La Commissione cerca di infrangere il muro contro muro sul capitolo degli ecoschemi, ma ci vorrà comunque più tempo del previsto per percorrere l'ultimo miglio della riforma della politica agricola Ue.
La quadra dei triloghi
I triloghi dovevano infatti concludersi mercoledì 26 maggio, ma ci vorrà ancora almeno uno o due giorni per trovare la “quadra”.
La proposta della Commissione sulla novità più sostanziale della Pac post 2022 è quella di:
- lasciare agli Stati membri libertà di scelta tra un finanziamento degli ecoschemi stabile al 25% dei pagamenti diretti per tutta la durata del periodo di finanziamento della Pac;
- oppure un finanziamento al 22% nel 2023 con un aumento graduale fino al 30% nel 2027.
La proposta di Wojciechowski
La proposta di mediazione, nell'ambito dei negoziati in corso sul regolamento sui Piani strategici nazionali, è stata spiegata dal Commissario europeo all'Agricoltura, Janusz Wojciechowski, durante il Consiglio Ue Agrifish.
Gli ecoschemi, facenti parte della cosiddetta architettura verde della Pac, sono quelle azioni che gli agricoltori possono decidere di porre in essere volontariamente a tutela dell'ambiente, a fronte di un aumento delle risorse europee.
È il fronte su cui i co-legislatori sono maggiormente divisi, con il Parlamento europeo a chiedere un finanziamento del 30% contro il 20% chiesto dal Consiglio Ue.
Le proteste degli ambientalisti
Nelle ultime settimane la presidenza portoghese del Consiglio aveva avanzato una proposta di mediazione, proponendo un 23% di finanziamento per i primi due anni e un 25% a partire dal 2025.
Il dibattito è molto rilevante anche per le associazioni ambientaliste. Alcune sigle hanno messo in scena una protesta davanti al Parlamento europeo proprio per chiedere un aumento delle risorse destinate alle pratiche verdi e mettere in guardia dal cosiddetto greenwashing. In Italia la coalizione #CambiamoAgricoltura ha realizzato un'azione social con le testimonianze di agricoltori «per una vera riforma verde della Pac».
Gli ultimi tre regolamenti
L'architettura verde rimane da 4 anni uno dei temi centrali della nuova Pac, la cui struttura è quasi completamente definita, a parte gli ultimi tre regolamenti applicativi oggetto del super trilogo, il negoziato tra Presidenza portoghese, eurodeputati e Commissione europea, in corso a Bruxelles.
Avviato nel 2018, l'iter dei testi è stato interrotto dalle elezioni europee e poi ha recepito le priorità del Green Deal.
Oltre alla nuova "architettura verde" della Pac, che vale oltre 390 miliardi (prezzi correnti) fino al 2027 di cui circa 38 per l'Italia, l’altro nodo da sciogliere nel negoziato è la redistribuzione degli aiuti, cioè meccanismi per limitare i sussidi per le aziende più grandi e aumentarli per quelle più piccole.
Il successo di Patuanelli sul fronte dei sostegni alle calamità naturali
In parallelo al trilogo si è svolto il Consiglio dei ministri dell'agricoltura.
Nel suo intervento, il ministro dell'agricoltura italiano Stefano Patuanelli ha chiesto più attenzione all'impatto degli eventi catastrofici conseguenza dei cambiamenti climatici.
«Per l'Italia - ha detto il ministro - è fondamentale insistere sull'aumento del prelievo dall'1% al 3% della dotazione nazionale per i pagamenti diretti per la gestione del rischio». Vale a dire aumentare il sostegno a regimi assicurativi e fondi di mutualizzazione per gli agricoltori. A quanto apprende l’ansa, sempre che si raggiunga un accordo comprensivo sulla riforma, l'Italia potrebbe aver raggiunto l'obiettivo.
Spaccatura sul fronte della condizionalità sociale
Sulla condizionalità sociale, cioè la riduzione degli aiuti in violazione dei diritti dei lavoratori, gli Stati sono divisi tra Nord e Est Europa da un lato e Sud dall'altro. Secondo Germania e Paesi nordici le politiche sociali non c'entrano nulla con la Pac.
L'Italia invece appoggia un compromesso che tenga "in considerazione i diritti dei lavoratori e degli agricoltori incidendo nel modo più limitato possibile sugli oneri burocratici", ha ricordato Patuanelli. Infine, insieme ai colleghi francesi e spagnoli, il ministro ha chiesto regole più stringenti sui livelli massimi di residui di pesticidi nei prodotti importati nell'Ue.