Lo scenario che si sta delineando dopo settimane di volatilità e incertezza dei mercati di colza e soia sembra consolidarsi al rialzo con l’effetto crisi russo-ucraina che compensa abbondantemente l’atteso calo dovuto alla minore domanda bioenergetica che ciclicamente si ripresenta quando ci si avvicina alla primavera. Il prezzo del petrolio, che da dicembre a oggi è aumentato di quasi il 50%, aveva già determinato un effetto traino sia sull’olio di colza (usato nel biodiesel), sia sull’intero comparto delle oleaginose, che in queste settimane vivono momenti di tensione anche per le restrizioni all’export del “palma” imposte dall’Indonesia oltre che per gli echi di una produzione 2022 malese di molto inferiore alle aspettative del mercato.
Il prezzo dell’olio di palma alle stelle e un petrolio a oltre 90 dollari al barile, le conferme di problemi agronomici in Sudamerica e le stime di maggiori consumi di soia in Usa, completano un panorama di mercato decisamente surriscaldato.
Nel medio periodo le quotazioni resteranno alte
L’evoluzione delle quotazioni della soia e della colza sulle piazze italiane ed europee, conferma quanto questo mix di situazioni tra loro concatenate e di recente aggravato dai venti di guerra, abbia contribuito al rapido ritorno delle quotazioni ai massimi storici dopo un periodo di impasse estivo anche per il rallentamento dell’emergenza pandemica.
Questo ritorno di fiamma sui mercati locali e più in generale sul mercato globale delle oleaginose, ha solide radici ed è atteso durare anche nei prossimi mesi nonostante alcuni fondamentali di colza e soia indicassero l’opposto. Fino a ieri, l’aumento delle superfici seminate nella regione del Mar Nero (in Ucraina +40%?) e le simili rosee aspettative primaverili per Europa e Canada, era fonte di preoccupazione (di forti ribassi) tra gli operatori, ma l’aggravarsi della crisi politica russo-ucraina ha cancellato, o per lo meno ritardato, la prospettiva di rientro alla normalità dei mercati di oli vegetali e oleaginose. Le ampie produzioni 2022 di colza e soia, superiori al 2021, prima o poi avranno effetto sui mercati, ma a oggi le stime sul breve-medio termine parlano ancora di prezzi oltre i 600 euro la tonnellata.