I prossimi anni saranno decisivi per l’implementazione della nuova Pac 2021-2027. Le Istituzioni comunitarie sono al lavoro per l’approvazione della nuova Pac, con molte incertezze e rallentamenti.
Di fronte a questa situazione gli agricoltori chiedono se è ancora conveniente la compravendita dei titoli pac o se è rischioso l’affitto di terra e titoli pac. Il futuro della Pac di ogni agricoltore dipende anche dalla singola situazione imprenditoriale/personale.
Articolo pubblicato sulla rubrica “La Pac sotto la lente” di Terra e Vita
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La scadenza ‘classica’ di novembre
Molti contratti di affitto, stipulati negli anni scorsi, scadono nel 2020, generalmente il 10 novembre 2020 (termine dell’annata agraria) o il 31 dicembre 2020 (ultimo giorno dell’anno).
Il motivo di questo fatto è da imputare alla Pac. Infatti, gli agricoltori e i tecnici del settore agricolo erano a conoscenza che i pagamenti diretti della Pac avrebbero mantenuto le vecchie regole fino al 31 dicembre 2020, mentre dal 2021 sarebbe entrata in vigore una nuova riforma.
Oggi molti agricoltori si chiedono come comportarsi con il rinnovo dei contratti di affitto alla luce della nuova Pac 2021-2027.
Tante domande vengono poste in proposito:
- Quando entra in vigore la nuova Pac?
- È il caso di rinnovare il contratto di affitto?
- Conviene un contratto annuale o pluriennale?
- Chi beneficerà dei titoli e dei pagamenti diretti in caso di affitto?
- Chi sono i beneficiari dei nuovi titoli?
- Conviene comprare i titoli, se l’agricoltore ha terreni scoperti da titoli?
Prima di rispondere ai quesiti, è utile richiamare alcune novità della Pac 2021-2027.
Le elezioni imminenti e le incertezze sulla Pac post 2020
La Commissione Agricoltura (Comagri) del Parlamento europeo ha approvato la relazione e gli emendamenti sulla Pac 2021-2027 (leggi qui). Tuttavia, il Parlamento europeo ha scelto di non procedere alla votazione della nuova Pac nella sessione plenaria, prima delle elezioni europee.
Questa scelta lascia la totale libertà al nuovo Parlamento europeo di esprimersi sul futuro della Pac; il processo legislativo quindi riprenderà a settembre 2019, con il nuovo Parlamento europeo.
Nel frattempo assisteremo a una fase di grande incertezza politica, in vista delle elezioni europee del 23-26 maggio 2019.
Allo stato attuale, l’ipotesi più probabile è l’avvio della nuova Pac dal 1° gennaio 2022 (anziché dal 1° gennaio 2021), ma ci sono anche ipotesi che prefigurano l’avvio della nuova Pac dal 1° gennaio 2023.
Dopo l’approvazione della nuova Pac in sede unionale, molte scelte saranno affidate agli Stati membri che, per la maggior parte dei esse, dovranno decidere entro il 1° agosto 2020 o 1° agosto 2021.
L’incertezza maggiore: Pac con titoli o senza?
Il nuovo “pagamento di base” 2021-2027 è soggetto a grandi novità; esso può essere erogato secondo due modalità:
- senza titoli;
- con i titoli.
La prima modalità di pagamento senza titoli è una grossa novità, visto che gli agricoltori conoscono la Pac con i titoli dal 2005.
La scelta sulla modalità d’erogazione dei pagamenti spetta agli Stati membri, in fase di adozione delle scelte nazionali della Pac.
Il pagamento di base senza titoli prevede che gli agricoltori presentano annualmente la domanda con le superfici ammissibili e ricevono un pagamento uniforme ad ettaro, senza la necessità di possedere i titoli.
Il pagamento di base con i titoli prevede che il sostegno è condizionato dal possesso dei titoli all’aiuto. I vecchi titoli scadono il 31 dicembre 2020 e i nuovi titoli vengono riassegnati nel 2021, sulla base dell’anno di riferimento 2020.
Se la Pac slitta di un anno (come è ormai quasi certo), i vecchi titoli scadono il 31 dicembre 2021 e i nuovi titoli vengono riassegnati nel 2022, sulla base dell’anno di riferimento 2021.
Il nuovo valore unitario dei titoli all’aiuto è calcolato partendo dal valore dei titoli all’aiuto dell’anno di domanda 2020 (ultimo anno di applicazione della Pac 2014-2020) e aggiungendo ad esso il relativo pagamento greening per l’anno di domanda 2020.
Se la Pac slitta di un anno, il nuovo valore unitario dei titoli all’aiuto è calcolato partendo dal valore dei titoli all’aiuto dell’anno di domanda 2021 e aggiungendo a esso il relativo pagamento greening per l’anno di domanda 2021. Dopo l’assegnazione dei titoli, la proposta di regolamento impone un processo di convergenza dei titoli storici: i titoli di valore elevato diminuiscono gradualmente fino al 2026 e i i titoli di valore basso aumentano gradualmente fino al 2026.
Gli anni cruciali
L’entità dei pagamenti diretti di ogni singolo agricoltore dipenderà dalla sua situazione e dalle scelte che il singolo agricoltore effettuerà nel 2020 e/o nel 2021 e/o nel 2022. Infatti, alla luce della situazione attuale, se la proposta della Pac 2021-2027 non viene stravolta, gli anni che contano ai fini della implementazione della nuova Pac sono tre: 2020, 2021 e 2022.
