Pac post 2020 al centro del vertice che si è tenuto a Milano tra il Ministro delle Politiche agricole alimentari, forestali e del turismo, sen Gian Marco Centinaio, gli assessori regionali all’agricoltura tra i quali il coordinatore Leonardo Di Gioia (Puglia) Simona Caselli (Emilia Romagna), Giuseppe Pan (Veneto) e Fabio Rolfi (Lombardia), i Presidenti e i capigruppo delle Commissioni agricoltura Camera e Senato Filippo Gallinella e Gianpaolo Vallardi e il Commissario europeo all’Agricoltura e allo sviluppo rurale, Phil Hogan.
Le assicurazioni del Commissario
«Ho riunito intorno al tavolo – dichiara Centinaio - i rappresentanti delle istituzioni che saranno chiamati, ciascuno per propria parte, a svolgere un ruolo fondamentale nel dare attenzione alla nuova Politica agricola comune».
«Sono particolarmente soddisfatto per la disponibilità che il commissario Hogan ha dimostrato venendo in Italia ad ascoltare le nostre preoccupazioni. La riforma della Pac prevede tagli economici, sui quali non possiamo essere d’accordo. Il Commissario ci ha assicurato che presterà attenzione a quanto è emerso dal confronto di oggi. L’Italia farà la sua parte ma non è possibile chiedere agli agricoltori maggiori sacrifici senza offrire adeguate risorse in cambio».
"Tagliare i fondi all'agricoltura significa non fare sviluppo e soprattutto non tutelare i nostri agricoltori e non si può chiedere ai nostri agricoltori di essere performanti, quando l'Europa non li tutela - prosegue Centinaio -. Abbiamo ragionato insieme all'Europa su quello che è il futuro dell'agricoltura italiana ed europea. Siamo partiti chiedendo al commissario Hogan la promessa di non danneggiare la nostra agricoltura. Le premesse erano 3 miliardi e 600 milioni in meno per l'agricoltura. Dopo il taglio di 1,4 miliardi che c'è già stato, vuol dire tagliare troppo l'agricoltura del nostro Paese».
Le posizioni delle Regioni
L’agenzia Agrapress riporta le posizioni dei rappresentanti regionali.
«Un incontro proficuo che ci ha consentito di chiarire le posizioni delle regioni italiane rispetto alla futura riforma della Politica agricola comune - afferma l'assessore all'agricoltura della Puglia Leonardo Di Gioia, coordinatore della Commissione politiche agricole della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome-».
«Al Commissario europeo – prosegue Di Gioia - abbiamo sottolineato la necessità di un adeguato livello di risorse per le politiche agricole che risponda in modo puntuale alle aspettative degli agricoltori; questi ultimi svolgono un ruolo essenziale per accrescere la competitività degli Stati in termini di prodotto interno lordo, garantendo anche una fondamentale azione per la sostenibilità ambientale e sociale. per questo non vorremmo che il peso della Brexit ricada sulle spalle degli agricoltori e degli allevatori»
«Abbiamo ribadito la necessità che la riforma in discussione a Bruxelles tenga in considerazione il ruolo istituzionale che la nostra Costituzione riconosce alle Regioni italiane in materia di agricoltura. Occorre rispettare il ruolo di programmazione svolto dalle istituzioni regionali, attraverso i programmi operativi regionali; per questo motivo è necessario superare l'ipotesi piuttosto centralista di una sola autorità di gestione per ogni Stato Membro che, fra l'altro, disperderebbe il patrimonio di competenze e di buone pratiche realizzato in questi anni proprio attraverso le regioni»
Male le risorse, malissimo la Governance
Sulla stessa linea l’Assessore dell’Emilia-Romagna Simona Caselli che chiede: «Maggiori risorse e rafforzamento del ruolo e del peso delle Regioni italiane nella gestione e attuazione della nuova Politica agricola comunitaria 2021-2027» .
«Al Commissario Hogan- prosegue Caselli - ho espresso il mio apprezzamento per alcune scelte strategiche, ma ho anche ribadito che sulla nuova Pac non ci siamo. Nè sulle risorse nè sul modello di governance che penalizza il ruolo delle Regioni e rischia di portare a una nuova nazionalizzazione».
«Il primo motivo di allarme è il rischio di alterare la concorrenza tra Paesi dal momento che i nove obiettivi comuni indicati non sembrano poter garantire l'assenza di sperequazioni; inoltre, il meccanismo che individua automatismi con perdita di risorse in caso di mancato raggiungimento degli obiettivi, rischia di livellare tutto al ribasso».
«Le regioni – conclude l’Assessore - non possono perdere l'interlocuzione a livello europeo ed è quindi vitale ristabilire e rafforzare il ruolo dei territori così come previsto anche dalla nostra costituzione. Abbiamo agricolture molto diverse in Italia e rischiamo di perdere in efficacia e capacità di risposta ai fabbisogni settoriali e locali; finora siamo stati efficienti e in anni di programmazione abbiamo formato funzionari in grado di impostare e gestire bene le diverse esigenze territoriali non possiamo buttare a mare questo patrimonio di conoscenza e operatività»
«In vista di una Brexit non ancora definita occorre comunque prevedere già uno sforzo di riallocazione di fondi da altri programmi o almeno un ulteriore piccolo aumento contributivo degli Stati. L’Emilia-Romagna proseguirà in questa direzione e non ci stancheremo di ribadire le necessità di tutti i territori anche nel nostro lavoro di rete a livello europeo, attraverso la coalizione AgriRegions, che riunisce le principali regioni agricole del continente, e le associazioni di settore come Areflh e Arepo, di cui proprio in questi giorni si terrà l'assemblea generale».