella. Nonostante tutto ciò la presenza del batterio è stata comunque riscontrata in olivi nei comuni di Locorotondo, Polignano, Monopoli, Alberobello (in provincia di Bari) e in un caso anche a Canosa (provincia Bat, Barletta Andria Trani).