L’agricoltore si deve concentrare su questi tre anni per verificare il proprio status e la convenienza o meno alla compravendita dei titoli o dare o prendere terreni in affitto.
Chiaramente, la situazione è completamente diversa, se l’Italia sceglie di adottare un sostegno “senza titoli”.
Questi tre anni (2020, 2021 e 2022) generano conseguenze diverse e si possono cogliere molte opportunità per adattare il nuovo sistema dei pagamenti diretti alla strategia imprenditoriale di ogni agricoltore. Ad esempio, il valore dei titoli della nuova Pac si può spalmare su pochi ettari o su molti ettari, con la possibilità quindi di avere titoli di valore basso o elevato.
2019 e 2020: vecchie regole Pac
Il 2019 e il 2020 saranno due anni in cui l’agricoltore riceverà il sostegno con le regole attuali della Pac 2015-2020. Come abbiamo già detto, con molta probabilità anche il 2021 sarà un anno in cui vigono le regole della Pac 2015-2020.
Se così sarà, il 2021 sarà un anno di transizione in cui gli agricoltori riceveranno i pagamenti diretti sulla base delle attuali norme della Pac.
In altre parole, dal punto di vista dei pagamenti diretti il 2021 dovrebbe essere identico al 2020.
Le conseguenze di questo scenario sono:
- i pagamenti diretti del 2019, 2020 e 2021 saranno erogati sulla base dei titoli vecchi;
- gli agricoltori potranno accedere alla riserva nazionale anche negli anni 2019, 2020 e 2021;
- i nuovi titoli saranno assegnati nel 2022, sulla base della Domanda Unica 2021.
Dal 1° gennaio 2022, gli attuali titoli lasceranno il posto ai nuovi titoli, se l’Italia sceglie di adottare un sostegno “con i titoli”.
2022: assegnazione dei nuovi titoli
I nuovi titoli saranno assegnati agli agricoltori sulla base delle superfici agricole dichiarate nella Domanda Unica 2022.
Il numero dei titoli assegnati corrisponderà al numero di ettari ammissibili indicati nella Domanda Unica al 2022.
Una volta che i titoli sono assegnati ad un agricoltore, essi possono essere utilizzati dal 2022 al 2027, oppure essere trasferiti per vendita o affitto.
Il 2021 rappresenterà quindi il nuovo anno di riferimento, come nella Pac attuale è stato il 2014.
La compravendita dei titoli Pac
Nella situazione attuale è conveniente l’acquisto dei titoli, se l’agricoltore ha terreni scoperti da titoli?
La nuova Pac entrerà in vigore, con molta probabilità, nel 2022. L’acquisto dei titoli è conveniente nel 2019, se il prezzo di acquisto non supera il valore del sostegno di un anno (base + greening).
Inoltre il possesso dei titoli nel 2021, garantisce un importo di riferimento più elevato per il 2022, importante se l’Italia sceglie di proseguire il sostegno “con i titoli”.
L’acquisto dei titoli è conveniente nel 2019 anche se l’Italia dovesse optare per una Pac senza titoli. Infatti il costi dell’acquisto dei titoli sarebbe ammortizzato entro il 2021.
Titoli in eccesso, inutilizzati o da vendere
Titoli in eccesso
Alcuni agricoltori si trovano nella condizione che la superficie ammissibile è inferiore a quella dei titoli, a causa di una scadenza di un contratto di affitto o per altre ragioni.
Di conseguenza il numero dei titoli eccede il numero di ettari ammissibili.
In tal caso, l’agricoltore ha due possibilità:
- lasciare alcuni titoli inutilizzati;
- vendere i titoli in eccesso.
Titoli inutilizzati
I titoli non utilizzati rimangono nel “portafoglio titoli” per un anno di mancato utilizzo. Dal secondo anno di mancato utilizzo, i titoli vengono persi. Infatti, il Reg. 1307/2013 (art. 31, par. 1, lett. b) prevede che i titoli non attivati dagli agricoltori, per un periodo di 2 anni consecutivi, confluiscono nella riserva nazionale. Non c’è più la possibilità di “salvare” i titoli inutilizzati con la rotazione dei titoli.
L’art. 9 del Reg. (UE) n. 639/2014 stabilisce che i titoli non utilizzati si considerano riversati nella riserva nazionale il giorno successivo alla data per la modifica della domanda unica nell’ambito del regime di pagamento di base nell’anno civile per cui si rileva il mancato utilizzo per un periodo di due anni consecutivi.
Vendere i titoli in eccesso
Alla luce di questa normativa, l’agricoltore che detiene titoli in eccesso ha la convenienza a venderli, a meno che abbia la prospettiva di aumentare la superficie ammissibile nei prossimi anni.
La vendita dei titoli è un’operazione problematica, per la difficoltà a trovare un acquirente, soprattutto per i titoli di valore inferiore alla media nazionale; infatti, nel 2015 i titoli sono stati assegnati a tutti gli agricoltori e a tutte le superfici ammissibili, pertanto la domanda di titoli non è molto elevata; comunque qualche agricoltore potrebbe avere la necessità di acquisire i titoli.