«Le mie patate dotate di Qr code»

Permette all’acquirente di leggere su smartphone la storia del prodotto, visualizzare la mappa dell’appezzamento e scaricare l’analisi che certifica l’assenza di residui chimici. Da Londra il ventisettenne Lorenzo Pupo è tornato in Calabria per fare orticoltura

Lasciare l’Inghilterra e il bel mondo degli hotel di lusso per salire su un vecchio trattore e coltivare patate; e farlo senza rimpianti, con la gioia di realizzare un sogno. È la felice scelta di Lorenzo Pupo, 27 anni, di Camigliatello Silano (Cs), che, dopo la laurea in Scienze turistiche all’Università della Calabria, la fuga a Londra in cerca di lavoro e più di tre anni a preparare cocktail negli hotel della capitale inglese, di Manchester e di Venezia, è tornato, «leggero nel cuore», per ridare vita all’azienda agricola di famiglia, abbandonata da 20 anni, dopo la scomparsa del nonno: più di 120 ettari nell’area protetta del Parco nazionale della Sila, fra Camigliatello e il lago Cecita.

«Mi mancava il profumo della terra calabrese, la mia terra! E sognavo di coltivarla e farla tornare a produrre. Il rimpianto di quella terra incolta e abbandonata mi accompagnava nei miei impegni altrove, ogni volta che scendevo per le vacanze ripartivo con un nodo in gola. Vivevo diviso in due, poi sono tornato e mai mi sono pentito della scelta di fare l’agricoltore. Qua non mi manca nulla, ho tutto ciò che mi fa stare bene: la sensazione bella di stare a casa mia, la gioia di fare un lavoro che mi piace, la soddisfazione di produrre patate in un territorio che gode del marchio di tutela Patata della Sila Igp».

Pupo coltiva infatti 5 ettari a patate sul vasto e sconfinato altopiano della Sila, a circa 1.300 metri sul livello del mare, in uno degli areali maggiormente vocati alla produzione di patate in Europa.

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Una panoramica della coltivazione di patate realizzata da Pupo sulla Sila.
Le patate vengono seminate da metà maggio a metà giugno e coltivate in piena estate

«Oltre all’Igp, le nostre patate si fregiano della denominazione “prodotto della montagna” per le peculiari caratteristiche del territorio: il ricorso ad acqua di sorgente per l’irrigazione dei campi, le forti escursioni termiche fra la notte e il dì che riducono le cariche di patogeni e parassiti, come gli afidi, e quindi l’utilizzo di prodotti fitosanitari, le basse temperature invernali che permettono di conservare i tuberi senza trattamenti chimici antigermoglianti».

L’ambiente silano, per il freddo intenso e la neve, a Pupo ricorda Londra, senza però fargliene venire la nostalgia. «Il nostro è un ambiente sano, non inquinato, anzi incontaminato, ideale per produzioni di qualità. A causa del freddo invernale le patate vengono seminate da metà maggio a metà giugno. Le sei principali varietà coltivate sono tutte a pasta gialla: cinque a buccia gialla (Agria, Ditta, Majestic, Marabel, Nicola) e una a buccia rossa (Desirèe)».

Al ritorno in Calabria, Pupo ha aderito al Consorzio Produttori patate associati (Ppas), che unisce 100 agricoltori, su una superficie di 800 ettari, e lavora circa 300mila quintali di patate all’anno.

«Il Consorzio Ppas è fra i promotori del marchio di tutela Igp, che è stato riconosciuto dall’Ue con Reg. 898/2010, ha elaborato un disciplinare di produzione che io seguo rigorosamente e si propone come principale attore della commercializzazione delle patate Igp. Le patate tornano sullo stesso terreno dopo tre anni, adotto infatti la seguente rotazione: patata da maggio a ottobre, grano duro da novembre all’agosto successivo, prato o erbaio o ortaggi fino al luglio seguente, poi il terreno resta a maggese nuda fino al prossimo maggio quando torno a seminare patate».

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La raccolta avviene nei mesi di settembre e ottobre, quando le temperature sull’altopiano silano sono già abbastanza basse

Pupo usufruisce dell’assistenza garantita da una struttura tecnica del consorzio, formata da agronomi di provata esperienza, «che assiste le aziende consorziate nella fase di coltivazione, dalla preparazione del terreno alla raccolta, assicurando i programmi di concimazione e le strategie di difesa. La raccolta avviene nei mesi di settembre e ottobre, quando le temperature sull’altopiano silano sono già abbastanza basse, in un periodo ideale, quindi, per iniziare la fase di conservazione. Le nostre patate si conservano benissimo, in apposite strutture coibentate, fino all’aprile successivo, grazie alle fredde temperature della Sila, senza alcun trattamento chimico».

Il consorzio, che promuove la produzione integrata e biologica e aderisce al Sistema Qualità Unapa, ha messo a punto un innovativo sistema di rintracciabilità che, spiega Pupo, «consente al consumatore, attraverso un Qr Code, un codice a barre posto su ogni confezione (vert-bag, sacco rete o scatola di cartone) di patate, di leggere su smartphone la storia del prodotto contenuto in essa, visualizzare la mappa dell’appezzamento su Google Maps e scaricare l’analisi che certifica l’assenza di residui chimici. Grazie al consorzio anche la mia produzione, come quella di tutti gli associati, viene lavorata, confezionata e inviata a catene della grande distribuzione presenti in tutto il territorio italiano».

Per Pupo il 2017 è stato l’anno della prima produzione, «un anno di ottime patate, malgrado il forte caldo della scorsa estate anche alla nostra altitudine».

Ora ha appena terminato di seminare i tuberi della seconda annata. Certo, le difficoltà non mancano, ma a Pupo non difettano l’entusiasmo e la tenacia.


Scelto da Coldiretti per il suo Villaggio di Bari

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Tornando in Calabria Lorenzo Pupo ha rimesso in sesto i vecchi trattori del nonno per poter coltivare patate

Il Villaggio Coldiretti di Bari (aprile 2018) ha riunito in un apposito spazio diverse aziende agricole di Puglia, Basilicata e Calabria condotte da giovani che abbiano realizzato qualcosa di innovativo. Alcune di queste aziende sono state vincitrici o finaliste del premio Oscar Green nel 2017 o negli anni precedenti, altre no. L’azienda Pupo è stata segnalata e invitata dalla Coldiretti.

Le ragioni della segnalazione e dell’invito sono le seguenti. Lorenzo Pupo:

- è tornato dall’estero in Calabria, per tanti cervelli in fuga, uno - Pupo è laureato - è tornato indietro;

- ha ripreso in un mano e sta facendo rivivere un’azienda, abbandonata da 20 anni, di montagna (1.300 m s.l.m.), con tutte le positive implicazioni produttive e ambientali che ciò comporta, mentre altri giovani lasciano le aziende montane e la montagna si spopola, con negative conseguenze agroambientali;

- coltiva patate entrando in un circuito innovativo che fa del Qr Code un punto di forza commerciale;

- vuole continuare a vivere e lavorare in montagna e diversificare le produzioni, inserendo ad esempio i frutti di bosco e un allevamento zootecnico (sta valutando quale).

Sono ragioni sufficienti per fare di un ragazzo di soli 27 anni un innovatore a tutto tondo, da portare come esempio ad altri giovani. Ecco perché la Coldiretti l’ha segnalato e invitato.


Quella di Lorenzo Pupo è una delle esperienze di giovani orticoltori innovativi presentati in occasione del FUTUR SHOW Innovazione in orticoltura

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«Le mie patate dotate di Qr code» - Ultima modifica: 2018-07-20T11:24:51+02:00 da K4

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