Nuove cultivar in grado di attirare i consumatori con alta capacità di spesa, soprattutto stranieri, in modo da vedersi riconosciuto un prezzo adeguato e dribblare la concorrenza della merce in arrivo dal Nord Africa che sta mettendo in ginocchio l’orticoltura siciliana. Ma anche investimenti per rendere più efficiente e sostenibile il ciclo produttivo e accordi di fornitura con i clienti.
Questa la ricetta vincente di Paolo Lo Monaco, 42 anni, che in contrada Pozzo Canino nel comune di Vittoria (Ragusa), gestisce insieme al fratello Giuseppe la società cooperativa agricola Green Valley: 18 ettari, tutti coperti da serre, dove si coltivano pomodori. Ad avviare l’attività fu il padre Emanuele negli anni Sessanta, oggi la famiglia Lo Monaco dà lavoro a una quarantina di dipendenti.
Col metodo olandese
Le difficoltà che gli imprenditori agricoli del sud della Sicilia affrontano a causa delle quotazioni troppo basse riconosciute ai loro pomodori sono note da tempo. Tre anni fa, davanti al bivio tra chiudere o investire per innovare, i Lo Monaco scelsero la seconda strada e oggi possono dire di aver vinto la scommessa.
«Abbiamo rivoluzionato il nostro modo di produrre – spiega Paolo – piantando nuove varietà di ciliegino e datterino che coltiviamo fuori suolo. Questo ci ha anche obbligati a rifare le serre, non più alte due metri o due e mezzo, bensì quattro metri e mezzo. Abbiamo cercato di replicare il metodo di coltivazione olandese – racconta Lo Monaco – facciamo un solo trapianto e poi per dieci mesi consecutivi le piante sono produttive.
È un metodo di coltivazione che va imparato e perfezionato – precisa l’agricoltore siciliano – bisogna scegliere le giuste varietà, ma oggi le aziende sementiere offrono un’ampia gamma di soluzioni».
Le serre di Green Valley sono dotate di un impianto di irrigazione automatico, per la lotta a ragnetto rosso e muffe i Lo Monaco utilizzano agrofarmaci biologici e la temperatura viene controllata: mai sotto i 6 °C per evitare danni alle colture, ma tendenzialmente sopra i 10 °C per rese ottimali.
Come substrato impiegano fibra di cocco e per salire sulle piante e facilitare la raccolta, l’azienda si è dotata di carrelli agevolatori. I costi produttivi sono di circa 10 euro a metro quadrato.
Pomodori: le varietà e le rese
Tra i nuovi ibridi che Green Valley ha introdotto ci sono il ciliegino giallo a grappolo Flamantyno F1 di Vilmorin, varietà che tra l’altro è resistente al virus dell’accorciamento fogliare Tylcv (o New Delhi).
Poi il datterino sgrappolato Seychelle e Angelle di Syngenta, con frutti di peso compreso tra 9 e 12 grammi, uniformi.
Poi coltivano il ciliegino a grappolo Ventero della Monsanto: colore rosso intenso brillante con frutti di buon grado brix ed elevata qualità, dal peso medio compreso tra 100 e 140 grammi.
È resistente a Tylcv e Nematodi e mostra un’ottima tolleranza al cracking.
«Le rese sono circa la metà rispetto a quelle delle varietà tradizionali – informa Paolo – ma questo non è un problema: per continuare a coltivare pomodori bisogna cambiare mentalità e puntare sulla qualità, allontanandosi dai prodotti di massa, sui quali non conviene più mettersi in concorrenza con Paesi che hanno costi di produzione nettamente inferiori ai nostri».
Infine, come coltura più standard, Lo Monaco coltiva anche un ciliegino sgrappolato con rese più elevate il Creativo F1 di Mr. Clouse, caratterizzato da grado brix elevato, acidità adeguata, consistenza e tenuta post raccolta, che gli consentono di arrivare fresco sulle tavole di tutta Europa.
Venduto all’estero l’80% del prodotto
Per essere certi che la loro produzione sia assorbita dal mercato e remunerata in modo adeguato, i fratelli Lo Monaco sottoscrivono accordi “preventivi” con i buyer ortofrutticoli, in maniera da produrre esattamente quello che il mercato chiede e nelle giuste quantità.
Della commercializzazione si occupa la Op Valleverde, realtà che conta 51 soci per un totale di 250 aziende agricole situate nei territori della provincia di Ragusa, Caltanissetta, Agrigento, Siracusa e Catania.
I pomodori raccolti nelle serre dei Lo Monaco finiscono per l’80% nel mercato inglese o scandinavo e per il 20% nella gdo italiana. «Sono mercati di nicchia – sottolinea Paolo – dove i consumatori riconoscono la qualità dei nostri prodotti e li pagano il giusto prezzo per consentire a noi produttori di avere un reddito adeguato».
Quella dei fratelli Paolo e Giuseppe Lo Monaco è una delle esperienze di giovani orticoltori innovativi presentati in occasione del FUTUR SHOW Innovazione in orticoltura
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